In occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Mayday”, abbiamo raggiunto Nashley per fargli qualche domanda sulla musica, sulle prossime uscite e su come si sta vivendo questo periodo.
Dopo un 2019 ricco di traguardi – come le certificazioni a disco d’oro FIMI di “Nuovi Jeans” e “Cenere” -, Nashley si appresta a trasformare il 2020 in un anno da ricordare, per sé e per i suoi fan.
Ciao Nashley! Come stai vivendo questa situazione surreale per tutti?
In realtà me la sono presa “bene”, in un certo senso. Non sono un medico, uno scienziato o un politico, e se mi dicono di stare a casa per un’emergenza sanitaria, di certo non mi metto a contestare la cosa. Per fortuna qualche mese fa avevo acquistato tutta la strumentazione per un buon home-studio, quindi sono riuscito a lavorare a un sacco di musica, tra cui “Mayday”. La cosa peggiore è non poter suonare davanti ai miei fan; speriamo si risolva tutto il prima possibile.
A livello creativo la quarantena sta avendo effetti diversi da persona a persona. Nel tuo caso, ti sei trovato più o meno ispirato?
Sono sempre ispirato. Devo dire che però, stranamente, in questo periodo di reclusione sono riuscito a conoscere meglio me stesso e mi sono accorto di quante cose ho ancora da raccontare.
Tra gli artisti c’è chi ha deciso di pubblicare nuova musica nonostante il periodo, e chi no. Tu fai parte della prima categoria: che feedback ti stanno arrivando per “Mayday”, il tuo nuovo singolo?
Sarò molto sincero: ci aspettavamo di più, ma eravamo consapevoli dei rischi. Personalmente niente potrà fermare la mia voglia di fare musica, nemmeno un virus. Io e il mio team ci siamo trovati d’accordo su questo e infatti “Mayday” è solo un piccolo assaggio di quello che succederà nel futuro prossimo.
“Mayday” è il nuovo capitolo del tuo sodalizio con i 2ndRoof, che hanno prodotto anche “Cenere”, il tuo più grande successo ad oggi. Che alchimia si crea quando lavori con loro?
I 2ndRoof sono sempre stati presi benissimo con me, e per me è sempre stato un onore lavorare con due personaggi così grossi nella scena. Capiscono sempre ciò che voglio, gran parte delle volte la prima versione del beat che mi mandano è praticamente quella definitiva. C’è una grande alchimia.
Dagli esordi con la Sugo Gang ad oggi, c’è stata una grande evoluzione nella tua musica. Cos’è che ha maggiormente influenzato la tua musica negli ultimi anni?
Mi è sempre piaciuto scrivere musica più “conscious” rispetto alle canzoni che vanno forte al momento. Ad un certo punto della mia carriera me ne sono letteralmente sbattuto delle mode del momento, ho capito che dovevo fare ciò che mi piace, e visto il riscontro direi che piace anche al mio pubblico. Poi io sto in fissa con Mac Miller, J Cole, 6LACK, Russ: sono gli artisti a cui cerco di ispirarmi maggiormente.
Sono passati diversi anni da “REAL”, il tuo disco d’esordio: dopo “Mayday” possiamo aspettarci nuova musica presto?
Posso dire che “Mayday” è solo un assaggio dei grandi progetti di quest’anno. State connessi!