L’Ufficio del procuratore degli Stati Uniti ha rilasciato una dichiarazione ufficiale che conferma le indiscrezioni trapelate nelle scorse ore. Un uomo è stato arrestato con l’accusa di aver fornito un’ingente quantità di fentanil a Mac Miller. Questo scambio sarebbe avvenuto due giorni prima della morte per overdose del giovane cantante statunitense, trovato senza vita a Studio City il 7 settembre 2018.
Secondo quanto emerso, il sospettato Cameron James Pettit (28 anni), si sarebbe accordato con Miller per vendergli diverse droghe tra cui ossicodone, cocaina e Xanax la notte del 5 settembre dello scorso anno. Ma ciò che Pettit ha dichiarato in seguito sotto giuramento dà alle indagini una svolta decisiva. Lo spacciatore, infatti, ha ammesso di non aver consegnato alla star semplice ossicodone, come gli era stato richiesto, bensì pillole contenenti fentanil, un potente oppiaceo sintetico 50 volte più potente dell’eroina.
Stando a queste dichiarazioni, Mac Miller avrebbe quindi assunto una sostanza che poteva essergli facilmente fatale, senza esserne a conoscenza. Quanto ammesso da Pettit sarebbe avvalorato da un messaggio recuperato dal suo cellulare, risalente ai momenti immediatamente successivi all’annuncio della morte del cantante, in cui è il sospettato stesso a scrivere ad un amico “Most likely I will die in jail.”
Nel caso in cui tutte le accuse venissero confermate, Pettit rischierebbe una condanna che, secondo quanto previsto dalla legge degli Stati Uniti per questo tipo di reato, si aggira attorno ai 20 anni di carcere.