Sorvegliati speciali: tra intelligenza artificiale e ansia sociale

Da sinistra: abito e scarpe Annakiki, calzini Miu Miu;
cappotto, blazer, vest e camicia Marni, gonna Random Identitites, scarpe Ferragamo;
cappotto Random Identitites, top Fendi, pantaloni Acne Studios e stivali Celine.

Orwell lo aveva chiamato il Grande Fratello, un’entità che osserva e controlla ogni movimento, ogni parola e ogni espressione di ciascuno di noi. Il romanzo era 1984 e tutti lo abbiamo letto a scuola. “Il Grande Fratello ti guarda” e questa previsione è sempre più realtà.

Soprattutto da quando uno dei fondatori di Clearview AI, una sorta di motore di ricerca con più di 30 miliardi di immagini raccolte online che permette di individuare volti con un tasso di precisione del 99,85%, ha dichiarato che verranno prodotti anche degli occhiali in grado di identificare le persone. Insomma, Hoan Ton-That non ci ricorda un po’ il Grande Fratello?

Il riconoscimento facciale è una tecnica di intelligenza artificiale che esiste da decenni, anche se è stato necessario l’avvento di ChatGPT e di altri sistemi di AI per riaccendere il dibattito pubblico. Basta pensare che ogni giorno sblocchiamo il telefono proprio grazie a questa tecnologia, così come durante il COVID il nostro volto è stato scannerizzato quotidianamente per misurare la temperatura. E i filtri-bellezza Tik-Tok o le applicazioni che ci trasformano in avatar? Anche loro funzionano grazie all’intelligenza artificiale.

Ciò che preoccupa sempre di più è però quando questa tecnologia esce dallo schermo e arriva nella vita reale. Durante le proteste a Hong Kong e in Russia, le parate a sostegno del Black Lives Matter e addirittura per l’incoronazione di Re Carlo la polizia è stata infatti accusata di aver controllato la popolazione grazie all’AI. La sensazione di essere costantemente sorvegliati, come nelle trame di un qualsiasi film distopico, sta diventando normalità, e se da un lato questa tecnologia potrebbe aumentare la sicurezza nelle città, dall’altra è sempre più comune anche un utilizzo improprio che limita la privacy e la libertà personale. Make-up camouflage e laser potrebbero non essere più sufficienti per evitare questa tecnologia, nemmeno per scappare dall’ansia del controllo.

Art director
Pierfrancesco Gallo
Photographer
Antonio Giancaspro
Photographer assistant
Alessandro Bianchi
Video
Silvio Deiaco
Sound design
Alex Vigani
MUA
Beatrice Torchio
Stylist
Flavio Crespi
Stylist assistant
Luca Rosei
Casting
Morfosi milano