Se pensiamo all’anno 1996 in termini di sneakers, le prime scarpe che ci vengono sicuramente in mente sono le Air Jordan XII, le Uptempo o l’iconica colorazione delle Air Max BW, realizzata per gli atleti americani in occasione delle olimpiadi di Atlanta.
Quell’anno però, Nike lavorò anche a un progetto sperimentale denominato Nike Sports Entertainment, che aveva come obiettivo la creazione di eventi che in qualche modo potessero promuovere i grandi atleti presenti nel roster del brand di Beaverton.
Non che ce ne fosse davvero il bisogno. Personaggi come Michael Jordan, Tiger Woods, Andre Agassi o Charles Barkley non avevano di certo bisogno di presentazioni, ma perché non creare qualcosa fuori dagli schemi delle tradizionali sponsorizzazioni dell’epoca?
Tutto questo fu possibile grazie alla realizzazione di una mascotte che non aveva nulla da invidiare ai più grandi supereroi della Marvel: il suo nome era Swoosh Superhero.
Se vi stesse venendo in mente di farvi anche voi un abito simile, ci spiace deludervi ma Nike all’epoca spese la bellezza di 125.000 dollari per poterne realizzare solo uno. In totale ne furono prodotti due.
Lo stesso costumista, già famoso nell’ambiente per aver realizzato il costume del film di Batman, dichiarò che per il processo di realizzazione dell’abito di Swoosh Superhero gli furono forniti “semplicemente” una tuta in Lycra, un barattolo di vaselina e dell’argilla da modellare per scolpire dettagli come le braccia, il petto e l’elmetto. Non vorremmo essere stati nei panni della povera mascotte che dovette stare ferma per ore.
L’anno successivo, il Nike Sports Entertainment prese piede molto velocemente: la partita tra Brasile e Colombia all’Orange Bowl, il concerto di Carlos Santana, una partita di Tiger Woods in Giappone e l’Hoop Heroes, evento nel quale partecipavano le più grandi star del mondo del basket, erano solo alcuni degli eventi organizzati da Nike in quegli anni e a cui il nostro uomo immagine partecipava. Swoosh superhero era diventato l’idolo di tutti gli americani. Vedere per credere.
Ma chi c’era dietro a quel costume muscoloso grigio con l’enorme baffo arancione stampato sul petto?
Senza dilungarci troppo, il suo nome era Jon Cudo, un ex musicista che fin da bambino aveva avuto una forte attrazione verso il mondo delle mascotte, in particolare per The Chicken, il famoso pollo di San Diego. Dopo varie esperienze minori negli anni del college, Jon vide il suo sogno realizzarsi quando la squadra di NBA dei Minnesota Timberwolves gli affidò il ruolo di “Crunch”, l’orso che intratteneva il pubblico di Minneapolis.
Da lì in poi i personaggi interpretati da Cudo sono stati molteplici, ma forse mai si sarebbe immaginato di diventare il primo supereroe di Nike.
Ben presto Jon Cudo venne assalito da alcuni dubbi esistenziali. Il primo riguardava il fatto che da sempre Nike era stata simbolo di autenticità ma si serviva di un personaggio frutto dell’immaginazione umana per gli spettacoli. Il secondo, invece, era più legato a un aspetto fisico: il ruolo di Swoosh Superhero era molto pericoloso (le acrobazie erano all’ordine del giorno) e molto stressante vista la mole di impegni.
A peggiorare le cose ci si mise anche Nike stessa. Se da una parte, e solo in alcuni settori come il basket, il riscontro provocato dal supereroe era molto positivo, dall’altra i soldi spesi per gli eventi erano moltissimi e forse non era poi così conveniente. Tutto questo portava l’azienda dell’Oregon lontana dalla sua mission principale, ossia quella di produrre e vendere articoli sportivi e ciò iniziò a far traballare il progetto.
Così nel 1997, a causa della crisi finanziaria che colpì il mercato asiatico, Nike fu costretta a fare dei tagli per dedicarsi completamente alla vendita di scarpe.
Il primo a farne le spese fu Jon Cudo e con lui anche il Nike Sports Entertainment. Molti dei lavoratori impegnati nel progetto ebbero la fortuna di essere ricollocati all’interno dell’azienda, mentre altri dovettero abbandonarla.
Se adesso vi state chiedendo che fine abbia fatto Jon Cudo, state tranquilli, è riuscito comunque a realizzare i suoi sogni. Pochi anni dopo il licenziamento, infatti, il nostro ex supereroe ha fondato la sua agenzia, la Mark Out Productions, specializzata in eventi di intrattenimento sportivo.