Ciò che rende SETCHU uno dei nomi più promettenti del fashion system è la sua capacità innata di incarnare un connubio affascinante tra l’artigianalità Made in Italy e l’allure nipponica.
Il marchio fondato da Satoshi Kuwata, che deve il suo nome al termine wa-yo-setchu utilizzato nell’architettura per descrivere l’unione di uno stile prettamente occidentale con delle spiccate influenze giapponesi, sta infatti rapidamente guadagnando fama nel mondo della moda e questo grazie ai suoi capi avant-garde funzionali basati su un’idea di eleganza raffinata applicabile a qualsiasi contesto.
L’ultima conferma è arrivata oggi con la vittoria dell’ambito LVMH Prize 2023, che si aggiunge a quelle del CNMI Fashion Trust Grant 2023 e del prestigioso concorso Who is On Next? organizzato da Altaroma in collaborazione con Vogue Italia, dove l’etichetta ha trionfato con una collezione ispirata al processo di trasformazione del tessuto da 2D a 3D.
L’identità del brand è fortemente influenzata dai luoghi in cui il suo fondatore ha vissuto, da Kyoto a Milano, passando per New York e Parigi. Questi quattro angoli del mondo che rappresentano culture e stili di vita diversi hanno infatti permesso al designer di assimilare un mix unico di ispirazioni, accumulando anche delle preziose esperienze lavorative negli atelier di Givenchy, Kanye West e Gareth Pugh.
Le collezioni di SETCHU sono quindi guidate da un compromesso tra il retaggio culturale del Giappone e un approccio familiare all’Occidente fatto di capi ibridi senza tempo dal design sperimentale che sovvertono le linee della tradizione sartoriale con la tecnica degli origami. Un esempio lampante di questa fusione è l’ormai iconica giacca Origami, che unisce l’eleganza esotica del kimono al taglio formale del blazer.
E non a caso i buyer interessati a esportare il brand in tutto il mondo si stanno moltiplicando a vista, primi fra tutti quelli di boutique come 10 Corso Como, Antonia, Bergdorf Goodman e BEAMS.