Il genio di Elio Fiorucci arriva in Triennale Milano con una mostra imperdibile.
Da oggi 6 novembre fino al 16 marzo, il museo milanese dedica infatti al leggendario creativo scomparso nel 2015 una retrospettiva che si concentra non solamente sul suo ruolo di stilista ma anche sulla sua capacità di alimentare la controcultura e anticipare le tendenze.
“La mostra rende giustizia e meriti a Elio Fiorucci, anche meriti che non sempre gli sono stati riconosciuti a cospetto di grandi nomi della moda italiana. Fiorucci appartiene a tutti e l’idea di renderlo fruibile anche a generazioni che non hanno avuto la fortuna di viverlo è un’opportunità enorme.”
Alessandro Pisani, CEO di Fiorucci
Il percorso espositivo esplora dunque come a partire dagli anni Sessanta Fiorucci abbia rivoluzionato il costume, la moda e la scena dell’arte contemporanea in Italia attraverso intuizioni quali la nascita di uno dei primi “concept store” della storia: uno spazio in San Babila aperto nel 1967 in cui era possibile trovare di tutto e incontrare figure come Lina Wertmüller che girava le scene di un film o Keith Haring intento a dipingere gli arredi. E poi ovviamente spazio alle celebri campagne scattate da Oliviero Toscani, all’iconico logo di Italo Lupi con i due angioletti e in generale all’estetica stravagante, anticonvenzionale e pop che l’ha reso famoso.
“Milano, grazie a Fiorucci, è stata per almeno due decenni uno dei magneti delle idee più avanzate della cultura giovanile internazionale e la culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio. Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo, Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale.”
Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano
L’intera esposizione viene inoltre attraversata dalla voce dello stesso designer, resa attraverso registrazioni fino a ora inedite, che ripercorre alcuni momenti personali, imprenditoriali e culturali portando uno sguardo nuovo sulla sua figura.