Lo scorso 6 Dicembre la dinastia UltraBoost ha dato alla luce il sua terza genita. Ambasciatrice nel mondo del comfort applicato all’estetica questa 3.0, indubbiamente sfavorita dall’invecchiamento fisiologico della silhouette, ha riscosso una leggera flessione dell’apprezzamento da parte del pubblico “casual”.
A quasi due anni da quella performance all’half time di gara 4 Cavs @ Bulls allo United Centre e dalla conseguente isteria collettiva del day after le UltraBoost hanno scritto paginate di storia sul libro delle sneakers; in diciannove mesi Adidas ha rilasciato tre diverse versioni – uncaged escluse – di una scarpa che ha rivoluzionato il gioco. Ma perché tutta questa necessità di cambiare una ricetta così vincente? Perché rischiare di rompere gli equilibri che hanno fatto innamorare milioni di appassionati in tutto il mondo?
A sciogliere tutti gli interrogativi riguardanti la trilogia UB e alla propria evoluzione ci ha pensato Ben Herath: designer di queste 3.0 e direttore del design per tutto il progetto UltraBoost.
(intervista a cura di Nice Kicks, per leggere la versione integrale in lingua originale clicca qui)
Per la nuova trama del Primeknit sulla nuova UltraBoost abbiamo tratto ispirazione dal corpo umano. Grazie ad Aramis siamo in grado di osservare gli esatti movimenti della pelle durante la corsa, questo ci consente di andare a modellare il tessuto per rinforzare le zone critiche del piede differenziando aree più o meno elastiche. Il design e il look finale del Primeknit è dunque guidato dalla tecnologia e dalla scienza dello sport affinché possa riflettere le forme e il movimento corporeo. […] L’evoluzione delle UltraBoost rappresenta il meglio della tecnologia Adidas, confermandole pioniere e punto di riferimento nel mondo running. […] Quando vidi Kanye West indossare il nostro miglior prodotto running-performance durante i suoi live rimasi davvero colpito, è un grande onore sapere che una persona che stimo e da cui traggo ispirazione lo apprezzi. […] Le UltraBoost hanno indubbiamente cambiato la mia vita, è diventato difficile per me immaginarmi ai piedi una sneaker che non sia UB; ora l’unica domanda che mi pongo quando devo scegliere una scarpa da indossare è “che colore di UltraBoost posso mettere oggi?” […] Pur essendo estremamente felice per il successo riscosso cerco comunque di guardare a questo traguardo raggiunto come una nuova sfida: creare la prossima scarpa da running che cambi nuovamente il gioco.