Tre mostre a Roma, Milano e Mestre da visitare assolutamente a marzo

Che si tratti di una rigenerante sessione di shopping o del classico ed irrinunciabile aperitivo con gli amici, a tutti piace mettere il naso fuori di casa senza che la meta da raggiungere sia necessariamente il banco di scuola, l’università o il lavoro. Se poi ci si trova tra le vie di una città il divertimento è assicurato, poiché la proliferazione di luoghi e attività per passare il proprio tempo libero permettea ognuno di trovare ciò che più si addice ai propri gusti ed interessi. Non mancano, però, musei e gallerie, spazi che da sempre popolano le nostre città rendendole significative anche dal punto di vista culturale. Dunque, se siete alla ricerca di un posto dove il tempo libero incontra la conoscenza e amate l’architettura, il design o l’arte, vi suggeriamo tre mostre che non potete perdervi a Roma, Milano e Mestre durante il mese di marzo.

25 Years of Always Stress with Bless

La nostra puntuale selezione di mostre, che ogni mese pone i riflettori su eventi espositivi disseminati su tutto lo Stivale, per il mese di marzo si apre a Roma e, più nello specifico, in uno dei luoghi più attenti alle pratiche artistiche che definiscono la nostra contemporaneità. Ci troviamo al MACRO (Via Nizza, 138), Museo di Arte Contemporanea di Roma, dove tra il suo denso programma culturale è possibile visitare la prima mostra istituzionale in Italia dedicata a Bless, il poliedrico duo creativo nato nel 1995 dalla collaborazione di Desiree Heiss e Ines Kaag. Diviso tra Parigi e Berlino, Bless affonda le proprie radici nel mondo della moda, ma è proprio dalla sua rielaborazione ai limiti delle convenzioni che ha origine una pratica creativa difficile da definire univocamente. Da capi d’abbigliamento, infatti, si sfocia presto in discipline quali il design, come dimostra la collaborazione con il colosso dell’arredo finlandese Artek presentata alla Biennale di Architettura di Chicago, o interventi di carattere spaziale, in cui ricorrono elementi estrapolati dalla realtà e spesso riproposti circondati da un’aurea surreale. La mostra, intitolata 25 Years of Always Stress with Bless e curata da Chiara Siravo, è stata inaugurata lo scorso 9 febbraio e sarà visitabile fino al 12 maggio.

Marion Baruch

A Milano, invece, la galleria Viasaterna (Via Leopardi, 32) porta in scena la poetica delle sculture di Marion Baruch, artista nata nel 1929 in Romania ma che in Italia ha dato forma alla maggior parte della propria produzione artistica tra scultura, pittura e performance, sino ad approdare al mondo del design grazie alle sovversive idee di Dino Gavina. Presente con le sue opere nelle collezioni di prestigiosi musei come il Centre Pompidou di Parigi e la Triennale di Milano, solo per citarne alcuni, Marion Baruch si presenta nel capoluogo lombardo, fino al 22 marzo, con una personale in cui figurano più di venti esemplari selezionati dal corpus di sculture tessili che l’artista ha prodotto nell’ultimo decennio. Si tratta di opere in cui il soggetto principale risulta essere il vuoto, il mancante, ciò che si nota non essere più presente da una superficie di tessuto recuperata dagli scarti della produzione tessile e affissa verticalmente affinché la gravità stessa possa definirne la forma finale. Le opere di Baruch, che si posizionano tra la scultura e il ready-made, sono portatrici di un’immagine di decadenza e lasciano la possibilità di contemplare ciò che resta, guidati solamente dal suggerimento dei titoli attribuiti.

Banksy. Painting Walls

Concludiamo con uno dei protagonisti della scena artistica contemporanea mainstream, conosciuto da tutti per la sua pungente e valutatissima street art. Lo scorso 23 febbraio, presso il Museo M9 di Mestre (Via Giovanni Pascoli, 11), ha inaugurato la mostra Banksy. Painting Walls che ripercorre alcuni tratti della carriera dell’artista britannico senza volto attraverso una selezione di opere provenienti da collezioni private. Visitabile fino al prossimo 2 giugno, la mostra ruota intorno a tre principali opere realizzate su muro provenienti da Londra, dal Devon e dal Galles. Si tratta della celebre “Season’s Greetings”, “Heart Boy” e “Robot/Computer Boy”, opere accumunate dalla giovane età dei soggetti rappresentati, uno degli elementi di cui Banksy è solito servirsi per trattare temi di rilevanza globale che definiscono il nostro presente. Completano il percorso espositivo, infine, una corposa selezione di opere curata da Sabina de Gregori, che danno la possibilità ai visitatori di incontrare oltre 70 esemplari originali dell’artista.