La domanda posta sembra assurda, ma negli ultimi giorni in realtà è diventata non solo lecita, ma anche attuale. Può una squadra Nazionale scendere in campo senza riportare sulla propria maglia il logo della propria federazione o almeno la bandiera dello Stato che rappresenta? La risposta pare essere “Sì”.
Con la presentazione dei nuovi kit PUMA basati su template, ma in particolare con la release dei kit della nazionale uruguaiana, si è notato come sia stato introdotto il nuovo elemento delle “scritte” come molto importante e centrale all’interno dei design della maglia. L’esempio più estremo è sicuramente la maglia away dell’Uruguay che non presenta nessun logo della federazione a discapito di una scritta centrale, per altro molto vaga. Una scritta che elimina anche le due stelle a prova degli altrettanti Mondiali vinti.
Agli albori del calcio nazionale, le squadre si distinguevano tra loro per i soli completini di colori diversi, ma l’introduzione dei loghi delle federazioni o delle bandiere delle nazioni è avvenuta quasi subito. Si può notare infatti come già nel Mondiale svoltosi in Italia, nel 1934, tantissime nazionali indossavano dei kit con il logo posizionato sul cuore, immaginario estetico che negli anni è diventato sempre più protagonista delle maglie da gara e dei concept proposti alle varie squadre. Un popolo si riconosce per cultura, usanze e memoria comune, ma la bandiera e i simboli nazionali sono quelli che subito distinguono inequivocabilmente una nazione dall’altra. E così è anche nel calcio. L’Uruguay in Copa America indosserà un kit bianco, così come tantissime altre squadre, e l’unica cosa a distinguerla dagli altri sarà una semplice scritta al centro della maglia. Per questo motivo è assolutamente comprensibile la protesta dei tifosi della “Celeste”, e di tutti coloro che sostengono che non avendo un simbolo della propria squadra sul petto, non si rappresenti tale squadra.
Il nuovo stile di PUMA però non toccherà solo le nazionali, ed in particolare solo alcune, ma è destinato ad avere ripercussioni anche sulle squadre di Club. Ufficialmente non conosciamo ancora i design definitivi dei kit in uscita ma, stando ad alcuni leak, sembra che le terze maglie dei top club brandizzati dal colosso tedesco presenteranno lo stesso design della maglia dell’Uruguay. Particolare è il caso dei tifosi del Borussia Dortmund che, dopo aver visto il leak della terza maglia con la scritta centrale e la mancanza del logo, sono insorti a tal punto da costringere la società a dissociarsi dalle immagini e a dichiarare che il prodotto finale avrebbe avuto sensibili cambiamenti. Molti altri leak hanno invece mostrato terzi kit PUMA con la presenza della scritta ma anche del logo della società, ad esempio le maglie di Milan e Marsiglia.
In un momento di grandi cambiamenti, anche stilistici, ciò che però rimane sempre costante è la fede e l’attenzione dei tifosi delle squadre. Spesso infatti, le scelte intraprese dalle società e dai brand, incontrano forti resistenze da parte dei supporter, a tal punto da dover tornare a volte sui propri passi. Nel caso ad esempio della Macedonia del Nord, squadra che parteciperà al prossimo Europeo, la federazione è dovuta tornare sui propri passi dopo che il nuovo kit, per i tifosi ritenuto di un rosso troppo scuro rispetto a quello classico, ha ricevuto tantissime critiche e contestazioni. Le stesse contestazioni che ha ricevuto il PSG dopo aver presentato la nuova maglia senza l’iconico Hetcher visibile, bensì tonale.
La vera domanda è quindi: dove risiede il giusto compromesso tra sperimentazione di un brand e la storia delle squadre che rappresenta? Osare troppo a volte non è controproducente? I tifosi dovrebbero essere più aperti alle novità stilistiche che gli vengono presentate? Non è chiaramente facile rispondere, ma ciò che possiamo affermare è che per una Nazionale giocare senza nessun logo o bandiera è probabilmente un errore perché in quel logo ed in quella bandiera risiedono l’orgoglio e la forza di ogni popolo rappresentato.