Ci sono alcune persone che vivono la propria vita in maniera diversa perché hanno un processo mentale unico. Sky Brown sta per compiere 13 anni e tra circa un mese gareggerà ai Giochi Olimpici di Tokyo in quanto atleta di punta della Gran Bretagna nello skateboarding, sport al suo debutto assoluto nella principale competizione sportiva al mondo.
Sky Brown è nata in Giappone, vive in California ed è britannica, già da questi elementi si può capire come la sua impostazione mentale possa differire da quella dei coetanei. A tutto ciò va aggiunto il fatto che Sky ha un dono, quello di sapersi muovere su una tavola come nessun altro, con una naturalezza e una fluidità talmente innata da non sembrare normale. Sky riesce nel surf come nello skate, nel vert come nel park. A colpire però non è solo la sua capacità, quanto la sua mentalità, il suo modo di approcciare la vita e affrontare qualsiasi cosa con positività. Quello di Sky non è solo un personaggio, perché quando l’abbiamo contattata nella Zoom call per parlare delle Olimpiadi e del suo nuovo documentario “Reaching the Sky”, in uscita oggi su Discovery+, abbiamo potuto constatare come la sua risata contagiosa, il suo modo di fare innocente e la passione smodata per lo sport che pratica sono perfettamente rappresentanti del suo modo di fare. La più chiara rappresentazione possibile di una tredicenne, per fortuna.

«È stato molto divertente realizzare le riprese perché ho avuto la possibilità di fare cose davvero belle. Allenarmi con Nyjah Huston è stato pazzesco. Lui è incredibile. Andare in surf con Rob Machado non mi sembrava vero: ha uno stile che amo ed è bravissimo». Così Sky ha iniziato la conversazione. Nonostante la giovane età, infatti, la skateboarder ha una grande consapevolezza dei nomi che hanno fatto la storia e delle figure che hanno aiutato a portare queste discipline al livello odierno. «Amo molto Leticia Bufoni, perché è fortissima e anche bellissima». Il fatto che il punto di riferimento di Sky abbia 28 anni fa capire quanto giovane sia. Nyjah Huston soprattutto è stato un apripista per gli atleti-bambini, diventato professionista a 10 anni, per questo vederli interagire è qualcosa che realmente mostra l’impatto di Huston sui giovani skater, un impatto che Sky molto probabilmente avrà sulle ragazze di nuova generazione. «Negli ultimi anni il numero di ragazze nello skate è sicuramente aumentato, così come è cresciuta la professionalità nel realizzare contenuti e clip sui social. Mi piace competere nelle gare ma amo anche insegnare ad andare in skate ai ragazzi più piccoli, anche e soprattutto nei paesi meno privilegiati. Insegnare questo sport è una cosa che già amo fare e spero di farlo ancora in futuro. Ispirare nuove generazioni ad andare in skate, specie se si parla di ragazze, è il vero motivo per cui voglio andare alle Olimpiadi. Spero che vedendo una ragazza giovanissima come me arrivare così in alto, altre ragazze pensino di potere fare lo stesso».
Sentire Sky parlare delle Olimpiadi è qualcosa di sinceramente bello, specie perché ne parla con la consapevolezza di chi sa quanto siano rilevanti, unita però alla leggerezza fanciullesca che permette di trasformare pressioni e ansie in un grande sorriso. «Non vedo l’ora di andare in skate con i miei amici alle Olimpiadi». Comincia così Brown a parlare dei Giochi, non esattamente le parole più frequenti quando si parla con un atleta prima di un tale evento. «Spero di vincere l’oro, il sogno è quello, ma, se non succederà, sarò comunque arrivata alle Olimpiadi, che è davvero emozionante». Da questo punto, Sky comincia a raccontarci come lei pensa che i Giochi potranno influire sullo sport che ama. «Spero le Olimpiadi mostrino quanto lo skate sia bello, perché non ha realmente delle regole. Ognuno ha il suo stile e le proprie varianti nei trick, per questo è divertente. Credo davvero che molte di quelle persone che scopriranno questo sport alle Olimpiadi non vedranno l’ora di iniziare a praticarlo. Non penso però che la percezione del pubblico relativamente allo skate cambierà, sarà sempre vissuto come uno stile di vita più che uno sport, un modo di affrontare questa attività senza regole, in qualsiasi momento o luogo».

Lo skateboarding è indubbiamente uno stile di vita, sicuramente lo è per Sky, che da sempre vive con una tavola attaccata ai piedi. «Mio padre praticava questo sport e fin da piccolissima il suo skate era il mio giocattolo preferito. Ci giocavo tutto il giorno e volevo spostarmi sempre con quel mezzo. Vedevo mio padre andare sulla tavola, si divertiva e mi sembrava un figo, quindi volevo farlo anche io, è stato un’ispirazione per me. Lo skate è qualcosa che unisce molto me e la mia famiglia dato che oltre a mio padre mi alleno molto anche con mio fratello Ocean – insieme hanno un canale YouTube – ed è qualcosa che ci permette di divertirci, rilassarci e viaggiare insieme».
L’avventura di Sky nel mondo dello skate e il suo percorso di avvicinamento a Tokyo è stato parzialmente bloccato l’anno scorso da un terribile infortunio, una caduta nel park di Tony Hawk mentre tentava un trick su un gap tra due rampe. L’infortunio l’ha quasi portata alla morte, con una frattura del cranio e un’enorme quantità di sangue perso. Non parlare di questa vicenda era impossibile, ma anche in questo caso è stupefacente vedere con che toni Sky riesca a discuterne. «Per me è stato molto semplice tornare sulla tavola perché non avevo minimamente paura, è stato più difficile convincere i miei genitori. Loro dicevano di concentrarsi su altro, come il surf o la danza, le mie due altre passioni, ma per me lo skate è troppo importante. Stando ferma per l’incidente, mi è sembrato di perdere troppo tempo lontano da questo sport, avevo bisogno di ricominciare il prima possibile». Probabilmente l’aver affrontato uno shock del genere in un’età così giovane, un periodo della vita in cui l’impulsività supera la riflessione, è il motivo per cui ci possiamo ancora vedere Sky su una tavola.

Proprio parlando di questo momento, Sky ha citato danza e surf, due passioni che riempiono le sue giornate. «Amo andare in surf tanto quanto amo andare in skateboard. Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 voglio essere in gara sia sulla tavola da surf che da skate. Non sarà facile ma ci proverò». Le tante passioni di Brown sono un manifesto dei ragazzi di oggi, un insieme di passioni che spaziano dalla musica allo sport, specie una varietà di atleti che toccano l’atletica, gli sport estremi, la lotta e molto altro, un mix eterogeneo che permette di trarre influenza da chiunque. «Molte persone mi influenzano, non solo skater. Mi piacciono le arti marziali miste e la UFC, infatti amo Rose Namajunas perché è fortissima, non si ferma mai. È una dura per davvero. Coco Ho, la surfista, è un’altra persona che ammiro molto per il suo modo di fare surf che è davvero unico e affascinante. Ci sono tante persone che mi ispirano, come Maddie Ziegler, Avril Lavigne e Dina Asher-Smith, ma potrei andare avanti per molto. Amo le figure forti ma con un lato femminile anche molto spiccato, attente ai vestiti, al make-up e ad altro come la cura delle unghie».
Talento, positività, sfacciataggine e sincerità, il tutto mantenendo sempre un forte legame al mondo femminile. Sky Brown cercherà di scrivere la storia a Tokyo 2020, ma intanto potete scoprire la sua col documentario “Reaching the Sky”, in uscita oggi su Discovery+.
