Continua spedito il periodo d’oro di Stephen Curry che dopo aver firmato un faraonico rinnovo con i Golden State Warriors a inizio luglio, ha da poco annunciato la realizzazione di “Underrated”, un documentario sui suoi anni nell’Università di Davidson.
La carriera di Curry, tre volte campione NBA e due volte MVP della lega, non è sempre stata rose e fiori, anzi soprattutto all’inizio ha riservato al campione nativo di Akron moltissime insidie. Nei primi anni, complici un fisico ancora non al meglio e numerosi problemi alle caviglie, Curry era visto da tutti gli scout e gran parte degli addetti ai lavori come un “giocoliere” mai adatto a ricoprire un ruolo da leader. L’unica università che puntò su di lui dandogli una borsa di studio fu il piccolissimo ateneo del North Carolina Davidson, in cui Curry giocò per tre anni, sfiorando le Final Four NCAA.
Il documentario “Underrated” vuole raccontare proprio quel periodo, e in particolare il terzo anno di Curry, quello da sophomore, in cui avvenne la gloriosa cavalcata. Il piccolo ateneo eliminò prima Gonzaga (40 punti di Stephen), poi Georgetown (30 punti) ed infine Wisconsin (33 punti), per poi finire la propria corsa contro Kansas. Dopo quell’annata Steph si dichiarò eleggibile al Draft venendo selezionato dai Golden State Warriors, e iniziando la sua leggendaria carriera.
Il documentario porterà delle firme illustri e ben conosciute nella Baia di San Francisco: il produttore della pellicola è Ryan Coogler, uno dei nomi più caldi oggi a Hollywood, che prima di dominare il botteghino come regista di “Creed” e “Black Panther” aveva vinto il prestigioso Sundance Film Festival col suo esordio “Fruitvale Station”, ambientato proprio nella Oakland a lungo dominata da Steph Curry in maglia Warriors. Il regista sarà invece Peter Nicks che nella Baia ha già ambientato i sue primi tre film, concludendo la trilogia con “Homeroom”, un altro titolo vincitore al Sundance.
Non sappiamo ancora molto sulla data di uscita e sulle modalità di distribuzione della pellicola, ma ciò che è certo è che il documentario metterà in primo piano non solo il basket ma la crescita umana, sportiva e mediatica del campione degli Warriors.