Sfera Ebbasta sta puntando in alto, ma per farlo si è guardato indietro. Non proprio dietro di sé, ma dietro la storia di chi ha fatto grandi passi, e la cover del disco era solo una prima dimostrazione.
La maggior parte degli shooting accostati al disco, per l’appunto, ci hanno sempre ricordato qualcosa, grandi riferimenti della musica, dell’hip hop e dello sport, che non sono soltanto figure, sono simboli, e come tali si portano dietro un significato. Frank Sinatra, Muhammad Ali, Tupac Shakur. Tutti i nomi citati si incontrano in un semplice ed evidente concetto: “famoso”, ma non per come possiamo intenderlo noi, piuttosto come unico, forte, immortale.
Questo disco è esattamente come Sfera ce lo aveva descritto: con un piede in strada e l’altro nel mainstream. Perché di fatto i passi fatti non si cancellano, Sfera continua a portarseli dietro e non lo appesantiscono più: ora sono come diamanti incastonati nella corona che si è preso. Pronto a presentarsi nel nuovo continente come qualcuno che ci metterà le radici.
Le ispirazioni e gli esempi seguiti nella realizzazione di questo progetto sono tanti, tantissimi. Un anno di silenzio e due mesi di delirio, senza lasciare un giorno in cui non avevamo il suo nome sulla bocca. La cover del disco, i featuring internazionali, il video in cima al Duomo di Milano, il documentario, la collaborazione con KFC proprio come Travis Scott e J Balvin hanno fatto con Mc Donald’s, la piazza di Cinisello Balsamo intitolata in suo nome.
Sfera aveva bisogno di dimostrarsi forte, riconoscente a chi si è mosso prima di lui, e far quindi capire a tutti quanti di avere le carte in regola per fare altrettanto. Ha iniziato con Frank Sinatra, figura poliedrica che ha dato una voce al secolo scorso, diventando un esempio inarrivabile. La foto scelta per la copertina del disco è un omaggio a uno scatto di Peter Martin realizzato nel 1943, nel pieno dei primi anni del successo di Frank.
![](https://www.outpump.com/wp-content/uploads/2020/11/sfera-icone-pop-outpump2-1024x518.jpg)
E dopo “The Voice” ecco “The Greatest”, soprannome affidato al celebre Muhammad Ali. Lo scatto da cui è ispirato lo shooting finito su Rolling Stone deriva dalla copertina di Esquire del 1968, una delle più iconiche di tutti i tempi, in cui Muhammad Ali prende a sua volta le sembianze di San Sebastiano, martire cristiano dipinto da Botticelli e poi da Botticini. Così come Ali, Sfera ha sempre saputo far parlare di sé, motivo per cui la scelta è ricaduta spontaneamente su una delle rappresentazioni più discusse di sempre.
![](https://www.outpump.com/wp-content/uploads/2020/11/sfera-icone-pop-outpump3-1024x698.jpg)
Se c’è qualcosa che accomuna tutte quante le figure scelte da Sfera, al di là della fama, è il forte carisma, la personalità, il volto sfacciato di dire sempre ciò che vogliono, per poi andarselo a prendere. È così che si finisce dritti a Tupac Shakur, voce di speranza e simbolo di lotta incessante. Gli scatti che abbiamo visto condividere da Sfera Ebbasta proprio allo scoccare dell’una di notte – ora di uscita di “Famoso” – chiudevano il cerchio iniziato con Sinatra, mostrandolo in una posa già nota.
Lo scatto fa infatti riferimento a uno shooting di Tupac risalente probabilmente al 1996 e realizzato in occasione dell’uscita di “All Eyez On Me”. Dietro al progetto di Tupac c’era allora David LaChapelle, fotografo che ancora oggi si nasconde tra i più importanti progetti della scena americana – uno che sicuramente avrete presente è lo scatto in copertina di “Astroworld”.
![](https://www.outpump.com/wp-content/uploads/2020/11/sfera-icone-pop-outpump1-1024x698.jpg)
Ed è proprio una delle foto di questo shooting ad esser stata scelta per apparire in grandi dimensioni su uno degli edifici di Times Square, al centro di New York. Sfera ha scelto un titolo universale, famous, e si è incarnato nelle più grandi icone della pop culture, quale lingua migliore per presentarsi oltreoceano e far capire che sta giocando sul serio?