Il mondo della moda rappresenta da sempre un settore in continua evoluzione e, se da un lato assistiamo alla creazione di abiti che vorremmo avere a tutti i costi nel nostro armadio, dall’altro molto spesso riecheggia la tanto fatidica domanda: “qualcuno indosserebbe davvero questa cosa?”. Spesso capita di vedere una sfilata e di interrogarsi sul senso di alcuni capi che a volte risultano poco indossabili, poco pratici, ingombranti o addirittura bizzarri. Nella maggior parte dei casi, questi sono indumenti che non vedremo mai esposti in negozio ma che calcano le passerelle in quanto vere e proprie opere create dal designer. Eppure, anche allontanandoci dall’alta moda, esistono sempre più esempi che rappresentano una certa estetica stramba. Che sia per provocazione o semplice divertimento, questo “weird fashion” non stenta ad andarsene – finché del resto continuerà ad avere uno scopo e a suscitare interesse. Basti pensare a Lady Gaga e al suo famoso vestito di carne indossato nel 2010 in occasione degli MTV Video Music Awards che si è aggiudicato il titolo di miglior prodotto della moda dell’anno secondo il Time.
Tra le ultime uscite, abbiamo visto il lancio della nuova collezione di “Sneaker Paris” di Balenciaga con prezzi che vanno dai €395 ai €495, accompagnata da una variante completamente distrutta proposta al prezzo di circa €1450. Una cifra del genere come non avrebbe potuto creare polemiche? Da Instagram ai quotidiani più autorevoli del mondo. Ma del resto, la provocazione di Demna ha ottenuto i suoi risultati. Già nel 2017 il designer aveva lanciato sul mercato una shopper blu che richiamava nello stile e nel colore la celebre borsa Frakta di Ikea, la differenza più evidente stava nel prezzo: 1695 euro contro 60 centesimi. Sempre il direttore creativo della maison ha presentato in passerella una gonna che somiglia precisamente a un tappetino di gomma dell’auto, anche qui i meme non si sono sprecati.
La moda non smette di stupirci e se alcune trovate risultano apprezzabili e anche appetibili ai nostri occhi, altre decisamente meno. Chi ad esempio non ha mai pensato di indossare un paio di jeans che mostrano una battaglia persa contro la vescica? Il brand chiamato “Wet Pants Denim” progetta pantaloni che presentano – consapevolmente – una macchia a livello del cavallo che ricorda un alone bagnato. Amarcord di quando da piccolo durante la notte andavi a svegliare tua madre per dirle che non avevi fatto in tempo ad arrivare in bagno. Vediamo anche “Pee Stain Pants” e Vetements in questa competizione tra pantaloni bagnati, indossati poi da Alexa Demie e Justin Bieber – sempre consapevolmente? Ma come disse Adam Sandler nel film Billy Madison “You ain’t cool unless you pee your pants”.
E ancora, tornando a parlare di calzature come non citare la collaborazione tra Crocs e KFC: il tipico Clog in gomma prodotto dalla compagnia statunitense interamente ricoperto da un pattern stampato che riprende gli iconici bocconcini di pollo fritto. Ogni paio di ciabatte presenta inoltre due accessori, proprio a forma di aletta di pollo (purtroppo non commestibile).
Per gli amanti delle toe shoes, invece, andiamo dai Bloody Feet di AVAVAV, stivali iperrealisti in stile horror, alle Vibram di Suicoke x Midorikawa con tanto di unghie smaltate di rosso. Le Deli Sandwich Platform di Dolls Kill, invece, sono state realizzate per assomigliare a un panino ripieno di salame, lattuga, formaggio e cipolla.
Anche il collettivo newyorchese MSCHF, attraverso le sue creazioni particolari e grazie a collaborazioni imprevedibili, altro non fa che prendersi gioco di un’industria vista come elitaria e classista. Lo scorso anno aveva collaborato con il rapper americano Lil Nas X per la creazione delle famigerate Satan Shoes, Nike Air Max contenenti una goccia di sangue nella suola e prodotte in 666 paia, andate subito sold out. E prima di queste, immancabili a fare da contrasto le Jesus Shoes, la cui suola era stata riempita di acqua santa presa dal fiume Giordano. Insomma, chi le indossa potrà rifarsi al versetto della Bibbia che descrive Gesù camminare sull’acqua. Per i più temerari, si può optare anche per le recenti Wavy Baby che presentano una tomaia dalla forma distorta, realizzate in collaborazione con Tyga – sono già costate al collettivo una causa contro Vans.
Anche per le borse questa estetica bizzarra non è da meno: Jil Sander ne ha proposta una realizzata in carta simile a un sacchetto per la spesa, Thom Browne l’ha pensata a forma di cane, JW Anderson con la famosa clutch piccione, Moschino ispirata a una vera e propria baguette francese.
Mettendo quindi da parte polemiche e controversie, ciò che rimane innegabile è l’interesse che si riesce a creare attorno a questi prodotti. Di fatto, la verità è che la moda vuole attirare l’attenzione e far parlare, e se a volte dietro questi prodotti possiamo trovare un senso politico che fa riflettere, spesso si tratta semplicemente di realizzare qualcosa che farà discutere. E il bello alla fine è proprio questo: creare capi che possono lasciare libera interpretazione a chi guarda. Ognuno, in questo modo, sviluppa la propria opinione – che sia marketing, politica o nonsense – e va bene così. Nel bene e nel male l’importante è che se ne parli.