L’inizio del 2019 per Kanye West non era stato dei migliori. A gennaio, infatti, erano iniziate a girare le prime voci su una presunta causa intentata dal fornitore di tessuti giapponese Toki Sen-i Co contro Yeezy Apparel, LLC.
Al momento i capi di accusa non sono certo leggeri: violazione di contratto e frode.
Ma andiamo per gradi.
Cosa è accaduto?
Secondo gli atti depositati, tutto iniziò a giugno 2018, quando le due parti concordarono una produzione di 53.500 iarde di tessuto a un costo di circa 11$ l’una.
Alla fine del mese, quando ormai la produzione era iniziata e il contratto firmato, la società giapponese richiese metà della somma pattuita come acconto. Yeezy si offrì di pagarne solo il 30% (sebbene, agli atti, non figuri alcun pagamento), finché a metà luglio comunicarono l’intenzione di non saldare i propri debiti. A questo punto, a lavoro iniziato e quasi terminato, Toki Sen-i Co si ritrovò in difficoltà nel rientrare con le spese, poiché i tessuti prodotti erano su misura e ad uso esclusivo di Yeezy Apparel, LLC.
I danni, però, furono più ingenti del previsto: data la mole di tessuto richiesto, la società aveva addirittura affittato un magazzino per conservarli in attesa della consegna, spazio costato 560$ al mese.
Insomma, il totale della perdita ammonterebbe a circa 625mila dollari.
E non è tutto.
Le accuse
Le accuse nei confronti di Yeezy sono ben più gravi, tanto da far entrar in gioco la frode. Secondo quanto dichiarato da Toki Sen-i Co, Yeezy sarebbe una società fittizia, un “guscio vuoto” senza capitali, membri, patrimoni né asset finanziari in cui l’unico a farne parte risulta essere lo stesso Kanye West. A che pro?
Yeezy was intended, conceived, and used by Kanye as a device to avoid individual liability and for the purpose of substituting a financially insolvent company in the place of Yeezy.
Dunque, Yeezy Apparel, LLC opererebbe al fine di evitare la responsabilità personale e allo scopo di riversarla su una società insolvente. Una sorta di “prestanome”, diremmo oggi. Insomma, la Toki Sen-i Co non arretra di un passo ma anzi, vuole andare in fondo alla questione una volta per tutte.
Cosa sappiamo oggi
Secondo quanto riportato da Yahoo Entertainment e da alcuni atti giudiziari finiti in rete, un giudice avrebbe parzialmente accolto la richiesta della Toki Sen-i Co.
Sebbene Kanye non si sia mai esposto pubblicamente in merito, pare che si sia rifiutato di pagare quanto pattuito poiché la merce non rispettava alcuni punti sottoscritti da entrambe le parti (non si sa se in termini qualitativi, di produzione, fabbricazione o altro).
Il caso, ad ogni modo, sarà portato all’attenzione della corte suprema l’11 maggio del 2020. Continuate a seguirci per saperne di più.