Siamo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta e il mondo della moda e quello degli anime vivono rispettivamente un periodo d’oro in cui entrambi si affermano nello scenario della cultura popolare. In quel lasso di tempo queste due realtà proseguono su due strade parallele senza incontrarsi troppo spesso e, salvo qualche eccezione, i dialoghi tra il fashion system e l’animazione giapponese si riducono solo ad alcuni ambienti di nicchia come l’idea primordiale del cosplay, un fenomeno che ha trovato casa nel vivace quartiere di Harajuku a Tokyo, basandosi su una trasposizione piuttosto folkloristica dei costumi dei personaggi delle opere nella vita quotidiana.
In questo scenario è nata la cosiddetta estetica kawaii, la quale si rivelerà fondamentale nell’inserire elementi tipici di manga e derivati nell’abbigliamento. In realtà siamo ancora molto lontani dalla fusione vera e propria tra questi due universi, ma basterà soltanto qualche decennio perché scatti la scintilla e vedano la luce numerose collaborazioni e crossover reciproci.
Grazie a questo fenomeno gli appassionati sia di moda che di anime hanno potuto vedere incrociarsi le loro passioni e attingere da entrambe il meglio. È secondo questo ragionamento che i famigerati otaku (ma non solo) hanno cominciato ad ispirarsi ai look migliori delle loro serie preferite, scoprendo i modelli più accessibili da replicare senza cadere nella fantasia troppo spinta. Ecco allora che nascono dei veri e propri nuovi influencer che magari non avremmo mai pensato di considerare tali.
Abbiamo dunque selezionato sette personaggi che possiamo considerare icone di stile a tutti gli effetti, e da cui possiamo prendere spunto per qualche outfit originale.
Kaneda – Akira
Probabilmente l’avrete letto un milione di volte, ma non c’è altro modo per dirlo: “Akira” è l’anime più influente di sempre. La genialità nell’opera di Katsuhiro Otomo non risiede solamente nelle tematiche affrontate e nella qualità cinematografica della sceneggiatura, ma soprattutto in una meticolosa cura estetica. Non solo il modo in cui la città di Neo Tokyo, l’esplosione della bomba atomica e le motociclette sono state ritratte, ma anche l’aspetto del vestiario è un elemento sicuramente affascinante, a tal punto che persino uno come Kanye West ha voluto ispirarsi.
Starete sicuramente pensando al video di “Stronger”, ma questo non è stato l’unico momento in cui il rapper è stato influenzato da “Akira”. Secondo una teoria molto diffusa sui fandom, l’iconico outfit “Pink Polo Kanye” che ha segnato l’era di “The College Dropout” è stato ripreso pari pari da un completo visto indosso a Kaneda, il quale era per l’appunto composto da polo rosa e pantaloni chino color khaki. E poi che dire, la tuta da biker in stile cyberpunk che viene indossata dal leader della banda è un qualcosa di assolutamente iconico. La cosiddetta tonalità “rosso Akira” in pendant con la moto è infatti rimasta impressa nell’immaginario collettivo al pari della pillola accompagnata dalla scritta “Good for Health, Bad for Education” posta sulla schiena, così tanto da spingere la società di intrattenimento Funimation a rilasciare una replica in edizione limitata della celebre giacca in pelle.
Misa Amane – Death Note
Sexy ma apparentemente ingenua, fedele all’inverosimile ma con un’innata ribellione, Misa Amane è sicuramente uno dei personaggi più contrastanti e ben riusciti di “Death Note” e forse degli anime in generale. Il suo punto di forza è senza ombra di dubbio l’inquietante diversità tra il suo carattere e la sua estetica. Seppur infantile e docile, i suoi look sono la rappresentazione perfetta della sottocultura Gothic Lolita, una derivazione della corrente Lolita che si basa su una reinterpretazione dark dell’epoca vittoriana.
Dal punto di vista del makeup troviamo occhi con eyeliner e rossetto rosso vivo, mentre dal lato fashion sono frequenti merletti, ricami, pizzi e fiocchi su abiti di colore nero quali cutsew, guêpière, minidress e top. Altri accessori immancabili nel suo guardaroba sono choker, collant, calze autoreggenti sopra il ginocchio e gioielli raffiguranti croci o simboli araldici. Inoltre, l’amata idol giapponese sa stupire anche nella sua versione più punk, la quale mette in luce capisaldi del genere come borchie, jeans e maglie a righe rosse e nere. Se avete dunque l’intenzione di colpire nel segno e rivelare un vostro lato nascosto, Misa-Misa è il personaggio che fa per voi (stilisticamente parlando, ovvio).
