La capsule collection Marine Serre x AWGE, lanciata qualche giorno fa e destinata a infiammare gli animi degli hypebeast di ogni dove, è in realtà l’ennesimo exploit messo a segno dalla stilista francese, la cui parabola, apparentemente inarrestabile, l’ha già vista trionfare in due tra i più blasonati concorsi del settore (LVMH Prize e Andam Fashion Award, rispettivamente nel 2017 e 2020) e guadagnarsi il favore di buyer, editor, colleghi del livello di Karl Lagerfeld o Maria Grazia Chiuri, fashionisti in generale.
Nonostante le appena otto collezioni all’attivo con la label eponima, la designer ha dimostrato come abbia ancora un senso l’appellativo, abusato oltreché logoro, di enfant prodige: neppure 26enne, ha creato il proprio brand distinguendosi fin dall’inizio per l’approccio nel segno dell’ibridismo di stili, epoche, riferimenti e lavorazioni.
Nel suo caso gli opposti, più che attrarsi, si compenetrano, sfociando in creazioni tanto inaspettate quanto nel complesso efficaci: nelle runway si fondono così couture e athleisure, tecniche sartoriali e sensibilità street, tagli in sbieco e silhouette fascianti, total black e cromie vivide quali rosso, turchese o rosa shocking, patchwork di tessuti ricondizionati e materiali d’impronta industrial (dal vinile al neoprene). Alla base c’è, per usare le parole della diretta interessata, l’idea di «una moda che respiri, viva e rifletta la realtà del XXI secolo» e che, in quanto tale, non può prescindere dal tema della sostenibilità; la parola chiave è upcycling: per realizzare buona parte degli abiti e accessori vengono impiegati scarti tessili, prodotti di fine ciclo, stoffe recuperate da mobili e via discorrendo.
Un mix and match dall’animo green che ha convinto diverse star di caratura internazionale: il culmine è stato raggiunto durante l’estate grazie a Beyoncé, apparsa nel video di Already con un body logato del marchio, determinandone una fulminea impennata di visibilità, certificata al solito dai dati elaborati da Lyst. La lista delle celebrities era però corposa anche prima di Queen Bey e ad ora comprende Ariana Grande, Kendall e Kylie Jenner, Rosalia, Dua Lipa e, appunto, A$AP Rocky, seduto in prima fila allo show Marine Serre primavera/estate 2020 e avvistato, lo scorso febbraio, con un total look nero della griffe, preludio alla limited edition appena rilasciata.
Tutti conquistati da tute, top e affini percorsi da cima a fondo dal logo del brand, una mezzaluna all’ingiù che ne esprime al meglio l’identità sfaccettata: è infatti un simbolo dai molteplici significati, che rimanda all’Islam come alla mitologia greca o, più prosaicamente, alla modalità di sospensione dell’iPhone.
In tutto ciò, le collaborazioni hanno svolto da subito un ruolo non marginale, inserendosi agevolmente nelle collezioni poliedriche di Marine Serre. Le prime, in occasione della sfilata donna f/w 2018, sono state quelle con Salomon (una scarpa running di colore bianco ottico, dalla tomaia avvolgente) e il talentuoso shoe designer Nicholas Kirkwood per i boots al polpaccio e le décolleté dalla punta affusolata, in cui si alternano seta moiré e materiali tecnici come PVC o lycra ultrastretch, arricchite all’occorrenza dalla suddetta moon print.
Nel défilé successivo, insieme al debutto nel menswear, sono comparse nuove co-lab incentrate ancora una volta sulle calzature, ne è un esempio la rilettura “estrema” delle iconiche Chuck 70 di Converse, trasformate in stivali aderenti che si arrampicavano sulla gamba fino a sfiorare il ginocchio, ornati dal consueto motivo lunare – riprodotto sulla texture pastellata – oppure dalla scritta-manifesto di stagione Futurewear, che interrompeva il candore della tomaia extra long.
Una collaborazione più estesa con Nike risale al maggio dell’anno scorso, nell’ambito di un progetto dedicato alla FIFA Women’s World Cup del 2019: una serie di capi e accessori sportivi in edizione limitata, tra i quali il posto d’onore spettava alla maglia da calcio in jersey verde fluo, con tanto di numero sul retro e swoosh ad affiancare la falce di luna nel pattern stampato all-over.
Nello stesso anno, Serre non si è fatta mancare una parentesi al Dover Street Market nell’ambito delle release celebrative per il 15esimo anniversario del concept store di Adrian Joffe e Rei Kawakubo, firmando una tee nera istoriata, ovviamente, con una grafica a tema lunare.
Le ultime due partnership, arrivate con la recente collezione s/s 2021, hanno coinvolto Gentle Monster e Jimmy Choo. Se la capsule con la griffe di eyewear coreana esasperava le caratteristiche dei modelli rettangolari e aviator, tra montature aerodinamiche, lenti colorate e dettagli metallici, quella con il marchio di calzature britannico, secondo la stilista, univa «l’estetica femminile di Jimmy Choo e il nostro approccio futuristico verso la praticità e il comfort».
Ora, dopo il tandem con l’agenzia creativa di Flacko, c’è da scommettere sul fatto che l’elenco di collaborazioni eccellenti sia destinato ad accogliere molte nuovi voci.