Che si tratti di una rigenerante sessione di shopping o del classico ed irrinunciabile aperitivo con gli amici, a tutti piace mettere il naso fuori di casa senza che la meta da raggiungere sia necessariamente il banco di scuola, l’università o il lavoro. Se poi ci si trova tra le vie di una città il divertimento è assicurato, poiché la proliferazione di luoghi e attività per passare il proprio tempo libero permettea ognuno di trovare ciò che più si addice ai propri gusti ed interessi. Non mancano, però, musei e gallerie, spazi che da sempre popolano le nostre città rendendole significative anche dal punto di vista culturale. Dunque, se siete alla ricerca di un posto dove il tempo libero incontra la conoscenza e amate l’architettura, il design o l’arte, vi suggeriamo tre mostre che non potete perdervi a Milano, Roma e Bologna durante il mese di febbraio.
Juergen Teller i need to live
Ha scattato per brand come Loewe, Saint Laurent e Céline, e i suoi ritratti hanno immortalato i volti di numerosi tra artisti e celebri personalità, da Kanye West e Iggy Pop, fino a Daniel Craig e Anthony Hopkins. Stiamo parlando di Juergen Teller, uno dei fotografi di maggiore spicco della scena contemporanea che, muovendosi nella Londra dei primi anni ’90, ha fatto conoscere il proprio nome a livello internazionale attraverso una fotografia diretta, cruda, vera. Dopo il sucesso riscosso al Grand Palais Éphémère di Parigi, la grande retrospettiva sul fotografo tedesco, curata da Thomas Weski e promossa da Saint Laurent by Anthony Vaccarello, giunge ora in Italia e, più precisamente, presso Triennale Milano (Viale Alemagna 6). Inaugurata il 27 gennaio e visitabile fino al 1 aprile 2024, Juergen Teller i need to live ripercorre la carriera di Teller attraverso una raccolta di più di 1000 fotografie, capaci di documentare la prolifica attività svolta nel campo della moda e di raccontare i tratti di una ricerca personale che continua ad essere alimentata ancora oggi.
Architetture inabitabili
Architetture inabitabili, un titolo a primo impatto ossimorico e contraddittorio, ma che pone l’accento su una lettura alternativa delle pratiche costruttive umane, è quello che accompagna la nuova mostra ospitata nelle sale di Centrale Montemartini a Roma (Via Ostiense 106). Qui, grazie alla curatela di Chiara Sbarigia con Dario Dalla Lana e al contributo di Archivio Luce Cinecittà, ha preso il via dallo scorso 24 gennaio un progetto espositivo che attraversa l’Italia individuando esempi di architetture in cui l’abitabilità degli spazi non risulta né un requisito progettuale, né una necessità da soddisfare. A tutti gli effetti, una mostra fotografica di architettura che individua un tema curioso e accattivante e lo racconta attraverso una corposa selezione di fotografie e video provenienti da importanti archivi storici. Ben 8 le opere architettoniche presentate nel percorso espositivo, che danno forma a una selezione eterogenea sia per collocazione geografica che tipologia di progetto, dal Memoriale Brion ad Altivole di Carlo Scarpa al Lingotto di Torino progettato da Giacomo Matté Trucco. La mostra rimarrà aperta fino al 5 maggio.
Dusty Dancing – Images from silence
Inaugurata in occasione di Art City Bologna, il programma che annualmente vede il capoluogo emiliano popolarsi di una moltitudine di mostre, iniziative ed eventi legati al mondo dell’arte e che si svolge in concomitanza con Arte Fiera, Dusty Dancing – Images from silence rappresenta un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di musica e architettura, espressioni creative che hanno trovato nella club culture italiana un inaspettato punto d’incontro definendo parte della cultura di una nazione. La mostra, allestita presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi (Via Fioravanti 18) e curata da Gabriele Fiolo, presenta gli scatti di Simone Nanetti ed Elsa Mancini, fotografi che hanno catturato la desolazione appartenente alle discoteche abbandonate presenti sul suolo italiano. Da luoghi di aggregazione e teatri di socialità, a scheletri colmi di vuoto, le discoteche abbandonate testimoniano un tempo passato in cui i luoghi della vita notturna hanno segnato numerose generazioni cresciute tra gli anni ’70 e ’90 e dove oggi si lascia spazio solo alla nostalgia. La mostra è a ingresso libero e sarà visitabile fino al prossimo 4 marzo.