
Essendo una persona estremamente curiosa e amante del sapere, anche io sono iscritta a una serie di newsletter che promettono di intrattenermi e migliorarmi.
La parola del giorno, le snack news sulla moda, lo spiegone sull’editoria, lo spiegone su qualsiasi cosa, la disgraziata idea di quell’amico di prendere un aspetto del tutto insignificante della sua vita ed esploderlo in un racconto con cui benedire la mia esistenza una volta a settimana. La mia ancora più disgraziata idea di fingermi interessata.
La mia casella postale è come un tappeto marocchino composto da righe bianche e nere, mail aperte, mail di cui leggerò solo l’oggetto, mail cestinate con un’urgenza che suggerisce più un fastidio viscerale e mail importanti che – in quanto tali – rimangono intoccate.
Questo oggetto-autoritratto offre un’immagine di me molto vicina a quello che sono realmente: seguo tante cose, me ne interessano davvero poche.
La verità è che l’unica newsletter che scampa all’infame destino del “massì, l’apro dopo” è quella dei nuovi arrivi di SKIMS.
Sì, sono ossessionata dal brand di loungewear di Kim Kardashian.
Appena leggo quel JUST DROPPED nell’oggetto mi sale un brivido lungo tutta la schiena che finisce per scaricarsi nelle punte dei capelli, il luogo dove – a differenza di Sansone – conservo tutta la mia debolezza nei confronti della famiglia Kardashian.
Clicco sulla mail in questione e inizio a immaginare lo scambio tra me e Kim: lei lucida e seduttiva, io sottona con già la carta di credito in mano.
Che cosa vuoi vendermi oggi, Kim?
Una canotta bianca sapientemente tagliata all’altezza del sottotetta? Il reggiseno che promette di sistemare una volta per tutte l’incresciosa questione delle tettone sotto una t-shirt? Dei boxer di pizzo? Il ciclista contenitivo a gamba singola per tutte le gonne dal taglio obliquo che ho? (ma quali???).
Scrollo il sito molto spesso, prendo appunti, spulcio le tabelle delle taglie e mi misuro religiosamente quando mi viene richiesto nella sezione fit and fabric dei singoli prodotti.
Ho acquistato SKIMS online e quando sono all’estero cerco quale centro commerciale offre un pop-up del brand e lo raggiungo. Certo che lo raggiungo.
Con una piccola lista di mutande e reggiseni comprati e una lunga lista di indumenti ancora da provare (misurarsi minuziosamente richiede tempo) sento finalmente di poter gridare il mio amore per SKIMS davanti a tutto il mondo. Ma permettetemi di guidarvi nella mia ossessione.

La leggenda narra che Kim Kardashian, prima di diventare l’icona dal potere illimitato che è oggi, faticasse nel trovare della biancheria adatta al suo corpo.
La nostra eroina inizia a sperimentare diverse soluzioni di intimo, quando non è soddisfatta si mette di buona lena e confeziona dei frankenstein di lingerie tagliando e cucendo pancere e reggiseni che poi finisce a tingere con tè o caffè per avvicinarli al colore della sua pelle (o della sua abbronzatura spray).
Nato nel 2019 da questo passato da piccola fiammiferaia, SKIMS promette di offrire una soluzione per ogni corpo e per ogni esigenza.
Mantiene il patto offrendo un prodotto dal costo accessibile, un range di taglie che vanno dalla XXS alla XXXXXL e una gamma colori che vuole coprire ogni sfumatura della pelle.
La prima collezione, lanciata poco prima della pandemia, è dedicata proprio al mito originale: le guaine contenitive.
La campagna, firmata da Vanessa Beecroft, vede donne di ogni taglia ed etnia posare marmoree con indosso indumenti contenitivi per ogni parte del corpo.
Tra di loro, quasi a perdersi in questa festa di cosce, seni e pance molli, Kim Kardashian.
È bastato questo shooting per demolire il triste immaginario anni 2000 legato all’utilizzo dell’intimo contenitivo: Bridget Jones che indossa il pantaloncino strizza-pancia per arrivare in ultima base con il suo odioso capo, l’attrice di Hollywood che si autodenuncia sul red carpet urlando “Indosso dei mutandoni contenitivi, ma solo perché non ho perso il peso dell’ultima gravidanza!”, tutto cancellato.
