Il cambiamento climatico, così come tutti i problemi ambientali derivanti dalle attività umane degli ultimi secoli, è ormai una questione che non si può ignorare. Gli incendi in Amazzonia sono stati la cosiddetta goccia che ha fatto traboccare il vaso, così Nike ha deciso di lanciare un nuovo programma: Move to Zero.
Ieri, il responsabile della sostenibilità ambientale Noel Kinder, ha annunciato che lo Swoosh punta a diventare un’azienda a zero emissioni di carbonio e zero produzione di rifiuti.
Questo potrebbe essere il passo definitivo di Nike per diventare eco-friendly, dopo che 4 mesi fa aveva pubblicato una guida industriale su come standardizzare la sostenibilità nella catena di montaggio.
Nell’ambito del nuovo programma Move to Zero il colosso di Beaverton punta ad alimentare il 100% delle proprie strutture con energia rinnovabile entro il 2025, ridurre le emissioni di carbonio lungo la catena di approvvigionamento globale del 30% entro il 2030 (in linea con l’accordo di Parigi del 2015) e deviare il 99% di tutti i rifiuti di produzione delle calzature dalle discariche.
Tra le altre cose, Nike aveva effettuato anche alcuni studi in collaborazione con il Climate Impact Lab allo scopo di studiare le connessioni tra i cambiamenti climatici e l’attività sportiva, notando un importante impatto su tutti gli sport: senza un’azione globale a metà secolo le temperature potrebbero diventare dal 4% al 13% più calde rispetto agli anni ’80.
Atleti legati allo Swoosh come Odell Beckham Jr, Naomi Osaka e Chloe Kim hanno già espresso le proprie preoccupazioni per le temperature a cui sono obbligati ad allenarsi o giocare, e apprezzano lo sforzo del brand nel tentare di fare qualcosa.
Nike sta sicuramente facendo passi da gigante per diventare un marchio eco-friendly, ma abbiamo bisogno che l’esempio venga seguito da più aziende possibili.
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