Il campionato più affascinante d’Europa, la Premier League, si schiera a favore della campagna Black Lives Matter, un tema diventato particolarmente rilevante dopo la morte del 46enne George Floyd, a Minneapolis.
Nel primo turno di riapertura del campionato le squadre scenderanno in campo con la scritta “Black Lives Matter” sulle loro divise. Lo slogan sostituirà i cognomi dei calciatori in una delle numerose iniziative concordate in riunione lo scorso giovedì, che includono anche un minuto di silenzio per onorare coloro che sono morti a causa della pandemia di COVID-19.
Il tributo sulla maglia è stato proposto da un gruppo di capitani della Premier League che rappresentano l’associazione dei calciatori professionisti. La scelta di un gesto forte da parte del campionato inglese era già nell’aria, infatti, come hanno poi riferito molti kit manager delle società, si era già pronti ad una iniziativa del genere.
La scritta non sarà l’unico nuovo elemento di design all’interno del kit dei giocatori, infatti sulle maglie, dalla prossima settimana, comparirà anche una patch con ricamato lo slogan di questo movimento ormai globale.
Oltre alla scritta e alla patch, sarà presente anche un badge a forma di cuore volto a rendere omaggio ai lavoratori del servizio sanitario nazionale (NHS). La posizione di questi due elementi non è ancora stata definita, ma si pensa che saranno inseriti sul petto.
Durante la riunione della Lega, si sono discusse molte tematiche su come affrontare al meglio questo triste momento storico. Molti arbitri hanno espresso la loro perplessità nell’ammonire un calciatore qualora lo stesso si togliesse la maglia per esprimere uno slogan a favore della campagna. La risposta, secondo il Guardian, è stata molto vaga, poiché agli arbitri di gara è stata lasciata piena libertà su come comportarsi.
Un ulteriore e forse più importante argomento uscito durante l’assembla è stato quello sul concetto di meritocrazia e sul motivo per il quale pochi allenatori e manager nel calcio sono di colore. Uno spunto portato dal manager del Brighton, Graham Potter, che ha espresso la necessità di aver maggior consapevolezza sul momento storico e di educare il calcio ad un mondo meno discriminatorio e più meritocratico.