Kaz Kaan – Neo Yokio
In “Neo Yokio” la moda è un aspetto fondamentale, tant’è che in ogni singola puntata della serie vengono citati con una certa frequenza nomi di brand come CELINE, Dries Van Noten, Loro Piana, Maison Margiela, Prada, Alexander Wang e Louis Vuitton. Il protagonista Kaz Kaan, un ragazzo dall’aspetto aggraziato con dread rosa e carnagione scura che può ricordare Lil Uzi Vert o ancora meglio Jaden Smith (che peraltro è il suo doppiatore nella versione originale), è occupato a combattere i demoni in una lussuosa versione alternativa di New York, dove adatta il suo carattere emo e decadente al contesto altoborghese. Nella prima sequenza dell’episodio pilota lo vediamo per esempio distruggere il suo Cartier Tank soltanto perché è stato lasciato dalla fidanzata e da lì in poi saranno frequenti gli espedienti che descrivono il suo rapporto di amore e odio per il fashion system.
Indossa molto spesso giacche doppiopetto blu con bottoni marroni abbinate a pantaloni chino color khaki e camicie bianche più o meno inamidate, elementi che lo rendono un perfetto esempio di stile preppy, elegante ed impeccabile ma mai banale. Il marchio che predilige per i suo outfit è Ralph Lauren, tra abiti Purple Label e maglioni con l’iconico Polo Bear.
Allo stesso tempo, però, si aggira annoiato e insoddisfatto tra i piani di Bergdorf Goodman, dove ingaggia una continua lotta stilistica con il suo eterno rivale Arcangelo Corelli. E come se non bastasse non nasconde la sua venerazione per Coco Chanel!
Yusuke Urameshi – Yu degli Spettri
A differenza di quanto abbiamo detto parlando del caso precedente, “Yu degli Spettri” è una serie che non ha niente a che fare con il mondo della moda. La trama parla infatti dello studente quattordicenne Yusuke Urameshi, un bulletto delinquente che muore salvando un bambino e ottiene una possibilità di riscatto calandosi nei panni di detective degli spiriti per conto dell’aldilà.
Eppure, anche se parliamo di un titolo considerato un cult degli anni Novanta, è stato recentemente rivalutato per un aspetto piuttosto singolare e inaspettato, ovvero la sorprendente sensibilità streetwear che emerge dal tratto dei personaggi. Sia Yu che i suoi compagni di avventure vantano infatti una cospicua serie di outfit assolutamente casual e semplici, ma che grazie a un interessante abbinamento di colori e silhouette si predispongono come un’influenza facilmente replicabile anche oggi. Jeans, t-shirt bianche dal taglio rilassato e sneakers, oppure giacche con taglio cropped, canotte e pantaloni skinny: insomma, nulla di troppo elaborato o difficile da trovare, ma che attraverso uno styling azzeccato può essere di notevole successo e non smette mai di essere attuale.
Rohan Kishibe – Le bizzarre avventure di JoJo
Guardando “Le bizzarre avventure di JoJo” si ha come l’impressione di essere davanti a un rewatch delle esibizioni sanremesi di Achille Lauro. L’anime ideato da Hirohiko Araki è alquanto differente dai soliti tratti stilistici dell’animazione giapponese: la raffigurazione generale dei personaggi risulta essere caricaturale e rétro, con una forte dose di fantasia kitsch, teatralità e una complessa sfumatura della tradizionale sessualità di genere.
Tra tutte le figure però ce n’è una in particolare che negli anni ha conquistato il pubblico più di altre, ossia Rohan Kishibe. Egli è un rinomato autore di manga che sta attraversando un periodo di crisi creativa, chiudendosi attorno alla sua viscerale ossessione per la perfezione e lo stile, che si riflette sulla sua eccentrica e seducente estetica. Gli outfit che indossa lo rendono una perfetta icona queer, con la ricorrente presenza di abiti femminili e trucco elaborato. Crop top e tonalità vivaci sono all’ordine del giorno, assieme agli inseparabili orecchini a forma di punta di penna, che ricorrono assieme ad una fascia per capelli dal bordo zigzagato e pantaloni baggy a vita alta.
