“Pour L’Amour” è finalmente fuori su tutte le piattaforme streaming. Il quarto album di Achille Lauro rappresenta una tappa del percorso che lui e Boss Doms stanno intraprendendo, diretti e sicuri verso il futuro.
Il progetto è stato concepito in una villa sperduta in un luogo il cui nome non ci è dato saperlo, “abbiamo preso una villa super per due mesi con 13kg di marijuana”, afferma Lauro, “abbiamo montato tre studi in cui sono passate più di cento persone, un po’ come si faceva negli Anni ’70”, ma nonostante l’ispirazione venga dal passato, il prodotto tende all’innovazione, portando sonorità mai sentite prima d’ora.
Secondo quanto riferito dall’artista, si tratta di un album pieno di esperimenti, “la nostra musica vede poesia mescolarsi alla follia. Nasce tutto in maniera spontanea”, e ciò che ne è venuto fuori è un album che oscilla tra la famosa Samba Trap e qualcosa di totalmente indefinito, nuovo.
“Non siamo nati col cellulare in mano, noi ci citofonavamo e la solitudine faceva parte dell’arte” e sebbene quest’ultima sembra essere lontana dal concepimento del nuovo album, le origini da cui tutto è nato non vengono dimenticate. In questa esplosione di suoni latini, techno e trap notiamo infatti, in conclusione dell’album, la scelta di posizionare un brano che ci ricorda molto quello che è stato “Ragazzi Madre”, sarà solo una nostra impressione?
Oltre a ciò, i due affermano di aver realizzato musica per tre album, tutti differenti, “saremo i David Bowie del 2018”, questo era soltanto l’inizio.
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