Eccoci ad un nuovo e imperdibile appuntamento con Outtalks, questa volta abbiamo avuto modo di fare quattro chiacchiere con Fabrizio Efrati, proprietario di uno dei negozi più importanti in Italia che dal 1972 è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di streetwear nella capitale. Vi racconteremo di come è nata la sua passione e di come si è evoluta la sua attività con il passare degli anni.
Come è nato I love Tokyo Shop?
I Love Tokyo shop è nato dall’evoluzione del negozio dei miei nonni che è nello stesso posto dal 1946, nel quale si riparavano le suole delle scarpe della povera gente con i copertoni rubati dai camion dei nazisti lasciati per strada abbandonati alla fine della guerra.
Nel 1972 mio padre prese il posto di mio nonno e allargò il business ampliando la scelta con l’abbigliamento, era considerato un innovatore all’epoca perché aveva avuto l’idea di inserire una sartoria interna per confezionare camicie e giacche su misura, abbinandole alle sneakers dell’epoca come le Converse All Star, prese in uno dei suoi tanti viaggi negli Stati Uniti alla ricerca di prodotti unici da presentare nel suo negozio.
Poi nel 1992 l’azienda passò a me e rivoluzionai tutto, inserendo il concetto di limited edition acquistando marchi come: Nike, Adidas, Reebok, NewBalance, Asics, Diadora e Lacoste ed altre marche non conosciute. Ora, dopo varie esperienze, ho finalmente trovato il mio target basato sul brand giapponese, nel quale ho investito tanto del mio lavoro e della mia vita e grazie anche a questo posso continuare a coltivare il mio sogno, cioè quello di continuare il lavoro tramandato da mio nonno e da mio padre.
La tua attività ormai ha più di 30 anni, come è cambiato il modo di gestirla con il passare degli anni?
La mia attività cambiata? Direi trasformata totalmente. Sono stato sempre un animale da strada, sempre a contatto con la gente, parlare è stato fondamentale anche se ora il rapporto negozio-cliente è cambiato. Grazie agli smartphone e ai computer siamo tutti connessi e vogliamo avere tutto a portata di mano. Molte persone ormai non si muovono neanche più da casa e preferiscono aprire la pagina Facebook o Instagram, oppure il sito Internet del negozio stesso per comprare senza fatica, farselo consegnare comodamente a casa e mostrarlo a tutti tramite i propri profili social. Ma si sa che i tempi cambiano e noi con lui. Chi si ferma è perduto.
Sei uno dei più grandi collezionisti di Asics, come è nato l’amore per questo brand?
Facevo sport con ai piedi le asics e secondo il mio parere era l’unica scarpa sportiva che meritava l’aggettivo “comoda”. Con la California 78 è partita la mia passione, all’attivo possiedo 300 paia che comprendono anche delle GR che in futuro saranno considerate vintage e magari introvabili. Sono alla ricerca di un negozio più grande o di una parete più capiente per metterle in mostra, anche se ci sono delle persone che si arrabbiano perché vedendole sul muro le vorrebbero comprare, ma non posso separarmene, amo ognuna di loro.
Devi partire per un lungo viaggio e puoi portare solo 5 paia di scarpe, quali scegli?
Innanzitutto dovrei comprare il bagaglio extra, avendo 48 di piede pagherei troppo di sovrappeso; Comunque:
Overkill x Asics Gel Sight “Desert Rose”
colette x Asics Gel-Lyte III “Dotty”
limitEDitions x Diadora N9000 “Castellers”
Karhu Patta Fusion 2.0 Purple
Air Jordan 1 High “Chicago Bulls” (2013)
Il fenomeno del resell in Italia è sempre più in voga, cosa ne pensi?
NO COMMENT. In Italia c’è una grande confusione sul tema resell. In Europa è diventata una professione per molti, da noi è ancora troppo presto per dare un giudizio.