“I personaggi del film hanno un velo davanti a sé, gli altri vedono solo l’esterno, ma man mano che la storia va avanti questa rappresentazione si sfalda e viene fuori la verità”. A dirlo è Michael Caine e il film di cui parla è “Youth – La Giovinezza” di Paolo Sorrentino. Ma che cosa c’entra questo con l’album di The Weeknd?
“Dawn FM”, uscito venerdì, è un disco di ripresa e risalita, di scelta e cambiamento. Un percorso che Sorrentino definirebbe come perfetta evoluzione per il raggiungimento di una giovinezza che forse Abel non ha mai vissuto. Quella giovinezza, però, che non dipende dall’età bensì da sé stessi, perché come afferma il regista si raggiunge soltanto facendo delle scelte, prendendo decisioni che accolgono il desiderio e non l’orrore. E di orrore, The Weeknd ne ha parlato fin troppo.
Finché siamo in attesa verso il futuro, si ha anche una certa attesa verso la libertà ed essendo la libertà una condizione che nasce e si radica nell’essere giovani, l’attesa del futuro è anche l’attesa di una gioventù.
Paolo Sorrentino su “Youth – La Giovinezza”
Gli anni di stallo che hanno seguito l’uscita di “Starboy” nel 2016 – e che secondo Sorrentino sono l’opposto della giovinezza in quanto in quest’ultima niente è mai fermo – sono serviti all’artista per imboccare la via d’uscita che lo avrebbe riportato a scoprirsi giovane. Se nei precedenti album quello della morte è spesso stato un tema ricorrente – “I’ma die when I’m young” ripeteva in “Ordinary Life” – d’improvviso The Weeknd si è reso conto che non è questo il suo destino.
Un cambiamento che si osserva non soltanto nel cambio dell’estetica, ma anche nell’approccio alla scrittura che lascia trasparire una presa di coscienza: il grande dolore affrontato nel passato – e che in questo disco si ritrova nella mancanza del padre, così come nell’amore perso – non deve essere per forza legato a un destino infelice. È l’errato approccio al passato che lo ha portato troppo spesso a citare la morte, ma adesso Abel sta cercando la sua libertà, ed è quando si trova la libertà che si incontra la giovinezza, ci dice Sorrentino nel suo film.
Negli ultimi mesi ho lavorato su di me, baby / Ci sono così tanti traumi nella mia vita / Sono stato così freddo con coloro che mi amavano, baby / Ora mi sono guardato indietro e ho capito
The Weeknd in “Out of Time”
Il volto invecchiato e decadente, quasi impaurito, che troviamo sulla cover del disco guarda lontano perché cerca nel passato. È ciò che ci dice Mick (Harvey Keitel) in “Youth – La Giovinezza” quando riassume le fasi della vita in una metafora legata alle due diverse lenti di un binocolo. Quando si è vecchi si guarda al passato, ma quando si è giovani “si vede tutto vicinissimo: questo è il futuro” e The Weeknd sembra averlo capito. Sarà un caso che nel trailer del disco uccide proprio la sua controparte vecchia, quella che troviamo in cover?
Dopo anni di inerzia nel vivere la propria condizione, nella vita personale dell’artista c’è stata una presa di posizione ed è proprio qui, in questo singolo atto, che ritroviamo la giovinezza di Paolo Sorrentino.
C’è un personaggio chiave all’interno del film, l’unico che ci spiega ciò che accade nella vita di tutti gli altri ed è Jimmy (Paul Franklin Dano). L’attore, la cui carriera è da anni in una condizione di stallo, decide di buttarsi in una nuova interpretazione, quella di Hitler, ma proprio durante il percorso di assimilazione del suo carattere si rende conto di trovarsi di fronte a un bivio: essere il desiderio di Hitler o l’orrore di Hitler?
Abel potrebbe quindi essere il quinto protagonista del film, un altro di quelli che hanno scelto il desiderio – e quindi la libertà, e quindi la giovinezza -, proprio come Michael Caine, nel film Fred Ballinger, che alla fine di un percorso di accettazione dopo la morte della moglie decide di smettere di rifiutare e accogliere la volontà di esibirsi di nuovo. Un cerchio che si chiude, quello del disco, con la voce di Jim Carrey che ci dice che è quando toglieremo il velo che saremo più leggeri dell’aria.
In un album presentatoci come un viaggio dall’inferno verso il paradiso, che cosa può essere, quindi, quest’ultimo se non la giovinezza non vissuta?