Ci si interroga spesso su quale sia il vero rapporto tra moda e arte. Nel corso del tempo, infatti, si sono verificate numerose contaminazioni tra i due mondi, che hanno portato all’ottenimento dei più disparati risultati. Dalle sfilate all’interno delle stanze di importanti musei, fino a celebri opere che passano dalla tela direttamente ai tessuti di abiti disegnati dalle più grandi firme, le due discipline si sono più volte trovate insieme a dialogare l’una con l’altra.
Non si possono dimenticare, inoltre, vere e proprie collaborazioni che vedono artisti di fama mondiale e acclamati stilisti lavorare a quattro mani su intere collezioni per dare vita a capolavori, che se da un lato hanno stupito e segnato la storia, dall’altro hanno fatto discutere non poco. Tuttavia, esiste un’altra strada che da tempo fa da ponte tra queste due discipline e che tende ad essere meno conosciuta. Si tratta del collezionismo e si dà il caso che proprio in Italia si trovi uno degli esempi più significativi di questo contatto.
In posa su una poltrona dai rimandi tribali, una delle donne più influenti della moda viene ritratta tra le pareti di un’abitazione in cui si mescolano le estetiche più disparate. A colpire, però, è quell’opera rosa: una tela di Fontana da cui Miuccia Prada non osa separarsi.

E ancora una volta, in uno scatto con l’attrice Catherine Deneuve, compare nello sfondo un’altra opera simile, un chiaro esempio di quella passione che la stilista milanese nutre nei confronti dell’arte contemporanea, la stessa che, sin dagli inizi degli anni ’90, l’ha portata a buttare le basi per la costituzione di una vasta e ricercata collezione di opere. Quest’ultima è successivamente maturata con la nascita di Fondazione Prada, realtà dove oggi si può trovare esposta una ricca selezione di capolavori di artisti che spaziano da Pino Pascali a Damien Hirst.

Ma torniamo a noi. Appartenenti alla serie intitolata “La fine di Dio”, le opere monocromatiche dalla forma ovale vennero realizzate da Lucio Fontana tra il 1963 e il 1964. A caratterizzarle sono le composizioni di buchi e squarci presenti direttamente sulla tela, che per l’artista “significano l’infinito, la cosa inconcepibile, la fine della figurazione, il principio del nulla”.

Note anche come le “Uova di Fontana”, sono 38 le opere appartenenti a questo ciclo. Miuccia Prada può vantarne ben 4 all’interno della sua collezione, le stesse che si poterono ammirare nel 2011 in occasione della mostra con cui Fondazione Prada inaugurò la nuova sede veneziana di Ca’ Corner della Regina.

Le tele del ciclo “La fine di Dio” sono oggi tra le opere di Fontana più valutate nel mercato dell’arte. Basti pensare che nel 2015, l’opera dal raro colore giallo è stata battuta all’asta da Christie’s a New York per più di 29 milioni di dollari.
