Negli anni Settanta la moda di Parigi, con le sue regole glamour fatte di sublimi mise femminili, tagli sartoriali assolutamente canonici e una generale aria snob, venne completamente stravolta da un tornado di creatività proveniente dal Sol Levante, quello della leggendaria Triade Giapponese. I suoi tre famigerati membri avevano portato una vera e propria rivoluzione tra le passerelle con la loro visione concettuale che prevedeva un’estetica minimale, destrutturata e completamente ripensata.
Oltre a Issey Miyake e Yohji Yamamoto vi era anche Rei Kawakubo, che iniziò a lavorare alla sua etichetta nel 1969 prima di fondare l’azienda COMME des GARÇONS nel 1971. Quel nome ispirato alla canzone “Tous les garçons et les filles” di Françoise Hardy diventò presto il simbolo di un profondo cambiamento all’interno del fashion system, tant’è vero che il suo status quasi sacrale si mantiene ancora oggi.
Al di là dei design cerebrali, spinti al massimo della sperimentazione, uno degli aspetti più interessanti che contraddistingue l’impero originato dalla stilista nipponica è quello dell’universo formato da 18 diverse linee, ognuna delle quali dedicata a una differente categoria che va dall’haute couture al prêt-à-porter, fino agli accessori e alle fragranze. All’interno del cosiddetto macroverso, per citare Stephen King, o multiverso se siete fan della Marvel, convivono infatti sub-label come CDG, COMME des GARÇONS SHIRT, Junya Watanabe, BLACK COMME des GARÇONS, COMME des GARÇONS HOMME, COMME des GARÇONS Wallet e COMME des GARÇONS PLAY.
Quest’ultima attualmente vanta la reputazione di più popolare, essendo la più venduta e la più riconoscibile. In fin dei conti, quando nel 2002 a Rei Kawakubo venne in mente di affiancare a tutte le sue divisioni un nuovo reparto, l’obiettivo era proprio quello di aprirsi a un nuovo mercato più giovane e desideroso di prodotti iconici che non corrispondevano esattamente ai filtri avant-garde a cui CdG era solita.
Tuttavia, non possiamo non menzionare le numerose critiche che questa scelta ha sin da subito attirato su di sé, le quali la definiscono negativamente “la linea meno COMME des GARÇONS di COMME des GARÇONS”, poiché troppo conforme agli standard e lontana da quel pensiero wabi-sabi fuori dagli schemi che decenni prima sovvertì i canoni della Paris Fashion Week. Sempre mantenendosi fedele al suo carattere schivo ma deciso, Rei stessa rispose in modo indiretto e definitivo a queste polemiche affermando che “la linea COMME des GARÇONS PLAY rappresenta un simbolo, un sentimento, e fa di chi la indossa un membro del club COMME des GARÇONS“. A segnare un ulteriore punto a suo favore ci sono poi i numerosi sold out e successi commerciali ottenuti da ogni uscita, specialmente quando si parla di collaborazioni con altre realtà come The North Face, Nike, K-Way, Converse, Matt Groening, BAPE e Coca-Cola.
L’idea di proporre un guardaroba streetwear semplice ma distintivo, slegato dal concetto di stagionalità e prodotto in tessuti di alta qualità, che prevede t-shirt, camicie, felpe, maglieria e persino profumi, sia da adulto che da bambino, si è infatti dimostrata una scelta vincente in tutto e per tutto e a testimoniarlo ci sono anche gli apprezzamenti di celebrities come Justin Timberlake, Pharrell Williams, Kanye West, Rihanna, Drake e Travis Scott.
Al di sopra di tutto ciò di cui abbiamo parlato, però, il merito di questo successo è senza ombra di dubbio dovuto a un elemento ben preciso, ossia l’indiscussa iconicità che il logo di CdG PLAY rappresenta. A disegnarlo è stato l’artista polacco Filip Pagowski, il quale entrò in contatto per la prima volta con Rei Kawakubo negli anni Ottanta in occasione di una sfilata e successivamente lavorò ad altri défilé come quello della primavera/estate 1992. L’immagine di quel cuoricino rosso con gli occhi nacque contemporaneamente alla creazione della label COMME des GARÇONS PLAY ma in realtà non era destinata a essa. Pagowski raccontò infatti che la bozza del disegno fu inviata per un altro progetto non specificato ma colpì i vertici del brand a tal punto da assegnarlo come logo della neonata etichetta.
“È come se Rei Kawakubo ed io fossimo influenzati in modo subliminale l’una dall’altro. Mi è venuta l’idea di un cuore rosso con un paio di occhi, l’ho disegnato istantaneamente e l’ho inviato per un altro progetto di COMME des GARÇONS. Alla fine è stato utilizzato per la linea COMME des GARÇONS PLAY.”
Filip Pagowski
Quel simpatico cuore era ideale, poiché vivace, divertente, minimale e immediatamente riconoscibile. Insomma, non poteva esistere simbolo migliore per rappresentare l’intento di COMME des GARÇONS PLAY.
Uno stemma così diretto e versatile ha trovato nel corso degli anni un terreno fertile su cui essere declinato in mille versioni, tra patch applicate sulla sinistra del petto, molteplici composizioni di collage, colori inediti, varianti sdoppiate e persino un’interpretazione ispirata alle emoji. Il tutto si è sempre avvalso di una color palette molto basica ed efficace ed è proprio per questo che è stato consacrato come uno dei motivi più famosi all’interno del fashion business.