In occasione di Pitti Uomo 107, Polimoda ha presentato “AN/ARCHIVE EVENT TWO: blue r/evolution”, un’innovativa mostra che esplora l’evoluzione culturale, sociale e antropologica del denim e del colore blu.
Aperta al pubblico fino al 15 febbraio presso il Manifattura Campus di Firenze, l’esposizione si definisce come una narrazione multidisciplinare che, combinando archivi storici, installazioni artistiche, fotografie e capi, invita il pubblico a riflettere sulla relazione tra abbigliamento, identità personale e trasformazioni sociali del nostro tempo.
L’evento celebra infatti il cambiamento del blu indaco e del tessuto associato ai jeans da simbolo della classe lavoratrice a mezzo di espressione per le sottoculture giovanili, fino alla sua affermazione come icona nella moda contemporanea. Ecco allora che viene raccontata una storia di rivoluzione e autenticità indagando il potere trasformativo del workwear attraverso l’intreccio di memorie, innovazione artistica e visione futura.
“Nella complessa interazione tra moda e sociologia, pochi capi raccontano una storia tanto sfaccettata quanto il denim. blue r/evolution non è solo una mostra sull’abbigliamento, è un’immersione profonda in come un singolo tessuto possa riflettere, sfidare e ridefinire le narrazioni sociali. Il denim incarna un paradosso vivente: al tempo stesso elitario e accessibile, tradizionale e rivoluzionario, locale e globale. La sua continua evoluzione testimonia i confini fluidi della nostra società. Ogni filo, ogni sfumatura di indaco, porta un messaggio potente: l’abbigliamento non è mai solo abbigliamento. È uno specchio, un manifesto, una rivoluzione.”
Massimiliano Giornetti, Direttore di Polimoda
Dall’archivio privato di Roy Roger’s, una selezione di indumenti da lavoro come le salopette dei minatori americani, i pantaloni dei ferrovieri, le giacche carcere e parka militari ripercorrono la quotidianità degli ultimi 150 anni. Il fotografo Charles Fréger propone invece “Bleus de travail”, una collezione di ritratti che cattura studenti di scuole professionali in posa con le loro uniformi, mentre gli artisti tessili Rowland e Chinami Ricketts reinterpretano le tecniche tradizionali di tintura all’indaco giapponese attraverso “Zurashi/Slipped“, un’installazione ispirata al processo ikat.