It Bags: tra status ed esclusività

Recentemente la Fendi Baguette, considerata una delle prime vere It Bag della storia, ha festeggiato il suo 25° anniversario, ma quand’è che un semplice accessorio riesce a elevarsi a capo riconoscibile e ambito da tutti? Mettendo da parte costo e gusti personali, è interessante indagare il fenomeno sociale e stilistico che ruota attorno a uno dei capisaldi della moda, in grado di stimolare generazioni intere. 

Per scoprire il motivo di tutto questo interesse dobbiamo tornare indietro agli anni ’90 quando le borse si sono trasformate nel Sacro Graal della moda. Certo, esistevano già: le prime apparizioni risalgono al 1890 circa, ma è solo verso la fine del ventesimo secolo che si sono trasformate in sinonimo di desiderabilità e status. 

Se all’epoca della loro creazione le borse hanno contribuito a promuovere l’indipendenza delle donne, permettendo loro di poter essere in carriera e sempre in movimento, da un certo periodo fino a oggi l’elemento prioritario non è più la funzionalità bensì l’ideale, il sogno.

Il fenomeno “It” è riuscito ad affermarsi tra fine anni ’90 e inizi 2000 anche grazie all’influenza delle celebrità – basti pensare che la Fendi Baguette è cresciuta di fama dopo essere stata presentata nella serie tv “Sex and the City”, oggetto del desiderio della protagonista Carrie Bradshaw che si trova ora esposta al Victoria & Albert Museum di Londra.

Oppure la Balenciaga City Motorcycle che ricordiamo grazie a Kate Moss e Sienna Miller, ancora oggi desiderata sia nella versione vintage che contemporanea. Insomma, c’è stato un preciso momento in cui il mercato delle borse di lusso ha visto un’esplosione e queste sono diventate un must per molti acquirenti. La Paddington di Chloé, realizzata da Phoebe Philo nel 2005, dopo l’uscita si è aggiudicata il titolo di borsa più venduta di sempre con tutte le unità esaurite in pre-ordine.

Ma cos’è, quindi, che rende queste borse tanto diverse dalle altre?

Ciò che definisce veramente una It Bag è il livello di esclusività, con prezzi sul cartellino che valgono quanto diversi mesi di affitto, non sono esattamente accessori alla portata di tutti. La Jackie di Gucci raggiunge i €2.500, mentre la 2.55 di Chanel sfiora i €9mila.

Una Birkin di Hermès su listino parte da circa €7mila, ma appena qualche anno fa il modello Matte White Himalaya è stato battuto all’asta per un valore di poco inferiore a 380.000 dollari, il più alto per una borsa. A contribuire a questa esclusività sono anche le liste d’attesa, che in questo caso possono durare molto più di due anni. Ma del resto, secondo uno studio finanziario del gennaio 2016, la Birkin si è rilevata un investimento più redditizio dell’oro nel periodo dal 1980 al 2015. 

L’acquisto di una borsa specifica può trasformarsi in una dipendenza, proprio perché diventa molto difficile riuscire a possederne una. I grandi conglomerati del lusso come LVMH, Kering o Richemont si sono resi conto che, data l’accessibilità del prêt-à-porter, il mercato degli accessori era quello su cui avrebbero dovuto puntare per ottenere un monopolio elitario e redditizio. Design senza tempo, heritage, artigianato, qualità e una buona dose di unicità rappresentano i criteri essenziali per una It Bag. Oggi però il posto di “Sex and the City” come trampolino di lancio è stato preso da Instagram, che ci spinge a volere tutto ciò che indossano influencer e celebrità. E come sappiamo, essendo i trend in continuo mutamento, possiamo ancora parlare di It Bag?

Sembra paradossale oggi definire un accessorio “senza tempo” quando già sappiamo che ciò che intasa i nostri feed durerà giusto il tempo di una stagione. Questo, essenzialmente, potrebbe essere ciò che distingue il fenomeno rispetto a quando è nato: oggi si predilige l’acquisto di qualcosa che sia di tendenza rispetto a un pezzo unico che possa durare per tutta la vita.

Inoltre, c’è da tenere conto delle cifre astronomiche che dovremmo fronteggiare per acquistare una borsa di lusso. Qualche anno fa, infatti, a sovvertire queste regole è arrivata la Telfar. Nel 2020, come di consueto, Lyst ha stilato un indice delle borse più ambite e, se da una parte c’erano la 19 di Chanel (da €5mila) e la Story di Alexander McQueen (da €2mila), dall’altra a scalare la classifica è stata una shopping bag, quella di Telfar.

