Quando Tinker Hatfield nel 1987 lancia le Nike Air Safari probabilmente non è ancora consapevole di quanto sia geniale la sua idea. In un momento storico in cui le sneakers sono scarpe pensate e concepite solo per l’ambito sportivo, il designer americano ha un’intuizione, se vogliamo, rivoluzionaria: perché non prendere una scarpa da running e trasformarla in una che unisce comfort e lusso? Così, mentre Tinker girovagava per New York alla ricerca di ispirazione, passando davanti ad un negozio di mobili trova la giusta idea guardando un divano in pelle di struzzo.
Il progetto è assolutamente sorprendente e, nonostante i dubbi delle persone a lui vicine (al tempo unire la moda alle scarpe da corsa non poteva che sembrare un’eresia), nasce il concept della prima Nike Air Safari. Si trattava di una scarpa da running dal design minimalista in pelle di alta qualità, anche nelle parti dove di norma veniva utilizzato il mesh traspirante, allo scopo di renderla il meno possibile funzionale ed atletica.
Le Air Safari vengono rilasciate durante uno degli anni più importanti e cruciali per Nike, il 1987, lo stesso anno in cui vengono lanciate anche le Air Max 1 e le Jordan 2. Lanciare una scarpa da running che in realtà non veniva utilizzata per il suo scopo sembrava un’azzardo che poteva costare caro ad un brand in grande crescita, ma che ancora non era all’altezza di rivali come adidas o Converse. Le Air Safari però si integrano bene con lo stile stravagante delle pubblicità di Nike e con le sue strategie di marketing, e si rivelano perciò un successo.
Il pattern viene apprezzato in particolar modo da un certo Hidefumi Hommyo che, chiamato da Nike a collaborare su un paio di Air Max 1 per il suo store di Tokyo, decide di riproporlo in uno dei modelli di sneakers più belli di sempre: le Atmos x Nike Air Max 1 “Safari”.
Da quel momento in poi il “pattern Safari” diventerà un caposaldo di Nike e verrà riproposto in svariati modelli, dalle Foamposite alle Air Presto.