Wilder vs. Fury sarà una trilogia, si lavora già al terzo e ultimo match

Il primo incontro fu un pareggio, nel secondo Fury ha battuto Wilder con una dimostrazione esemplare delle sue abilità. Sul contratto c’era una clausola attivabile in trenta giorni da uno qualsiasi dei due pugili che avrebbe automaticamente stipulato un terzo incontro. Wilder l’ha esercitata. Ci sarà Wilder vs. Fury III.

La vittoria di Fury nel secondo match della trilogia è stata la celebrazione di un percorso, il ritorno del re gitano da anni di buio, depressione, alcolismo, abuso di droghe e convivenza col suicidio. Fury è diverso. Lo si capisce da come parla della sua depressione, da come affronta l’allenamento e gli incontri. D’altronde chi se non lui avrebbe potuto rialzarsi dalla combinazione destro-sinistro che Wilder gli tirò nel dodicesimo round del primo match?

Nel secondo match vinto da Fury, l’angolo di Wilder ha lanciato l’asciugamano nel ring, in segno di resa. Wilder ha poi dichiarato che ci saranno conseguenze, valutando il licenziamento del responsabile Mark Breland dal momento che, parole sue, “avrebbe preferito morire sul ring che annunciare la resa”. Secondo il medico di ring la scelta di Breland non solo è stata corretta, anzi va ricompensata, visto con che conseguenze avrebbe potuto concludere l’incontro.

Wilder vuole quindi sfidare nuovamente Fury, per la prima volta in cerca di redenzione dopo una sconfitta su 44 incontri in carriera. Il destro più letale della storia della boxe si è lasciato andare a ulteriori dichiarazioni, dicendo che la sua brutta prestazione era da imputare soprattutto alla pesantezza della sua “armatura” con cui è entrato sul ring. L’impressionante creazione in strass, pietre e LED dei costumisti Cosmo And Donato doveva essere un omaggio da quasi 50.000$ alla cultura afroamericana durante il Black History Month, invece si è rivelato un deterrente. La debolezza delle gambe di Wilder è stato un problema molto visibile, specie dopo il quarto round. Wilder si è anche presentato con 20 libbre in più rispetto al primo incontro, cosa che potrebbe avere influito sulla sua mobilità.

Niente Anthony Joshua quindi, né per Fury né per Wilder, che dovrà trovarsi quantomeno un altro match dopo la riconquista del titolo su Andy Ruiz Jr. in dicembre. La trilogia tra l’americano e il britannico è sensata anche economicamente, arrivando dopo un incasso record nella seconda sfida. I 16.9 milioni di dollari riscossi dalla MGM Grand Garden Arena sono un record per un match di boxe Nevada, ben di più dei 3.5 milioni guadagnati dai biglietti del primo match, ma comunque distanti dai 72.2 milioni di Mayweather Jr. vs Pacquiao. Battuti i 16.86 milioni di Lennox Lewis vs. Evander Holyfield del 1999. Il secondo incontro tra “The Gyspy King” e “The Bronze Bomber” ha generato un totale di oltre 200 milioni, molti di questi derivanti dagli acquisti della Pay-Per-View americana.

Ancora vanno definiti ovviamente luogo e data dell’incontro, e molto passerà dai tempi di recupero di Wilder. Certo è che se i promoter, i broker e le organizzazioni riusciranno nuovamente a mettere da parte le rivalità e la competizione interna in favore di un grande evento, allora la riuscita potrebbe rilanciare ancora di più un florido periodo per i pesi massimi, economicamente e televisivamente.