Fin da piccolo, Gabriele Centurione, in arte Tripolare, si circonda di musica. Ha solo quattro anni quando inizia a suonare il violoncello e da quel momento la sua vita sarà scandita dalle note, anche se inizia a fare sul serio nel 2018. «Ho iniziato a fare musica cinque anni fa, inizialmente giocando con la produzione musicale al computer. Poi è diventata una passione molto più seria. Ho cominciato a dedicarmi alla musica come forma di sfogo».
Abbiamo intervistato Tripolare per parlare di musica, forza, libertà e creatività, e abbiamo capito che oggi, per i giovani della nuova generazione, la forza è tante cose. Nella musica, come negli altri ambiti, la concorrenza è grande, e se vuoi davvero arrivare in cima alla montagna, allora devi lottare, ma sempre con la consapevolezza di sé stessi. «Essere forte è conoscere i propri limiti, le proprie insicurezze, i punti deboli e saperli accettare. Affrontare ciò che ti succede, con anche un po’ di ironia». Quando abbiamo chiesto a Gabriele cosa fosse la forza per lui, ci ha risposto così.
Dr. Martens è sinonimo di forza sin dalla sua nascita nel 1960 e ora si appresta al lancio della sua nuova campagna Made Strong, che traduce in forza la fluidità, la creatività e l’inclusività; nel coraggio di cambiare, di ricercare il proprio potere nella vulnerabilità, la ribellione nell’espressione di sé. Tripolare sta sulla stessa frequenza, ed è per questo che abbiamo voluto saperne di più.
Classe 2002, Gabriele ha voglia di fare, di spiegare e far vedere a tutti chi è, di cosa è capace. Lo fa attraverso le canzoni e i beat: oltre ad essere un cantautore, infatti, è anche produttore. «La musica per me è un modo per uscire dal reale, divertendomi, valorizzandone le sfumature, in un certo senso». Ci dice. «Il motore che mi spinge a creare musica è semplicemente quello che vivo, le cose che mi succedono. Spesso scrivo durante i viaggi, oppure quando torno a casa dopo una serata, o semplicemente per strada. Mi viene da segnarmi qualcosa e poi ne esce una canzone».
Il suo processo di creazione è semplice, come semplici sono i momenti da cui prende ispirazione. Non ha bisogno di troppe cose, fare musica gli viene naturale. Lo ha appreso a Napoli, la sua città, dove ha imparato ad affrontare le situazioni di petto. «L’istintività ha giocato un ruolo fondamentale sia nella mia vita, che nella scrittura dei brani. Bisogna darle fiducia e lasciarsi andare, insomma vedere che succede. L’istintività non si allena ed è necessario darle modo di dimostrarti che funziona. Che ha senso fidarsi del proprio istinto».
Il suo ultimo singolo, “Uragani“, parla proprio di questo, e continua la narrazione iniziata con l’EP “PANORAMA20“. «Panorama è anche una parola che rimanda a un’immagine ben chiara, è qualcosa che ti fermi a guardare per vedere tutte le strade che hai percorso, che hai evitato, quelle che forse prenderai in futuro». «Scegliere questo nome è stato un mio osservare dall’alto dei miei vent’anni, ho cercato semplicemente di avere uno scorcio su quello che è stato il mio prima, quello che sarà il mio dopo e il mio presente. E ho capito che potevo prendere delle scelte». Ci spiega Tripolare quando gli chiediamo di raccontarci il perché ha deciso di chiamare così il suo EP. «”PANORAMA20” è nato appunto dalla volontà di fare il punto della situazione su quello che sono stati i miei ultimi anni adolescenziali e l’ingresso nel mondo degli adulti. Con difficoltà ovviamente. Quindi avere a che fare con una forma di lavoro, dover fare i conti con le ambizioni e saperle realizzare».
Entrare nel magico mondo della musica non è facile e Gabriele lo sa, ce lo ha detto quasi confidandocelo. Soprattutto per un artista emergente come lui, che è nell’industria relativamente da poco. «Il mondo della musica in realtà non è per nulla inclusivo, è pieno di insidie, di odio, di invidia. Però è anche un mondo dove il grosso lo fai tu, quindi cerco semplicemente di non essere così. E mi è servito molto».
Per nuotare in questa vasca di squali, ed emergere senza venire azzannato, bisogna avere forza e determinazione, e non farsi scoraggiare. «Una cosa che ho imparato a fare, e che mi è servita molto, è non soffermarmi troppo sulle cose che non vanno come voglio che vadano, ma sul continuare ad andare avanti, non fermandomi e non demoralizzandomi mai. Alla fine è una vita che va vissuta, i brani escono così, non bisogna soffermarsi sulle cose negative». «Devo rimanere leggero, fluido, nel continuare a creare, a divertirmi con quello che faccio».
Ed è quando ci racconta della sua prima esperienza sul palco davanti a tante persone, nella sua città, che traspaiono i sentimenti di cui ci ha appena raccontato. È lì che Tripolare si diverte, parlandoci del suo primo approccio con persone in carne ed ossa, che tengono il ritmo, che cantano con lui. E non gente qualunque, ma gente della sua città.
«Mi ricordo ancora il mio primo live al The Wall a Napoli, che in realtà era un’apertura, ed ero molto in ansia proprio perché era un’apertura. Non avevo mai cantato live e mi sono stupito del fatto che poi in realtà cantavano tutti, e questa cosa mi ha dato un sacco di sicurezza perché mi sono divertito, capito? Sono salito là sopra e la gente cantava. Era bello, bello, veramente figo. Mi ha incoraggiato perché poi ho detto: “Ah, vedi allora, gli ascoltatori sono reali, sono persone vere”. Non è così scontato oggi».
Anche Dr. Martens porterà alcuni artisti a cantare in live. Sempre nell’ambito della campagna Made Strong, il brand ha organizzato per il 28 ottobre, in collaborazione con MI AMI, il Dr. Martens Fest, giunto alla sua terza edizione. Un’occasione in cui il marchio celebrerà la musica e l’espressione creativa nell’arco di una giornata di workshop, mostre e performance musicali.