Spalding celebra 100 anni di basket italiano con una collezione lifestyle

La Federazione Italiana Pallacanestro compie 100 anni, un secolo di basket azzurro. Per celebrare un’occasione così importante, la FIP e Spalding, sponsor tecnico della Nazionale, hanno deciso di creare una speciale collezione lifestyle che racconti la storia del basket in Italia e contestualmente abbia appeal per un pubblico giovane, una sorta di ponte tra presente, passato e futuro.

Il materiale creato per questa collezione è ricercato, con un look senza tempo che unisce riferimenti all’estetica classica del basket ma senza dimenticarsi lettering e simbologie moderne. I dettagli sono estremamente curati, dai loghi in spugna ai ricami, e si cerca di parlare a un pubblico ampio di uomini e donne, giovani e meno giovani, più o meno appassionati. Per realizzare tutto ciò le due parti hanno chiesto l’aiuto di un partner d’eccezione, ovvero Best Before 2065.

Best Before 2065 è uno studio con due copyrighter, un art director, un graphic designer e un product designer, uno studio creativo italiano molto particolare che ha realizzato molti lavori per brand di fama internazionale. La passione principale di Best Before 2065 è la pallacanestro, dal gioco sul campo al lavoro grafico, come ad esempio l’identità grafica dell’About Basketball Day. Nessuno più di Best Before 2065 era adatto a realizzare una collezione insieme a Spalding, marchio iconico nel basket e sponsor tecnico della Nazionale Italiana, per celebrare i 100 anni delle Federazione Italiana Pallacanestro, il primo secolo del basket Made in Italy. Ne abbiamo approfittato per parlarne con loro così da capire al meglio cosa c’è dietro questa collezione e perché è speciale.

È anomalo che venga fatta una collezione di abbigliamento per celebrare un evento. C’è qualcosa di lifestyle ma di solito il focus è performance.

La Federazione è stata lungimirante perché non ha celebrato i 100 anni della Federazione ma lo ha identificato come il centenario del basket italiano, un messaggio che fa sentire il pubblico più coinvolto e ci è anche servito come focus per realizzare l’intera collezione che doveva essere qualcosa in grado di parlare alle leggende del passato come ai campioni attuali, fino agli appassionati e al pubblico occasionale di qualsiasi età. Siamo tutti parte di questa festa.

Nelle collezioni celebrative siamo soliti vedere semplici applicazioni su prodotti standard dello sponsor tecnico. In questo caso abbiamo visto un approccio totalmente diverso, con una grande libertà creativa e prodotti inediti.

Spalding ha avuto coraggio e ci ha dato molta fiducia. Ovvio, il momento storico ha aiutato perché l’abbigliamento lifestyle con feeling streetwear è sicuramente un valore aggiunto per un brand odierno, ma rimane qualcosa fuori dagli standard. Siamo partiti dal selezionare prodotti dal catalogo ma siamo arrivati a confezionare prodotti ad hoc per creare un fascino evocativo maggiore per una ricorrenza del genere.

Anche dal punto di vista dei loghi, Spalding ha scelto di essere molto discreto, mentre dal lato FIP non è stato utilizzato la tipica iconografia, preferendo delle creazioni nuove.

Esatto, è una cosa che ci ha fatto molto piacere, in questo modo ogni pezzo può rappresentare diversi appassionati, sia quelli più vocali che quelli più discreti. Parlando di una celebrazione legata a un centenario, non abbiamo cercato di fare qualcosa di “in your face” come potrebbe essere una collaborazione tra due brand molto hype, abbiamo provato invece a focalizzarci sul racconto che questi 100 anni hanno rappresentato. Potevamo esagerare di più ma sarebbe diventata una linea troppo legata ai trend, quindi a scadenza, non un’icona senza tempo come abbiamo cercato di fare. Il target è ovviamente giovane ma volevamo che anche persone più grandi devono sentirsi a loro agio nell’indossare certi prodotti.

Vediamo riferimenti chiaramente vintage in questi prodotti ma comunque attuali.

Abbiamo avuto l’accesso all’archivio FIP, una cosa che ci ha permesso di trovare riferimenti e fil rouge che hanno poi aiutato a dare carattere alla collezione. Troviamo il logo in punto spugna a richiamare le vecchie Letterman Jacket o le bordature su jersey e pantaloncini. Vero, ci sono richiami retrò ma parliamo comunque di elementi che si ritrovano sempre nell’estetica del basket, negli anni ’40 come negli anni ’60, fino ai ’90 o al periodo contemporaneo.

Nonostante un look che strizza ovviamente l’occhio al mondo americano, questa collezione ha uno stile visibilmente italiano. Come è nato questo mix?

Siamo appassionati di questa cosa quindi abbiamo disegnato prodotti che avremmo voluto acquistare. Siamo sempre stati fan di abbigliamento con questo linguaggio un po’ americano, la collezione infatti voleva essere punto di incontro tra qualcosa che ha radici americane come tipologia di capi ma in comunicazione con qualcosa che solo qualcuno che ha fatto parte della storia della pallacanestro italiana potesse sentire propria, tanto gli italiani quanto gli stranieri che hanno giocato qui o contro di noi. Volevamo cercare di soddisfare le parti in causa ma anche quel ragazzino che guarda al look americano seppur visibilmente inserito nella quotidianità italiana. Non a caso l’estetica guarda a fondamenta americane: il basket è nato in America e il suo linguaggio è necessariamente quello. Vero, da noi è arrivato molto presto ma le prime canotte degli anni ’30 in Italia sono dei chiari richiami a quelle americane perché le hanno inventate loro. Il nostro stile è arrivato e si è fatto largo nel tempo ma i trendsetter di quel mondo sono loro. Con questo a mente, volevamo che parlasse a un pubblico italiano e che fosse subito identificabile con il nostro stile.

Tendenzialmente lavorate su prodotti singoli, realizzati apposta. In questo caso avete messo mano a una collezione per la vendita e di conseguenza da realizzare in tanti pezzi. Quali difficoltà avete affrontato? Tra costi di produzione, tecniche di stampa e molto altro.

È stato un punto fondamentale. In questo caso affrontato una realtà nuova e ci siamo confrontato con Spalding per conoscere i loro prodotti, le loro tecniche di produzione e la loro struttura logistica. Da qui abbiamo scelto l’estetica che abbiamo utilizzato, incentrata sulla “I” di cui abbiamo parlato che è diventata il simbolo di questa collezione. Ogni prodotto scelto o realizzato per la collezione aveva uno spazio predisposto per la “I”, che si tratti di un pantaloncino o una varsity jacket, il tutto ovviamente con dimensioni e posizioni diverse.

Appunto per focalizzarsi su un determinato linguaggio.

Esatto. Le lettere in questi ambienti sono sinonimi di appartenenza. Le Letterman Jacket vengono dalle confraternite dei college americani e una lettera è sinonimo di riconoscibilità e appartenenza. Allo stesso modo, gli appassionati di basket sono sempre stati accomunati da un senso di appartenenza, specie qui in Italia in cui non parliamo dello sport più gettonato. Quella “I” ha anche un’altra lettura: è un uno in numero romano, a rappresentare il primo secolo della pallacanestro in Italia. A livello estetico non abbiamo solo fatto comunicare le lettere con i numeri romani, ma abbiamo anche richiamato una font che si ispira a quella presente sulle vecchie maglie della Nazionale.

La collezione per il centenario della FIP è disponibile sul sito di Spalding