È notizia del 23 di gennaio che i rappresentanti europei di Elon Musk hanno fatto un incontro con “realtà social legate al mondo dell’informazione indipendente” (frase che approfondiremo). La notizia l’ha data Welcome to Favelas, profilo social che ha rappresentato l’Italia in questo meeting segreto. Ma perché Welcome to Favelas? E cosa vuol dire questa scelta per Musk e per le figure da lui sostenute in ambito politico?
In questi pochi giorni, tantissimi sono stati gli influencer che hanno gridato allo scandalo, vuoi per critica alle posizioni di Musk, vuoi per opposizione nei contenuti di Welcome to Favelas o vuoi perché avrebbero voluto esserci loro a quell’incontro. Effettivamente, se si riflette a mente fredda, la scelta di Welcome to Favelas come baluardo della narrazione muskiana è logica. Questa pagina, nata su Facebook e poi passata a Instagram, da sempre pubblica immagini di disagio e degrado urbano e sociale (rapine, violenza, incidenti stradali, problemi infrastrutturali, ecc), alternate a meme che sfruttano il medesimo contesto. Questi documenti vengono ripresi da persone di tutti i giorni e pubblicati all’insaputa dei protagonisti immortalati. Ciò porta i toni contenutistici di Welcome to Favelas a distaccarsi spesso da quelli tipici dell’informazione di denuncia e ad avvicinarsi a quelli della gogna mediatica, dello scherno e della ricerca spasmodica dell’interazione digitale a qualsiasi prezzo. Tutti elementi che rivediamo nei contenuti di Musk su X, letteralmente il “suo” social.
Ma perché Musk avrebbe bisogno di incontrare figure come quelle che amministrano Welcome to Favelas? Ovviamente per portare avanti una rete di diffusione mediatica che in Europa è sempre più forte ma che, all’inizio, faticava a decollare. A ottobre 2023 il proprietario di Tesla aveva considerato di togliere X all’Europa, infastidito dal Digital Service Act, un regolamento europeo condiviso per contrastare proprio la diffusione di contenuti di disinformazione o illegali. Con l’ascesa politica di Trump, arrivato ora al secondo mandato, Musk ha capito rapidamente di poter trovare in lui un alleato fondamentale nella diffusione di un linguaggio adatto a far presa su un determinato tipo di pubblico, quello affezionato anche al content di Welcome to Favelas. Musk e Trump sono da sempre attivi nella lotta contro il giornalismo tradizionale, quello fatto da professionisti che verificano la veridicità dei contenuti che diffondono, a supporto invece di un movimento indipendente, plasmato dai propri leader.
Un esempio molto simile nelle dinamiche lo abbiamo già visto in Europa con Fidias Panayiotou, un influencer e YouTuber cipriota, classe 2000, che a suon di challenge è arrivato (in qualche modo) al Parlamento Europeo. Panayiotou è un super fan di Musk, al punto da ridursi in lacrime per essere riuscito ad abbracciare il fondatore di SpaceX a gennaio 2023, dopo giorni di attesa fuori dagli uffici di X a San Francisco. Da quel momento, Panayiotou ha avuto una grande crescita social, grazie anche alla condivisione di Musk che lo ha elevato a Cavallo di Troia europeo di posizioni da lui sostenute come, appunto, la lotta al Digital Service Act e il ritiro del sostegno all’Ucraina nel conflitto con la Russia putiniana. Panayiotou ha spesso usato il Parlamento Europeo come set per i suoi video, associando a esso contenuti discutibili – come il supporto ai commenti di Andrew Tate – e ha finito per ricevere commenti molto contrastanti: gli elogi di Musk (che ha addirittura twittato “Fidias for EU President”) ma anche le ire di alcuni colleghi per i contenuti svianti e imprecisi a livello politico a cui la risposta tradizionale è il classico “no alla censura woke”.
Alla luce di queste informazioni, l’annuncio di Welcome to Favelas e del suo fondatore Massimiliano Zossolo non stupisce, dal momento che la loro comunicazione è perfettamente in linea con i principi esposti precedentemente. Allo stesso modo, il messaggio che annuncia questo incontro è zoppicante, tipico di una persona forzata a utilizzare un nuovo vocabolario (un po’ come Panayiotou nelle aule del Parlamento Europeo).
Welcome to Favelas non è un giornale, non è un media di informazione ma, come loro stessi hanno detto nel comunicato, è una realtà social che in qualche modo viene legata al mondo dell’informazione indipendente, dove “informazione” è un termine usato spesso impropriamente. Non a caso, dal 15 gennaio, circa una settimana prima rispetto al post di annuncio dell’incontro con i rappresentanti di Musk, Welcome to Favelas ha aggiunto una rassegna stampa che tocca i fatti del giorno, spesso con focus politico internazionale, cosa che mai aveva fatto prima. Ed ecco quindi che trovano spazio notizie come “Cecilia Sala liberata anche grazie a Elon Musk” e “La fake news del saluto romano di Musk all’insediamento di Trump”, portando avanti un tone of voice che perfettamente rispecchia quello del neo presidente americano.
Dopo la vittoria di Trump, proprio Musk ha twittato “You are the media now”, lo stesso hashtag che troviamo nella comunicazione di Welcome to Favelas, una frase che, associata ai nuovi provvedimenti di Meta sul fact checking, fa presagire la direzione verso la quale i social media stanno andando.