Più di 178 milioni di persone hanno giocato a Minecraft a marzo 2023. In calo di 100.000 utenti rispetto a febbraio, ma in linea con la media di quest’anno. Sono numeri strabilianti, soprattutto per un videogioco che ha sulle spalle una presenza sul mercato pari a più di 10 anni. Di casi analoghi ce ne sono pochi, forse GTA V, uscito nel 2013 e tuttora tra i più giocati globalmente. In un settore vorace come quello videoludico non è cosa da poco.
Dietro al successo di Minecraft c’è una sola parola d’ordine: malleabilità. Sia in versione vanilla, in cui poter esplorare, raccogliere risorse e costruire, che tramite mod, il gioco permette un’esperienza leggera, plasmabile a seconda delle proprie velleità. Tutto questo ha reso il sandbox di Mojang Studios un vero e proprio mezzo espressivo per la creatività, declinabile in modi totalmente differenti. Dal brano “Africa” dei Toto, ricreato all’interno del gioco dall’utente Reddit “stacinator”, all’intero universo osservabile riprodotto con enorme rigore scientifico dallo youtuber ChrisDaCow. Imprese che richiedono mesi di lavoro, se non addirittura anni: ce ne sono voluti sette ai Floo Network, un collettivo di modder che ha ricostruito il mondo di Harry Potter dentro cui vivere la classica vita da maghetto, ma a cubetti in 3D.
Perché investire così tanto tempo e risorse? La risposta è molto semplice: perché dietro c’è una community pronta a supportare, non solo nel gioco, ma anche su YouTube, Twitch, TikTok. Minecraft per tanto tempo ha fatto parte del palinsesto di PewDiePie, uno dei creator più celebri al mondo. Esistono poi un’infinità di canali specializzati. Tra i più famosi c’è quello di Dream, lo youtuber dal volto coperto da oltre 30 milioni di iscritti e in Italia Surry, che quest’anno è tornato con la serie “Minecraft ITA”. La forza di Minecraft è quindi la community, che opera in maniera attiva sia supportando i creator che realizzano contenuti sul gioco, sia creando a loro volta esperienze inedite, in-game e oltre. Da una parte ci sono i già citati modder, utenti che realizzano contenuti non ufficiali sfruttando il codice sorgente, garantendo esperienze sempre fresche e originali. Dall’altra una parte massiccia di community che crea meme, contenuti social, addirittura creepypasta come Herobrine, che poi invadono il web.
Tendenze già diffuse ai tempi della versione early access rilasciata nel 2009 da Markus “Notch” Persson, ideatore di Minecraft nonché fondatore di Mojang Studio. Il programmatore e imprenditore svedese sapeva quanto fosse centrale l’apporto della community, tanto da istituire nel 2010 il MineCon, oggi noto come Minecraft Live, la convention annuale per celebrare gioco e fan con tanti annunci e attività. La prima edizione, tenutasi a Bellevue, Washington, contava appena una cinquantina di partecipanti. Sei anni dopo divennero dodicimila. Una partecipazione mai vista prima a un evento dedicato a un singolo titolo videoludico.
È il caso di aprire una parantesi su Notch, figura sostenuta a lungo dalla community (basta cercare “Temple Notch” su Google) poi divenuta controversa dopo l’acquisizione di Mojang da parte di Microsoft nel 2014 per 2,5 miliardi di dollari. Notch si è fatto notare per le sue spese folli nate dagli introiti massicci di Minecraft, come la villa da 700.000 dollari a Los Angeles, i suoi tweet depressivi accompagnati da post sessisti e razzisti. Ciò porterà al suo allontanamento da parte di Microsoft.
L’appeal di Minecraft verso giocatori e giocatrici giovani, principalmente ventenni, ha catturato l’attenzione di istituzioni e associazioni, che hanno deciso di utilizzare il videogioco come strumento di divulgazione, cultura e interazione. Tra gli esempi più virtuosi c’è la biblioteca contro la censura giornalistica realizzata dall’organizzazione no-profit Reporter senza Frontiere, che utilizza Minecraft come mezzo di divulgazione, ma anche come espressione di libertà e creatività. Anche il Vaticano nel 2019, tramite la figura del prete gesuita Robert Ballecer, ha aperto un proprio server. Un’idea derivata dalla voglia di creare una community pacifica per allenare la fantasia degli utenti.
Sul fronte educativo è chiara l’influenza di Microsoft che ha portato Minecraft ad avere una struttura più solida e diversificata. In tal senso, da diversi anni il gioco ha un portale chiamato Minecraft Education dedicato ad educatori, insegnanti e genitori per la creazione di contenuti in-game dal forte valore didattico. E così è possibile sfruttare Minecraft per realizzare workshop su Romeo e Giulietta di Shakespeare o per spiegare le frazioni matematiche tramite gli iconici cubetti del gioco.
Per concludere, un ideatore eccentrico, un ampio potere creativo affidato sin da subito alla community e un ventaglio di possibilità pressoché infinito, che spazia dalla musica, alla scienza fino all’educazione, sono ciò che rendono Minecraft un videogioco immortale e soprattutto malleabile, capace di travalicare i confini videoludici per diffondersi nella cultura pop come fenomeno intergenerazionale.