Zara ancora nei guai: la protesta dei cartellini

Guai in vista per Zara. Perennemente sotto ai riflettori, il brand spagnolo si è sempre distinto per la sua tendenza a copiare i vari brand di punta, ma oggi, quello che ha rilasciato oggi dal sito Refinery29 è una questione ben più grave.

I clienti del brand spagnolo a Instanbul infatti, hanno trovato dei cartellini attaccati nei propri vestiti in cui i lavoratori che avevano prodotto il capo, denunciavano di non essere stati pagati, scrivendo queste parole: “I made this item you are going to buy, but I didn’t get paid for it”.

Questa è la protesta degli ex-operai dell’azienda tessile Bravo Tekstil, chiusa nel luglio del 2016 all’improvviso lasciando a casa bene 155 dipendenti non pagandogli mesi arretrati di stipendi.

Non poteva mancare ovviamente la replica di Inditex, proprietaria di Zara e di altri brand come Pull & BearBershka, precisando che tutti i gli obblighi contrattuali era stati rispettati e che, grazie all’aiuto IndustriALL, un sindacato internazionale, aprirà un fondo di emergenza per i lavoratori che hanno perso il lavoro per colpa della chiusura dell’azienda.

Ovviamente con questo atto, i lavoratori turchi hanno ri-aperto una discussione che gira intorno al mondo del fast-fashion, chiedendoci se è veramente giusto che queste aziende risparmino sulla tutela dei lavoratori per puntare a produrre sempre di più in pochissimo tempo.

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