Non per forza bisogna essere amici

L’intervista di Dikele a Fedez per Esse magazine ha fatto discutere per settimane e ora che è stata pubblicata il cerchio si è chiuso. Ma da tutto questo, che cosa abbiamo imparato?

La nostra intenzione non è quella di entrare nel merito degli errori che potrebbero essere stati fatti dalle due parti durante l’intervista, ma cogliere piuttosto uno spunto di riflessione uscito da tutta questa situazione e che si ritrova nei tabù che da sempre accompagnano la discografia in Italia.

La promozione dei dischi è ormai diventata un’operazione standard. Al di là della promo sui canali social personali, quella che viene fatta altrove è sempre la stessa: si chiedono interviste a un serie di testate che l’artista si ritrova a dover fare spesso nella stessa giornata, un confronto dopo l’altro che certo non crea un clima adatto a stimolare una conversazione interessante e approfondita. Chi intervista non osa e chi viene intervistato si stanca di dare sempre le stesse risposte. E se mai uscisse qualcosa di diverso o che potrebbe far discutere, sparirebbe probabilmente alla prima revisione della controparte.

In Italia è questo che manca: il confronto, non ci siamo abituati. E non parliamo di mera critica, bensì della voglia di approfondire e sviscerare i dubbi che un disco o un comportamento possono sollevare e di farlo insieme all’artista. Ciò che accade, invece, è che il focus è sempre lo stesso e l’impronta è sempre positiva perché è questo ciò che viene richiesto. 

Inutile cercare colpevoli, che sia la testata, l’artista o la discografica, ognuno va incontro ai propri interessi e finché se ne parla bene nessuno si lamenta. È il meccanismo che è sbagliato, ed è un meccanismo che si sta mordendo la coda.

Per quanto la conversazione tra Dikele e Fedez sia lontana da quello che può essere considerato un sano dibattito, almeno ci ha provato ad essere qualcosa di diverso – al di là del fine, ad di là dell’astio, al di là degli accordi. E non stiamo spezzando una lancia a favore di nessuno, solo cogliendo un lato positivo di quanto accaduto: confrontarsi e mettersi in gioco è importante e dovrebbe essere fatto molto più spesso