La semifinale di Nations League non ha solo visto la prima sconfitta degli Azzurri di Mancini dopo 37 partite, ma anche il debutto della maglia casalinga con una modifica rispetto a quella che ha vinto EURO 2020, ovvero l’introduzione della tecnologia ULTRAWEAVE. Per l’occasione, abbiamo parlato con Stefano Favaro, Creative Director Teamsport, e Jacob Bennett, Designer Teamsport Apparel, per capire come è nata questa maglia, in cosa differisce dalla precedente e cosa c’è nel futuro di PUMA.
ULTRAWEAVE è la maglia performance più leggera mai creata da PUMA. Come avete raggiunto questo obiettivo e quanto ci avete messo per elaborare questa ricerca?
Il nostro obiettivo è quello di rendere gli atleti più veloci e nel calcio sono solo due gli elementi che possiamo toccare per migliorare la condizione dei calciatori: gli scarpini e la maglia. Sui primi abbiamo già una storia importante relativamente all’innovazione, mentre nell’apparel non eravamo mai stati in grado di sviluppare una tecnologia così rivoluzionaria prima. Nell’apparel il processo è più lungo. L’idea e l’inizio del processo è nato a ottobre 2018, con il volo di un nostro team in Vietnam per capire come implementare un nuovo materiale e un metodo di lavorazione che ci permettesse di alleggerire la maglia. Abbiamo creato diversi sample in base all’uso di diversi materiali e cuciture, un segno che il processo è stato lungo e laborioso. Siamo molti soddisfatti dai test.
Avete realizzato questi test anche con i giocatori che le utilizzeranno dal prossimo anno?
Certamente. Abbiamo provato la tecnologia con i calciatori dell’Italia, del Manchester City, Marsiglia, Valencia e tutti i top team del marchio. Si tratta di un prodotto così nuovo e diverso che non potevamo limitarci a realizzare delle prove internamente all’azienda, dovevamo per forza passare dai calciatori. Il processo di testing è stato sicuramente il più lungo, a differenza di quanto si potrebbe immaginare.
L’iter creativo invece quanto è durato?
È proprio qui che la gente potrebbe sorprendersi, perché è stato breve. A inizio 2019 avevamo già completato il processo nato a ottobre 2018. Poi c’è stata la parte di creazione in fabbrica, poi testing e fitting.
A proposito di innovazione e fitting, su quali elementi cercate di lavorare maggiormente in un contesto come quello di ULTRAWEAVE? Cuciture, materiali, tecnica di realizzazione, ad esempio.
Ogni singolo elemento è preso in considerazione per cercare di rendere il prodotto più leggero. Il concetto che avevamo in mente era quello della semplicità, perché se ci fossimo complicati la vita con cuciture particolari o altri sistemi del genere, non avremmo mai raggiunto questo obiettivo. Siamo partiti con un obiettivo molto ambizioso, cioè creare una maglia incredibilmente leggera, quasi impossibile da realizzare, e da lì abbiamo capito dove aggiungere cuciture ed elementi di rinforzo. Inizialmente volevamo ridurre al minimo le cuciture, quasi eliminarle, ma alla fine abbiamo deciso di implementarle sulle spalle con materiale elastico, per dare più forza alla maglia. Abbiamo realizzato test in tutto il mondo, con diverse temperature, terreni di gioco e condizioni in modo da ottenere un risultato sempre ottimale.
Quanto è tangibile la differenza nel materiale per i calciatori?
Notevole, soprattutto per un paio di aspetti. Vero, il focus di questo design è la leggerezza ma abbiamo raggiunto traguardi importanti anche per la capacità di assorbimento. Questa maglia assorbe il sudore molto rapidamente, ma soprattutto si asciuga con estrema velocità, specialmente nei contesti caldi. Abbiamo cambiato un po’ anche il fit rispetto alle maglie del passato, è meno attillato, e anche questo approccio è nato dalle parole dei calciatori.
Come una tecnologia impatta sui design di una maglia?
Moltissimo, perché una tecnologia va a impattare sulle modalità di produzione. Una persona può avere idee e intuizioni, ma un brand come PUMA lavora su grandissime quantità, divise su più fabbriche, e ciò chiaramente ha un grande impatto. Allo stesso modo anche il cambio del fit porta a delle variazioni su quello che il design vuole essere in origine. Pensiamo anche alle applicazioni. Di solito utilizziamo transfer a caldo ma per questa maglia abbiamo utilizzato Ultralight Performance Print, o ULPP, ovvero un nuovo sistema che dimezza il peso di queste accortezze estetiche. Sono processi lunghi e ricchi di variazioni, non sempre si vedono, ma ci sono.
Al momento ULTRAWEAVE sarà usato solo per le maglie da gara?
Al momento sì. Abbiamo pensato di utilizzarla anche per il materiale di allenamento essendo un prodotto nato direttamente dall’universo training. Sicuramente applicheremo ULTRAWEAVE ad altri mondi, come il motorsport.
Quanta vita potrà avere ULTRAWEAVE?
Direi circa quattro anni. Ovviamente avremo delle modifiche da fare in corso d’opera, specie sul fitting, perché il calcio si evolve, così come il fisico degli atleti.
Come cambia lavorare sulla maglia di una Nazionale rispetto a quella di un club?
A mio avviso non molto, perché c’è sempre la volontà di collegarsi a storie e significati che rafforzano il design. In PUMA abbiamo una mentalità per cui la maglia home è solitamente più tradizionale, la away ha un concept ben definito legato a un determinato filone, e la terza è più creativa. In alcuni casi è più facile fare ciò, pensiamo ad esempio alla maglia Rinascimento degli Azzurri: ci si può ispirare a tanti elementi regionali e tradizionali del Paese per renderla unica e ricca di significato. Seppur con storie diverse e con un bacino di ispirazioni più limitato, si fa lo stesso anche con i club.
PUMA si sta espandendo sempre di più in sport come atletica, basket e motorsport. Queste categorie come comunicano tra di loro e possono influire sui diversi prodotti?
È il bello di PUMA. Ogni anno abbiamo due eventi che chiamiamo Design Camp, all’interno dei quali i designer delle varie categorie possono confrontarsi, scambiarsi idee e progetti per il futuro. Negli ultimi anni la sinergia è cresciuta, specie nel relazionarsi a nuove tecnologie come questa. C’è tanto confronto a proposito di sportstyle perché siamo soliti lavorare a diverse collaborazioni che ora sono sempre più solite espandersi anche nello sport. Ciò che uscirà nel prossimo futuro te lo potrà confermare. Ci sarà una grossa sorpresa verso la fine dell’anno.