Emblematica è poi la collaborazione con Gucci a lui dedicata, che nel 2011 ha generato un capitolo spin-off autoconclusivo del manga in cui Rohan si reca a Firenze per indagare, presso la filiale della famosa maison, il mistero attorno a una borsa di sua nonna con degli strani poteri magici.
Trunks – Dragon Ball
Secondo l’opinione di molti, Trunks è un personaggio discutibile e sopravvalutato all’interno del media franchise di “Dragon Ball“. Su questo argomento non vogliamo soffermarci troppo, anche perché andrebbero spese ben più di due parole, ma una cosa è certa: il suo stile è intoccabile.
Sin dalle sue prime apparizioni, il figlio di Bulma e Vegeta vanta infatti un interessante senso estetico che oggettivamente lo rende il Sayan più cool. Da bambino gioca con volumi oversize e colori acidi esibendo in tutta nonchalance la combinazione felpa-shorts, un abbinamento ampiamente considerato spigoloso dagli intenditori di moda, ma che, se ben studiato (e in questo caso lo è), può rivelarsi alquanto apprezzabile. Nella fase adolescenziale alterna invece outfit prettamente sportivi all’affermazione di un uniforme pensata per l’allenamento. Il meglio però arriva durante la cosiddetta “Saga degli Androidi”, quando in una linea temporale alternativa e ambientata nel futuro, Trunks intraprende un viaggio nel passato per risolvere la minaccia che stava distruggendo la collettività. Durante questa sua fase, quello che prende il nome di Trunks del Futuro sfoggia un affascinante completo composto da giacca in denim dal taglio cropped, bandana legata al collo, canottiera infilata all’interno di un paio di pantaloni baggy e un ibrido tra stivali e sneakers. Nonostante l’evoluzione stilistica che avviene in tutta la serie, ci sono due elementi che continuano a persistere, ossia il caschetto che sfuma dal celeste al lilla e la presenza di un logo su quasi tutti i capi, quello dell’azienda di famiglia Capsule Corp. Analizzando quest’ultimo particolare possiamo inoltre pensare che, dal momento in cui gli abiti che indossa sono stati appositamente creati per lui, c’è un legame non troppo nascosto tra il personaggio e il mondo del fashion, oltretutto confermato dalla scelta di Bandai Premium di rilasciare al pubblico una fedele replica dei suoi look.
Gojo Satoru – Jujutsu Kaisen
Arrivati a questo punto sarebbe interessante provare a immaginare quale potrebbe essere uno dei prossimi titoli capaci di portare avanti il legame tra anime e moda. Riflettendo su questo punto la risposta più plausibile che ci viene in mente è sicuramente “Jujutsu Kaisen“, opera rivelazione del 2021 che, dalle pagine di Weekly Shonen Jump, ha proseguito il suo successo con una serie d’animazione che ci porta in una versione allegorica del Giappone d’oggi in cui le emozioni negative delle persone prendono vita sottoforma di maledizioni in un eterno scontro con gli stregoni.
Sarà perché di recente abbiamo visto il suo volto sulle nuove t-shirt di UNIQLO UT, oppure perché semplicemente viene ritenuto il personaggio più forte nell’accademia delle arti occulte di Tokyo o forse è la sua complessa personalità a condizionarci, ma Gojo Satoru è molto probabilmente una delle figure che più meritano di essere approfondite all’interno dell’anime di Gege Akutami. Non solo dal punto di vista caratteriale ma anche dal lato stilistico, colui che ha scelto come protégé il protagonista Yuji Itadori sa stupire e tenere sul pezzo lo spettatore.
Nella maggior parte dei casi lo si vede indossare un’affascinante uniforme che gli conferisce un’aria da ninja, complice anche l’inseparabile benda che ha la funzione di contenere il suo esagerato potere, ma nei momenti più calmi sfoggia a suo agio outfit imprevedibili in perfetta linea con la sua ambigua mente in bilico tra tratti infantili e svolte rigorose. Seducenti camicie color turchese ben riposte dentro a pantaloni sartoriali, oppure maglioncini dal taglio rilassato e jeans scuri, l’accessorio che non manca mai in questi spezzi di vita ordinaria sono degli occhiali glasant che ci ricordano tanto i primi modelli di Cartier. Una menzione d’onore va poi a un siparietto che avviene nel decimo episodio, in cui il maestro si diverte a indossare un’audace gonna nera insieme alla sua giacca dal collo alto e soltanto per questo siamo pazzamente ispirati da lui.