Anche quest’anno è stato assegnato l’LVMH Prize, uno dei premi più autorevoli nel mondo della moda e a vincerlo è stato il designer britannico di menswear Steven Stokey-Daley. Il concorso, sponsorizzato dall’omonimo gruppo del lusso, è aperto a stilisti al di sotto dei 40 anni che abbiano prodotto almeno due collezioni offrendo al vincitore un premio di 300.000 euro in aggiunta a un anno di tutoraggio e aiuto personalizzato da parte del team LVMH.
Durante il concorso viene assegnato anche il Karl Lagerfeld Prize, che quest’anno ha visto ben due vincitori: ERL e Winnie New York, brand statunitensi che riceveranno 150.000 euro e godranno anche loro di un anno di mentoring fornito da un team LVMH.
Steven Stokey-Daley, invece, è originario di Liverpool e durante il corso della sua vita ha sempre nutrito un certo interesse per il teatro e per la letteratura inglese, che hanno conseguentemente indirizzato la sua rotta verso la moda. Si è laureato nel 2020 presso l’Università di Westminster in Fashion Design e la sua collezione di laurea, The Inalienable Right, univa riferimenti storici e letterari della cultura inglese. I suoi moodboard sono un mix di riferimenti – dal principe Harry che indossa abbigliamento sportivo alle fotografie di Cecil Beaton – e il suo lavoro rappresenta la perfetta unione di stili e decenni diversi.
Il designer adora sperimentare e dare vita a capi che rappresentino mondi a lui lontani. Proveniente dalla classe media, ama rivisitare lo stile elitario dell’alta società – intriso di patriarcato e standard maschili – conferendogli una nuova visione, quasi come a crearne una sua personale visione letteraria. La sua ricerca fa riferimento alle uniformi delle classi superiori rielaborate con una visione moderna e aperta a tutte le divisioni sociali: il rigido tradizionalismo viene rimpiazzato da uno stile androgino.
Questa visione contraria all’iper-mascolinità è uno dei temi ricorrenti dello stilista e chi meglio di Harry Styles poteva esserne portavoce?
Lo stilista ha inviato il suo portfolio a Harry Lambert, stylist personale del cantante, che si è mostrato molto interessato ad alcuni capi riciclati che aveva realizzato per la sua collezione di laurea facendoli indossare al cantante nel video del singolo “Golden” che conta ormai quasi 190 milioni di visualizzazioni. I pantaloni floreali indossati da Styles sono stati realizzati con tende vintage e anche la famosa camicia bianca che ha nella maggior parte delle scene è una creazione del designer. Ovviamente i vestiti sono andati sold out dopo pochi minuti dalla pubblicazione del video.
La seconda collezione post laurea di Stokey-Daley per la primavera/estate 2022 è stata un altro grande passo in avanti. Alla London Fashion Week lo scorso settembre, i suoi capi non sono stati indossati da modelle, ma da un seguito di dieci attori del National Youth Theatre of Great Britain – di cui lui stesso ha fatto parte anni fa. E non è stata una classica passerella, bensì una breve produzione teatrale appositamente creata dal direttore artistico del NYT Paul Roseby, che studia esperienze scolastiche affiancandole a temi riguardanti sessualità, mascolinità ed etnia.
Gli abiti sono stati ispirati dall’ossessione di Stokey-Daley per l’abbigliamento della scuola pubblica britannica, camicie plissettate di cotone e pantaloncini wide leg con calzini bianchi alti fino al ginocchio: la perfetta rivisitazione dello studente inglese. Per finire, soprabiti realizzati con tessuto in eccesso di Alexander McQueen donato dall’attuale direttore creativo del marchio, Sarah Burton.
Per l’autunno/inverno 2021/22, invece, la collezione “Pantry” è stata un’estensione delle eccentriche creazioni sfoggiate da Styles. Il designer ha nuovamente esaminato i codici dell’alta società inglese elitaria da un punto di vista queer e dalla prospettiva della classe lavoratrice. La collezione ha rappresentato nuovamente la sensibilità e i sentimenti caratteristici del designer, questa volta, però, attraverso una maggiore raffinatezza e maturità. Camicie oversize con colletti larghi e maniche voluminose alla Lord Byron, pezzi sartoriali e gessati uniti a canottiere in maglia e trench, come fosse il ritratto moderno di un dandy del 17° secolo.
Sopra gonne in seta, shorts plissé e cardigan di lana a trecce indossati con ampi pantaloni con l’inserimento di pannelli di lana infeltrita e camicie lasciate sbottonate: l’effetto finale anche questa volta è stato un capovolgimento del concetto di mascolinità. Il tutto rispettando sempre l’approccio sostenibile caro allo stilista.
Stokey-Daley, che ha detto di aver iniziato la sua carriera dalla sua camera da letto durante il lockdown, investirà il premio in denaro ricevuto dal gruppo LVMH nella costruzione del proprio e-commerce, con l’intenzione di sviluppare anche una collezione di accessori rimanendo saldo al tema dell’upcycling.