“Prendi una penna e disegna…”: Shantell Martin ci racconta la sua collaborazione con The North Face

Linee ridefinite, capi iconici reinventati. The North Face ha arruolato Shantell Martin per una collaborazione che unisce arte, spirito outdoor e intersezionalità. L’incontro tra il brand californiano e l’artista inglese si inserisce in un contesto decisamente più ampio di quello dell’abbigliamento, aprendo così un dialogo privo di limiti tra filosofia, design ed educazione.

Attingendo dall’archivio del marchio e soffermandosi in particolare sulla linea “Search and Rescue“, Shantell ha infatti rimodernato l’aspetto di articoli storici con il suo inconfondibile tratto stilistico, guidata soltanto dalla creatività e dal valore condiviso di esplorazione. Proprio come le silhouette TNF hanno sempre accompagnato gli esploratori alla ricerca dell’avventura, in un certo senso anche le sue opere rispecchiano il concetto di coraggio e voglia di scoprire. È per questo che si è creata una perfetta armonia concettuale tra l’inedito pattern bianco/nero e i capi della capsule collection, la quale comprende giacche, pile sherpa, felpe, pantaloni antivento in ripstop, calzature, berretti e borse dall’aspetto rétro e dal tocco minimalista.

Per immergerci appieno nell’introspettivo processo creativo che ha concepito la partnership, abbiamo avuto l’occasione di parlare direttamente con Shantell Martin per chiederle alcuni dettagli sulla sua arte e sul rapporto che possiede con il mondo della moda. Ecco cosa ci siamo detti:

Come è nata la collaborazione con The North Face? Che rapporto hai con il brand e con il mondo della moda?

La collaborazione è iniziata quando il design team di The North Face Europa mi ha contattata direttamente. Da lì è stato un processo di esplorazione molto fluido, utilizzando come punto di partenza i loro archivi. Sono da tempo un’appassionata del brand e i loro capi mi piacciono sempre moltissimo. Per me la moda rappresenta uno strumento per comunicare, una tela da riempire, quindi è sempre emozionante avere l’opportunità di riscoprirla immergendosi sempre più in profondità. 

Nella tua bio di Instagram troviamo il motto “Prendi una penna e disegna…”. Il tuo processo creativo è davvero così semplice e immediato?

A volte. Altre volte invece serve un po’ più di tempo e può essere complesso. Ma il mio processo creativo consiste nell’essere presente, un partecipante attivo nel mondo e un partecipante attivo nel mio lavoro. Senza esitazione e senza giudizio. Lasciarsi alle spalle tutte le insicurezze ed essere fedeli a se stessi, anche se non è affatto semplice.

Perché avete scelto la linea “Search and Rescue” di The North Face per la collaborazione?

La linea “Search and Rescue” di The North Face è formata da molti elementi diversi tra loro, sia in termini di pezzi effettivi che compongono la collezione, sia per il significato più profondo che nasconde. “Search and Rescue” può significare più dell’atto fisico, può mostrare un nuovo livello di trasparenza e accettazione di ogni singolo individuo, e questo mi ha entusiasmata.

Le tue opere si basano sull’uso delle linee come mezzo di esplorazione verso il mondo. Per The North Face, l’esplorazione è un aspetto fondamentale, anche se in un altro contesto. Come hai realizzato ciò che avevi in mente?

Mi sono concentrata sulla ricerca. A un certo punto stavo guardando molti documentari sui soccorritori che lavorano sulle Alpi e sugli scalatori, penso di aver visto anche tutti i documentari ambientati sull’Everest! Volevo davvero immergermi in quel mondo a me estraneo, per poi trovare punti di connessione sia con quella realtà che con la natura circostante: la creatività è presente in tutto ciò che facciamo, dobbiamo solo cercarla e avere il coraggio di esplorare. Penso che ciò che ho realizzato per questa collezione sia davvero una manifestazione di tutti quegli elementi fondamentali che uniscono gli uni agli altri.