La storia unica del legame tra il Genoa e la birra Ceres

Sugli spalti degli stadi possiamo vedere di tutto: striscioni, fumogeni, bandiere, sciarpe, ma anche oggetti di vario tipo, raffigurazioni gonfiabili e molto altro. Insomma, il tifo è una fonte inesauribile di creatività. Eppure ci sono anche legami indissolubili che visti da lontano possono sembrare anomali ma sono in realtà naturali, con una ricca storia. Questo è il caso di Ceres, il marchio di birra che vanta un particolare feeling con una squadra di calcio: il Genoa. Non una semplice scelta di gusto dei tifosi, ma una storia lunga che tocca storia, tradizione e territorialità.

Non è un caso quindi che il Genoa abbia annunciato una collaborazione speciale con il brand nato in Danimarca, al punto che questo ha trovato spazio sulle jersey della squadra per una partita, quella del 21 settembre contro il Venezia. Queste maglie non sono solo state indossate dai giocatori, ma saranno anche disponibili all’acquisto in quantità limitate in tutti gli store ufficiali del club a Genova e Chiavari, oltre che sul canale e-commerce del Genoa. Ironia della sorte, la partita in cui Ceres ha spiccato sulle divise rossoblu è stata contro il Venezia e il suo main sponsor Cynar, in una sfida con forti legami territoriali.

Ma Ceres è davvero così legata alla città di Genova e soprattutto alla tifoseria genoana? O è solo un’iniziativa di marketing? Il legame è naturale e forte, al punto che la tifoseria genovese l’ha praticamente resa la bevanda ufficiosa del club ancora prima di questo accordo di sponsorizzazione. Non solo: non è raro vedere striscioni e bandiere a tema Ceres nella curva di Marassi, come se il nome della birra fosse parte integrante della passione tifosa. Ci sono anche un paio di cori incentrati esclusivamente su Ceres, sulla sua provenienza e ovviamente sul suo consumo. Così come non è raro vedere dei tatuaggi sulla pelle degli appassionati rossoblu che uniscono tifo genoano e Ceres. Non è un caso se le nuove maglie in edizione limitata sono state presentate all’iconico punto di ritrovo “Little Club”, simbolo del credo locale.

L’iconico logo “Ceres C’è” ha trovato spazio sulla maglia away del Genoa, anche conosciuta per essere una delle jersey più belle della Serie A 2024/25. La base di questo kit, realizzato da Kappa, è semplice e minimale: interamente bianca e con un colletto polo a contrasto, il design è arricchito da strisce rosso-blu che scorrono lungo le maniche, e i fianchi. Questa maglia è un omaggio ad alcune jersey che il medesimo brand realizzò per i genovesi a fine anni ’90, negli anni della Serie B. Il dettaglio più prezioso di questo kit è il ritorno del “Gallinaccio”, ovvero il crest che il Genoa utilizzò nella prima parte degli anni ’80 e che modificava in maniera rivoluzionaria l’estetica dell’originario Grifone, eliminando lo scudo che gli faceva da sfondo. Fu proprio da questa nuova visione estetica che deriva la rinomina ufficiosa in “Gallinaccio”.

Il legame di Ceres con il Genoa e con la città intera di Genova è particolarissimo e unico. Questa birra ha origine in Danimarca ed è stata importata in Italia nel 1963, quindi non ha molti motivi per essere associata alla città portuale ligure, quantomeno fino alle seconda metà del ‘900. Fu infatti un genovese a iniziare l’importazione di Ceres in Italia, motivo per cui la sede del marchio è rimasta a Genova per lungo tempo, fino al 2019. Non solo, alcune delle più rilevanti e note grafiche pubblicitarie legate al marchio sono state disegnate da un illustratore genovese, Enrico Machiavello, nonché docente alla facoltà di design. Quindi le commistioni sono tali da rendere questa una birra particolarmente diffusa nella città. Il calcio è da sempre un simbolo di cultura nazionalpopolare, forse l’unico mondo che unisce davvero tutti, indipendentemente da classe sociale, genere, credo religioso, usi, costumi o chissà quanto altro: per questo motivo, anche il tifo locale, quello genoano, non poteva che adottare questa birra come propria. Questa diffusione locale di Ceres fece infatti aumentare la presenza del suddetto marchio nei dintorni dello stadio Ferraris e di tutto il quartiere di Marassi al punto tale che divenne la bevanda non ufficiale dei pre e post partita. Logicamente sarebbe dovuta diventare anche la birra da consumare durante le partite ma, in questo caso, recenti normative lagali-sportive hanno costruito un muro che sembrava invalicabile. Negli stadi italiani non è infatti possibile servire bevande alcoliche fino a un limite di 5 gradi e Ceres, essendo una strong ale, ha una gradazione di 7.7 gradi. La passione genovese per Ceres è tale che la sua assenza dagli stadi avrebbe potuto causare una sommossa popolare, motivo per cui la Regione Liguria e il Comune di Genova ha dovuto creare una deroga speciale che alzasse il limite di gradazione dei prodotti alcolici in vendita negli stadi della città da 5 gradi a 7.7 che, casualmente, è la gradazione della famosa birra danese. Non esistono altri stadi di Serie A con questa possibilità in tutto il territorio italiano.

Insomma, Ceres, Genoa e la città di Genova hanno dato vita a un legame speciale, forte e indissolubile che non si affievolirà, per questo motivo la scelta di usare la maglia del Genoa come simbolo identitario del progetto “Per i fuoriclasse del tifo Ceres C’è”, con cui il brand sostiene e supporta coloro che vivono il tifo in modo autentico, sincero e sentito, non può che essere quella più corretta.