Definita come la borsa più ambita dell’anno, la sua popolarità è aumentata in linea con il movimento Black Lives Matter, che ha portato a un maggiore sostegno per le imprese di proprietà degli afroamericani. A soli $330 per la dimensione maxi, Telfar ha cambiato l’idea che una borsa per essere “It” debba costare in modo spropositato. 

E lo status della Telfar, costantemente sold out, è stato confermato: è quasi impossibile ottenerne una. La differenza tra una Birkin e una Telfar (oltre al prezzo) è la visione stessa dell’accessorio, la base di clienti di una shopping bag Telfar appare più diversificata e lo stesso slogan promozionale recita “Non per te, per tutti“. 

Se quindi le It Bag continuano il loro viaggio, la concezione negli anni è decisamente cambiata. Oggi, quindi, alla domanda “cosa definisce una vera It Bag?” non possiamo dare una risposta univoca poiché vediamo già come questa riesca a dividersi tra due categorie essenziali: o sono senza tempo o figlie di una tendenza. C’è chi predilige, appunto, i capi eterni e chi invece nelle It Bags vede solo le ultime uscite postate sui social. Per rafforzare questo pensiero possiamo riferirci anche alla funzionalità di queste: se per tanti è un elemento importante e imprescindibile, per altri avere una It Bag che non può contenere neanche il cellulare non è un problema, proprio perché i fattori chiave sono l’immagine e la riconoscibilità. 

Che sia un’ultima uscita stagionale o un pezzo da collezione, deve soddisfare un determinato ideale: il tipo di borsa che diventa l’invidia dell’occhio di tutti quando cammini per strada, soprattutto se difficile da trovare e acquistare. Non a caso le mini It Bags sono quelle che adesso hanno la meglio, da quando la Le Chiquito di Jacquemus ha conquistato tutti anni fa. Nulla è più di tendenza di una borsa che non può contenere neanche le chiavi di casa.

Le persone vogliono ancora comprare It Bags – da Saint Laurent a Bottega Veneta – ma il mercato si è evoluto e l’intero concetto di borsa ha subito una rivisitazione. Durante i mesi di stasi del lockdown si è trasformata in un mero deposito di oggetti, cominciando a sembrare irrilevante e se nessuno poteva uscire la sua figura quotidiana era ormai ritenuta inutile.

È qui che abbiamo assistito a un doppio sviluppo: se da un lato c’è chi ha preferito investire in un acquisto particolare, dall’altro c’è chi continua ad avanzare solo in base alle tendenze. Fino a poco fa ad andare di moda erano borse XXL che potessero contenere anche un computer, ma adesso come abbiamo già visto la supremazia è delle mini

Dall’inizio fino alla metà del 1900, le donne portavano in giro piccole borse o “reticoli”. Queste erano particolarmente popolari e venivano spesso usate da signore benestanti dato il loro aspetto elegante e sotto le righe. Durante quel periodo, queste mini bags erano uno status symbol e, in una certa misura, questo permane ancora oggi. 

Mentre la funzionalità chiaramente non definisce questa tendenza, il prezzo elevato e l’aria di singolarità lo fanno. Stesso motivo per cui potremmo acquistare la borsa piccione di JW Anderson. Portare una mini borsa consente mobilità e libertà: meno da trasportare, meno di cui preoccuparsi, un incoraggiamento a vivere da minimalisti. Non c’è da meravigliarsi che la più grande fascia demografica di persone che le usano siano le celebrità, ciò che non entra nella loro borsetta potrà essere portato dall’intero team che è al loro seguito. Forse questa moda sta cercando di dirci che dovremmo smettere di portare troppe cose con noi, oppure che, per ovviare a questo problema la soluzione sarebbe indossare più mini bag insieme.

E se avessimo dubbi sul futuro delle It Bags – se queste saranno ancora influenti e in cima alle ricerche – basti pensare al fatto che nonostante i recenti aumenti e la conseguente crisi economica che ha interessato tutti i settori, le proiezioni per il mercato globale delle borse di lusso superano una valutazione di 35,4 miliardi di dollari entro il 2031. Le aziende che operano nel mercato globale delle borse di lusso si stanno concentrando sullo sviluppo di prodotti innovativi ed economici, focalizzandosi sul target e l’Asia continua a essere il mercato chiave in questo commercio. Appena due anni fa Forbes ha pubblicato un articolo dicendo che “le borse sono ormai un investimento migliore dell’arte”.

Anche se le aspirazioni potrebbero sembrare un po’ grandiose, si chiamano It Bags per un motivo. Con decenni di storia alle spalle, designer, muse e ispirazioni, si sono guadagnate un posto molto speciale nelle sacre sale della moda. E mentre la maggior parte delle tendenze cade nel dimenticatoio, vediamo quali saranno le borse in grado di guadagnarsi il titolo di “It”.