Kim ha trasformato una sua insicurezza prima in intrattenimento (come non ricordare le foto dove mostra orgogliosa lo scotch da pacchi utilizzato come tirante per il seno o il brutale decluttering subito dalla stylist di Kanye West) poi, gettate le basi dell’immedesimazione, in un prodotto.
La rivoluzionaria idea che l’intimo da tutti i giorni è una cosa seria, la pomposità della composizione artistica, il make up pulito, il casting davvero inclusivo, tutto perfetto.
Dopo questa campagna ero già pronta a urlare CHI MAI SPEZZERÀ LE NOSTRE CATENE? KIM SEI TU, FANTASTICA GUERRIERA, ma la mia eroina si è subito spinta oltre.
Lo step successivo è stato quello di ampliare l’offerta: noi fedeli abbiamo assistito al lancio di mutande morbide come ballad R&B anni ‘90, body seconda pelle che strizzano l’occhio a quelli più iconici (e costosi) di Maison Margiela. Reggiseni, tanti, di ogni forma e colore, pronti a evolversi per una nuova collezione come i Pokémon. La spinta espansionistica ha fatto sì che SKIMS venisse inteso da subito come fashion brand a cui è capitato anche di proporre shapewear.
Ma un culto non può basarsi solo su un prodotto di qualità, prima o poi a quel risultato ci arriverà anche qualcun altro magari copiando il tessuto o producendo nella stessa fabbrica a un costo minore. Serve saper dominare il tempo in cui si vive e questo Kim Kardashian lo sa bene.
Se dal 2007 è il clan Kardashian a richiedere di keeping up con le loro vite fuori dal comune, oggi le posizioni si sono drammaticamente invertite: è Kim Kardashian con il suo brand a dover stare al passo con un settore, quello della moda, sempre più schiacciato dal veloce ciclo dei trend e dalla viralità a tutti i costi.
Come una palla magica in mano alla sua fondatrice, SKIMS viene agitato a ogni vibe shifting del mercato per scongiurare il male peggiore: diventare irrilevante.
I millennials sono schiavi della nostalgia? Scattiamo insieme le super modelle storiche di Victoria’s Secret (Tyra Banks, Heidi Klum, Alessandra Ambrosio e Candice Swanepoel).
Il trend Y2K ha raggiunto il suo picco massimo? È il momento perfetto per far uscire una collezione di tute di velluto e la campagna di lancio può avere solo due protagoniste, Paris Hilton e Kim stessa.
Tutti pazzi per “The White Lotus”? Le due italiane Simona Tabasco e Beatrice Grannò, le Mia e Lucia dello show, diventano le maliziose protagoniste della collezione dedicata a San Valentino.
“Put her SKIMS on, now she actin’ like she Kim” cantilena 21 Savage in “More M’s”, ma il brand ha trovato il modo di funzionare e rimanere rilevante oltre il corpo della sua famosa fondatrice affidando il lancio delle collezioni a volti più caldi della cultura pop (Rosalía, SZA, le stelle nascenti Ice Spice e PinkPantheress, la superstar di TikTok Addison Rae, l’attrice Megan Fox e ovviamente il clan Kardashian/Jenner stesso) e nell’arte.
Ed è così che oltre alla sempre accesa collaborazione con Vanessa Beecroft, all’ingresso nel mondo dell’alta moda con la linea FendixSKIMS, capita anche di ingaggiare Harmony Korine per dirigere la campagna di costumi dai toni fluo. Il regista culto degli alternativi che ci tengono a farlo sapere non perde l’occasione di ritrarre Kim Kardashian su un set dalle tinte sature, bionda e senza espressione in mezzo a suoi cloni con la testa da alieno.

Tempismo perfetto dato che il lancio della campagna coincideva proprio con i 10 anni dall’uscita di quel capolavoro di delicatezza e sporcizia che è “Spring Breakers”.
Un match concepito se proprio non in paradiso quantomeno in uno stato (alterato) di grazia dato che le protagoniste del film potrebbero benissimo abbinare uno dei micro bikini di SKIMS al loro iconico balaclava rosa.
