Tre mostre a Napoli, Matera e Milano da visitare assolutamente ad agosto

Che si tratti di una rigenerante sessione di shopping o del classico e irrinunciabile aperitivo con gli amici, a tutti piace mettere il naso fuori di casa senza che la meta da raggiungere sia necessariamente il banco di scuola, l’università o il lavoro. Se poi ci si trova tra le vie di una città il divertimento è assicurato, poiché la proliferazione di luoghi e attività per passare il proprio tempo libero permettea ognuno di trovare ciò che più si addice ai propri gusti ed interessi. Non mancano, però, musei e gallerie, spazi che da sempre popolano le nostre città rendendole significative anche dal punto di vista culturale. Dunque, se siete alla ricerca di un posto dove il tempo libero incontra la conoscenza e amate l’architettura, il design o l’arte, vi suggeriamo tre mostre che non potete perdervi a Napoli, Matera e Milano durante il mese di agosto.

Kazuko Miyamoto

Kazuko Miyamoto, a cura di Eva Fabbris, è la nuova mostra inaugurata lo scorso 6 luglio presso le sale di Palazzo Donnaregina (Via Settembrini 79), sede del museo Madre di Napoli. Nella città partenopea, fino al 9 ottobre, sarà possibile ripercorrere le principali fasi della produzione dell’artista giapponese che oggi vive e lavora a New York. A partire dalle prime opere degli anni Settanta fino ad arrivare a quelle degli anni Duemila, il percorso espositivo sottolinea l’evoluzione del linguaggio e dei media utilizzati da Miyamoto nella sua pratica. Protagoniste indiscusse sono le celebri string constructions, sculture installative di impronta minimalista che l’artista compose utilizzando materiali di uso comune come spago e chiodi con l’obiettivo di creare composizioni bidimensionali e tridimensionali sottese da una logica geometrica. Seguono lavori che, tramite forme più organiche, traggono ispirazione dalla street life newyorkese degli anni Ottanta e si configurano principalmente nell’immagine di corde e ponti, per poi passare al più recente corpus di performance a cui l’artista si dedica spesso come espressione diretta del suo interesse nei confronti di contesti attivisti. 

Tensioni. Gisella Chaudry – Paolo Grassino

Città meno ricorrente nella programmazione di mostre sull’arte contemporanea del nostro Paese, Matera il 19 luglio ha aperto le porte alla mostra Tensioni. Gisella Chaudry – Paolo Grassino promossa e realizzata dal Museo nazionale di Matera. Sotto la curatela dello storico dell’arte Alessandro Demma e della direttrice del museo Annamaria Mauro, le opere dei due artisti italiani entrano negli spazi della Chiesa della Madonna del Carmine (Piazzetta Pascoli 1) e qui intessono un dialogo che orbita attorno a temi quali il tempo, la memoria e lo stato della materia. A comparire sono le opere “Punto di contatto” di Chaudry e “T” di Grassino. La prima composta da grandi dischi di polistirene espanso sottoposto a combustione, una marchiatura a fuoco realizzata con mestoli da cucina che costella di cavità l’intera superficie. La seconda è invece una scultura articolata sulla riproduzione in alluminio di due corpi umani drammaticamente connessi da una pesante putrella che perfora il cranio di entrambe. Per vedere i lavori degli artisti ci sarà tempo fino all’1 ottobre.

Home Sweet Home

Agosto, torrido mese estivo, è anche quello migliore per recuperare una mostra a cui, per un motivo o per un altro, non si ha avuto modo di andare fino ad ora. Per questo, chi si trova a Milano ha ancora l’occasione, fino al 10 settembre, di visitare Home Sweet Home, la mostra che Triennale Milano (Viale Emilio Alemagna 6) ha inaugurato lo scorso 12 maggio per celebrare i 100 anni della propria attività. Curata da Nina Bassoli e con un allestimento firmato Captcha Architecture, Home Sweet Home affronta uno dei temi sui quali l’istituzione si è da sempre interessata, ovvero quello della casa e della sua abitabilità. Per farlo, presenta ai visitatori oggetti provenienti direttamente dagli archivi di Triennale Milano lungo cinque sezioni storiche e tematiche che partono dal 1923 e approdano ai giorni nostri. A ciò si aggiungono dieci progetti site-specific, realizzati da studi di architettura, gruppi e centri di ricerca internazionali, delle vere e proprie installazioni che aggiungono livelli di lettura e approfondimento al tema generale della mostra. Tra oggetti domestici di uso comune progettati da grandi architetti e designer, fino a contemporanee interpretazioni del tema dell’abitare, Home Sweet Home è il modo per aprire gli occhi su ricerche storiche e indagini speculative di una parte della vita che tutti condividiamo, la casa.