È da un po’ che guardiamo ciò che fanno gli artisti in relazione a quello che il mercato chiede. Abbiamo criticato dischi che proponevano sempre gli stessi featuring e abbiamo fatto i complimenti a chi invece – come Rondo – ha deciso di andare contro le regole del mercato non mettendone neanche uno. Ma le collaborazioni non sono l’unico fattore che indica un adattamento a ciò che succede intorno a livello musicale. Anche i temi o il sound possono essere eccessivamente influenzati da ciò che funziona e finire per essere particolarmente simili a qualcosa che abbiamo già sentito. Rhove questo non lo ha fatto.
Ascoltando il disco, ciò che si percepisce è una ricerca della semplicità. Il racconto della zone, seppur alle volte porti con sé note tristi, viene proposto su una serie di produzioni – spesso di madfingerz, ma anche di Frenkie G, Usa Beats e molti altri – che inseriscono tutto quanto in un contesto prettamente positivo.
Se pensiamo al percorso di Rhove, è stato indubbiamente tra i più complessi. Azzeccare al primo colpo un brano che diventa così tanto virale come “Shakerando” è qualcosa che complica incredibilmente la vita e la carriera dell’artista. Per quest’ultimo passare da zero a cento con una sola traccia rende difficile la comprensione e l’ingresso nel contesto musicale, che da semplice passione diventa effettivo lavoro. Questa difficoltà si sente particolarmente all’interno dei testi di Rhove, che racconta delle amicizie, dei rapporti e degli squali, ma mettendo sempre davanti la sua volontà di smontare le sovrastrutture dopo averle evidentemente sofferte.
Rhove non vuole farsi contaminare, né musicalmente né personalmente. La fiducia nei produttori con cui lavora è evidente e lo è altrettanto la necessità di divertirsi, restando lontano dalle dinamiche che della musica ne fanno un lavoro. Seppur il disco poteva essere maggiormente contaminato, le tracce – a volte anche molto personali – vogliono unire e rappresentare, sé stesso quanto le persone vicino a lui. La zone ha un rappresentate che resta fedele e che, se riesce ad andare oltre, non finisce certo nello stesso mare di tutti gli altri.