Dua Lipa per Versace, Pharrell Williams per Louis Vuitton, Erykah Badu per Marni: la moda non può più sopravvivere senza l’accelerazione data dalle collaborazioni con volti riconoscibili da tutti e ovunque, ma Kim Kardashian è consapevole di possedere già questo potere, d’altronde è lei che hanno cercato quando c’è stato da rilanciare alla grande Dolce&Gabbana.
Nella ricerca del volto perfetto per le campagne di SKIMS lei e il suo team non puntano a ingaggiare qualcuno più grande di lei (le celebs con più seguito di lei su Instagram si contano sulle dita di una mano), quello che cercano è il volto più rilevante negli ultimi 5 minuti della storia del pianeta.
L’immagine di SKIMS è camaleontica perché lo è Kim, Barbie riesce davvero a vivere il suo corpo secondo il motto a “Imagination, life is your creation”.
Se Barbie cambia lavoro ma fondamentalmente rimane bionda e con i piedi a punta, l’unica via per Kim Kardashian di rimanere fedele a sé stessa è quella di cambiare pelle ogni giorno e gli shooting di SKIMS offrono il terreno perfetto per esplorare le mille fantasie che ha sulla sua stessa immagine.

Dopo essere stata la musa di tutti, in particolare del folle genio dell’ex Kanye West, Kim scende dallo sgabello e passa dalla parte dell’artista, questa volta per decidere come autoritrarsi. Oltre a cambiare continuamente lavoro (reality star, beauty mogul, imprenditrice, avvocatessa, attivista) muta il suo aspetto, con buona pace di chi continua a portare la sua foto dal chirurgo plastico pensando di poter ingannare non tanto l’avanzare dell’età ma il mutarsi continuo del cos’è bello oggi.
Quante Kim Kardashian conosciamo? La discendente armena dai lunghi capelli corvini, la donna formosa acqua e sapone che indossa completi di cotone, la bionda hyperpop surreale ritratta da Harmony Korine, la diva anni Ottanta pesantemente truccata e cotonata, la mamma in tuta di ciniglia.
Se anche voi siete delle disgraziate e ancora vi crucciate sul fatto di non poter mai stare al passo con le sue nuove mutazioni, accomodatevi al gruppo di auto-aiuto da me istituito, approfittate pure del caffè e delle ciambelle offerte mentre vi dico che sì, è esattamente così: è impossibile keeping up con la sua immagine. Mentre noi siamo bloccati nel decidere chi siamo nella nostra vita fin troppo reale, fatta di pori della pelle visibili, peli incarniti, capelli che non crescono mai troppo velocemente, Kim ha tutte le possibilità di vivere le sue fantasie estetiche.
Questo farà di lei il mia madre degli avatar fashion, ma non cambia il fatto che SKIMS è un brand costruito anche intorno alle esigenze delle donne che non sono Kim Kardashian.
In un mondo di celebrities intente a propinarci oggetti inutili (se vi ha sconvolto la candela “This Smells Like My Vagina” di Gwyneth Paltrow è perché non avete mai sentito parlare della lampada fatta di pane venduta su Goop a più di 200 dollari, per non menzionare Kate Moss che ha ben deciso di venderci una tisana notturna che – scusate il cinismo – accetterei di comprare solo se confermasse che è stata l’asso nella manica per uscire indenne da quel 2007 passato con Pete Doherty), Kim Kardashian è praticamente l’equivalente di Joy Mangano (la casalinga di Long Island interpretata sul grande schermo da Jennifer Lawrence nel film “Joy”), l’inventrice del miracle mop. Non esisteva un reggiseno che sostenesse le tette ma che fosse anche scollato fino all’ombelico e l’ha inventato. Almeno vende qualcosa di cui abbiamo bisogno.
Perché potrai anche odiare l’universo Kardashian, ma mutande e reggiseni sono una cosa troppo seria per odiare a priori.
(Il giorno in cui ho finito di scrivere questo articolo è coinciso con il giorno di lancio dei mega saldi di SKIMS. Un caso? Il mio portafoglio crede di sì).