Tutto sull’adidas Originals Adizero Aruku

In questo mondo delle sneakers sempre più dominato da rétro e nostalgia è sempre più difficile trovare qualcosa di nuovo, tanto che siamo ormai abituati a emozionarci di più per una colorway inedita di qualche vecchio modello che per qualche debutto interessante.

adidas sembra ricordarsi bene come funzionava fino a un po’ di tempo fa anche in ambito lifestyle e ce l’ha dimostrato al meglio quest’estate con il lancio della nuova Adizero Aruku, un modello molto particolare destinato fin da subito a creare fazioni ben distinte tra gli appassionati.

Con grande tempismo il brand delle Tre Strisce ha iniziato a far circolare qualche scatto delle sue nuove scarpe la scorsa primavera, approfittando poi dell’estate Olimpica per presentarcele al meglio. Il tutto, però, mettendo bene in chiaro che nonostante il look particolare e il periodo si tratta di sneakers, non di scarpe performance.

Uno dei primi a mostrarci come si deve le Aruku sui social è stato Tyler Mansour, in arte @arab_lincoln, talenuoso e imitatissimo fotografo che sempre più spesso viene invitato a immortalare le nuove uscite dei migliori brand. Poi è stato il turno di Gunna, che ha deciso di indossare la colorway di lancio durante il suo concerto al Wireless Festival di Londra.

La Aruku non è una scarpa tecnica che “spera” di sfondare nel mondo lifestyle, ma una scarpa lifestyle pensata e realizzata con bene in mente il DNA sportivo di adidas.

Il design team del marchio tedesco ha pescato a piene mani dall’archivio e dai trend del momento: la corsa, in particolare quella sulle lunghe distanze, ci ha insegnato che per lo meno in questo caso “bigger is better” e sembra ormai chiaro che siamo nel pieno dell’era delle scarpe comode, quindi perché non esagerare?

Le linee della tomaia e la prima colorway della Aruku derivano direttamente da quelle dell’Adizero PR, modello low profile dei primi anni ’00 realizzato per il mercato giapponese e pensato per mezzofondo, lunghe distanze e competizioni come l’Ekiden. La PR rappresenta alla perfezione tutte le caratteristiche canoniche del running dei primi anni ’00: ultra-leggera, ultra-tecnica, ultra-aggressiva. Fa quindi un po’ strano vederne forme e colori “montati” sulla suola oversize disegnata per l’Aruku, che imita i volumi delle moderne scarpe pensate per la corsa su strada. Il risultato è un ponte tra due diverse generazioni di scarpe sportive – vent’anni sono tantissimi se si parla di evoluzione delle scarpe sportive, ma in questo modello elementi che almeno apparentemente non c’entrano molto tra di loro comunicano alla perfezione.

Non è un caso che, nonostante si tratti di una scarpa lifestyle, oltre a forme e colori tra le eredità della già citata PR ci sia ben evidente il nome “Adizero” – quello della più importante linea tecnica di adidas dedicata al running di cui fanno parte anche le Adios Pro, finite sul gradino più alto del podio di Parigi ai piedi dell’etiope Tamirat Tola, vincitore della maratona maschile alle scorse Olimpiadi.

Anche per questo motivo per lo sviluppo della Aruku il design team di adidas ha “rubato” dal mondo performance scegliendo di utilizzare la Swirlfoam, una particolare schiuma arricchita con azoto ampiamente utilizzata nelle scarpe da corsa che, oltre a rendere la scarpa morbida e ammortizzata, consente di realizzare suole con grandi volumi pur mantenendole molto leggere.

Fino a una decina di anni fa era normale vedere le nuove tecnologie sviluppate dai diversi brand per i migliori atleti finire nelle scarpe pensate per il grande pubblico, certamente per pubblicizzare le novità con prodotti ampiamente distribuiti e utilizzabili da più persone, ma anche per mostrare con grande orgoglio ciò di cui si era capaci. Questo meccanismo con il tempo è andato a perdersi, con la crescita esponenziale del pubblico delle sneakers e un interesse predominante per vecchi modelli e collaborazioni esclusive.

L’Adizero Aruku sarà tra i modelli protagonisti del catalogo lifestyle di adidas nel 2025, ma già ora abbiamo modo di vedere quali siano le sue potenzialità con le colorway di lancio e una serie di collaborazioni esclusive con alcuni key partners in giro per il mondo: Atmos in Giappone, Concepts negli Stati Uniti e FootPatrol nel Regno Unito.

In un momento in cui i trend cambiano velocemente ed è così facile annoiarsi, l’Aruku potrebbe rivelarsi un’ottima alternativa alle solite cose viste e riviste per chi ha abbastanza curiosità per darle una chance: il potenziale c’è, ora non resta che aspettare e vedere cosa adidas saprà offrirci nei prossimi mesi. Tenetela d’occhio: che l’adidas Adizero Aruku possa diventare la vostra prossima scarpa preferita?