Se si parla di moda, creare un brand può essere tutto sommato facile, ma farlo in modo sostenibile lanciando un certo tipo di messaggio e comunicare una propria visione non lo è affatto. Raree Show è una delle poche realtà che è riuscita a compiere questa missione, utilizzando l’abbigliamento come mezzo d’espressione. Non a caso durante la scorsa Milano Fashion Week il marchio italiano è stato premiato nel contesto del Fashion Hub dalla CNMI e da Camera Buyer Italia come miglior talento.
La fascia in cui si inserisce è quella del luxury streetwear, lavorando in modo indipendente nei confronti della stagionalità e dei canoni di genere. La sua prima capsule collection tratta il tema del riscaldamento globale e prende il nome di “Anthropocene” in riferimento alla proposta epoca geologica nella quale l’essere umano è riuscito con modifiche territoriali, strutturali e climatiche a incidere su processi geologici.
Ogni capo, rigorosamente Made in Italy e prodotto responsabilmente con materie organiche o riciclate, ha lo scopo di essere un manifesto di denuncia verso tematiche sensibili e contemporanee, portando alla luce i problemi della nostra società attraverso uno spirito che contrappone la durezza della verità alla spensieratezza dell’infanzia. Nelle varie t-shirt, felpe, giacche, jeans, maglioni e accessori troviamo infatti riferimenti alla pesca intensiva, al buco nell’ozono, all’inquinamento luminoso, alle emissioni di CO2 e a Greta Thunberg, i quali passano attraverso alcuni richiami estetici ai giochi dell’infanzia. Si nota anche un particolare interesse verso la connessione tra arte e filosofia nel riprendere artwork iperbolici e surreali sulla falsariga di artisti come Joan Cornellà e Damien Hirst.
Persino il packaging è studiato nei minimi dettagli, con una scatola che attraverso un piccolo foro ti permette di vedere la realtà di Raree Show, proprio come la peep box, strumento di intrattenimento popolare del XVII e XVIII secolo a cui l’etichetta deve il nome.
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