Non siamo pronti per il ritorno del costume a slip

Li abbiamo visti per una vita addosso a tutti i padri e nonni italiani al mare, poi addosso agli atleti olimpici l’anno scorso, di recente sulle passerelle SS25: ora potremmo iniziarli a vedere addosso a (quasi) tutti.

In inglese si chiama “Speedo” per diretta associazione al brand che ha inventato questo modello e lo ha portato alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, addosso alla medaglia d’oro Murray Rose. Questo spiega perché in giro potreste vedere contenuti che parlano di questa come una “Speedo summer”.

Il costume a slip non sarà più relegato ad anziani e sportivi, ma ora potrebbe essere un trend che segue a ruota quello dei pantaloncini molto corti per gli uomini come abbiamo visto addosso a Paul Mescal e Harry Styles. È proprio questa tendenza dei vestiti ad accorciarsi che è stata associata alla recessione economica di recente — una teoria originariamente legata alla lunghezza delle gonne ma che oggi riguarda anche l’abbigliamento maschile.

Allo stesso tempo legato al loro ritorno c’è forse un grande ammorbidimento dei canoni estetici maschili e un allargamento del concetto di “appropriato”. Attorno alla “Speedo summer” si sono sollevate però questioni di oggettificazione, liberazione e rappresentazione maschile molto interessanti, soprattutto in un panorama in cui l’immagine dell’uomo sta cambiando stilisticamente. Siamo però davvero pronti al ritorno dello slip?