Il rap ha realmente fatto ingresso a Sanremo?

Quando abbiamo visto i nomi di coloro che avrebbero calcato il palco più importante, non per l’Italia, ma per gli italiani, ci siamo stupiti nel vedere in gara artisti di cui parliamo nel nostro quotidiano.

Il Festival di Sanremo è sempre stata una delusione per il rap, e non di quelle lievi. Ci hanno sempre provato ad inserire questo genere al margine di ciò che avrebbe rappresentato la musica italiana, ma sono anche sempre stati rapidi a tirare indietro la mano. Mai capaci di far valere le proprie scelte.

Nel 2001 hanno deciso di portare uno dei rapper che avrebbe fatto la storia e nel giro di 10 minuti lo hanno fatto pentire di esser salito su quel palco, scegliere Eminem ha significato fare il passo decisamente più lungo della gamba, ma quello era solo l’inizio. Nello stesso anno i Sottotono hanno rappato con dei vuoti nei testi perché rifiutatisi di censurare le parole non consone con il classico bip. Oggi la situazione non è diversa, l’italiano che guarda il Festival non è cambiato e gli addetti ai lavori non si sono ancora decisi a prendersi la briga di difendere le loro scelte. Perché il rap al Festival di Sanremo c’è, ma a quale prezzo? E qual è lo scopo?

Achille Lauro ha cambiato rotta ed è forse uno dei pochi ad esser riuscito a sfruttare il Festival a suo favore, piuttosto che viceversa. Junior Cally ha rispettato la prassi: analisi dei testi e distruzione di ogni forma d’arte da parte dell’ignoranza del grande pubblico. Dopodiché tutto bene, Cally si è esibito e si è guadagnato gli applausi per un brano che ha l’intento di far pensare, di criticare chi lo ha giudicato e di affrontare coloro che governano il Paese.

Rancore ha fatto un ottimo lavoro e se c’è qualcuno che poteva far apprezzare questo genere forse lo abbiamo trovato. Non speriamo nel miracolo, ma il rapper romano ha portato un brano intenso, focalizzando l’attenzione sulle parole giuste e lasciando allo spettatore la scelta di andare oltre. Impossibile togliere parte del merito a Dardust, che ancora un volta ha intrecciato i fili in una trama perfetta per le parole che ci sarebbero state scritte sopra. E ancora, insieme a Mahmood, lo stesso Dardust ha realizzato uno dei più promettenti brani in gara, quello di Elodie.

Tirando le fila, al momento, il Festival di Sanremo ci ha soltanto dimostrato di voler tentare di coinvolgere un pezzo di quella musica che domina le classifiche, ma di riuscire difficilmente a dargli lo spazio e il rispetto che merita. Nella classifica di Sanremo, infatti, Junior Cally lo troviamo all’ultimo posto e Rancore al terzultimo. Come è possibile tutta questa incongruenza? Perché gli artisti, più che presentati, vengono dati in pasto a un pubblico impreparato.

Salmo non andrà a reggere il gioco come ospite della serata, mentre Ghali proverà come chi prima di lui a portare un messaggio scritto appositamente per coloro che nella musica cercano conferme. Riuscirà nel suo intento?

Foto di
Daniele Venturelli