Phoebe Philo è tornata (ed è esattamente come la volevamo)

Cari e care Philophiles, c’è una buona notizia per voi. Phoebe Philo è finalmente tornata dopo cinque anni di totale assenza dalle scene e lo ha fatto questa volta con la sua etichetta eponima.

Senza nessun preavviso di orario o post su Instagram, ieri alle 16:00 circa gli iscritti alla newsletter hanno ricevuto una mail in cui si leggeva “phoebephilo.com is open”. Ed eccoci qua, dunque, pronti a colmare quel vuoto che era rimasto dal momento in cui la stilista inglese ha lasciato il ruolo di direttrice creativa di Céline nel 2018.

Non serve più consolarsi con le pagine d’archivio o con qualche acquisto nostalgico sulle piattaforme di second hand, perché ora c’è una nuova Phoebe Philo in circolazione, libera dai vincoli a cui solitamente ci si deve attenere quando ci si trova a dirigere una casa di moda non propria. I numerosissimi discepoli della designer possono quindi godere di un marchio che rispecchia al 100% l’identità dello stile Philo, il quale può contare tra l’altro del sostegno economico del gruppo LVMH in quanto azionista di minoranza.

Il sito della neonata maison, che per il momento è l’unico a distribuire le sue collezioni, si apre con una carrellata di immagini che non è un semplice lookbook ma un moodboard capace di catturare tutta la ricercatezza dei look. A posare nelle immagini c’è pure Daria Werbowy, musa e iconico volto dei tempi di Céline. Disponibili nella sezione shop sono invece 116 pezzi, di cui più della metà risulta già sold out dopo poche ore. Non è una collezione tradizionale, ma un “Edit“, ovvero una sorta di drop lontano dal concetto di stagionalità che propone una gamma di articoli timeless. Da qui a un anno sono previste tre uscite: la prima, intitolata A1, è in parte già disponibile, A2 arriverà nella primavera 2024 e A3 il prossimo autunno.

Dietro all’azienda c’è soprattutto una filosofia di responsabilità nei confronti dell’ambiente. Come si può leggere dal suo manifesto, Phoebe Philo si impegna nel limitare il proprio impatto durante il processo di creazione e distribuzione ponendo una particolare attenzione sul consumo eccessivo e lo spreco di materiali. Per questo il suo obiettivo è creare articoli duraturi che vengono prodotti in quantità contenuta.

Ma andiamo ora ad analizzare la proposta in sé e per sé. I capi sono prevedibilmente essenziali e allo stesso tempo glamour, pratici e rilassati ma anche rigorosi. A dominare è ovviamente il minimalismo, cifra stilistica della designer che nel corso della sua carriera ha contribuito a santificare il suo nome all’interno del fashion system. Linee semplici e a tratti sensuali, ma allo stesso tempo estremamente contemporanee, caratterizzate da una color palette tonale solennemente versatile. Blazer oversize, pantaloni cargo, sciarpe modulari, qualche riga di gessato, delle frange inaspettate e una selezione di borse che sanno già di cult. Calzature dalla punta squadrata, gioielli con cui esaltare più proprio outfit, maglioni a coste, montoni, occhiali da sole. Ogni singolo pezzo è pensato per costruire un guardaroba pulito ma mai scontato, che fa della sua eccellenza una vestibilità perfetta quasi in grado di trasformare un corpo in scultura.

Se proprio vogliamo trovare una nota negativa (ma tutto sommato perdonabile), è quella che riguarda i prezzi. Vestire Phoebe Philo è infatti più costoso che mai. Sì, più di Céline e Chloé. La maggior parte dei capi è infatti in vendita a cifre che difficilmente vanno al di sotto dei quattro zeri e raggiungono addirittura i €13.000. Ma d’altronde, forse cinque anni di attesa valgono qualche sacrificio.