Clare Waight Keller lascia Givenchy: davvero siamo sorpresi?

Venerdì LVMH ha condiviso un comunicato stampa in cui annunciava l’allontanamento di Clare Waight Keller dal ruolo di direttrice creativa di Givenchy.

Normalmente una notizia di questo calibro dovrebbe coglierci di sorpresa, ma non è questo il caso. Per una serie di motivi che ora andremo ad analizzare, la mossa intrapresa dalla storica maison era infatti piuttosto prevedibile.

Nei tre anni durante i quali la stilista proveniente da Chloé è stata la prima donna a guidare la casa di moda fondata da Hubert de Givenchy, i risultati non sono stati propriamente dei migliori, non tanto a livello di vendite, ma piuttosto in quanto a parere critico degli insider.

Ripercorrendo i momenti salienti di questo capitolo, vanno sicuramente annoverate le campagne con Ariana Grande e Marc Jacobs, l’inaspettata collaborazione con Onitsuka Tiger, il legame costruito con Meghan Markle e un’attenzione specifica per il settore delle sneakers. Tra l’altro, proprio quest’ultimo punto, con il lancio della JAW presso alcuni store come mita sneakers e Footpatrol, ha in particolar modo fatto storcere il naso ai puristi, poiché considerata una strategia decisamente fuori luogo.

Ma in ogni caso, cos’è tutto questo in confronto alla gloriosa era di Riccardo Tisci?

Probabilmente è qui il problema principale, perché è impossibile non considerare il fatto che il binomio Tisci-Givenchy sia stato senza ombra di dubbio uno dei più segnanti nell’ultimo decennio del fashion business. In dodici anni, l’attuale direttore artistico di Burberry ha infatti saputo rilanciare il brand francese, ricostruendo i suoi codici stilistici con una visione talmente all’avanguardia che tuttora fa tendenza.

Trovarsi a dover sostituire un incarico del genere sarebbe stato difficile per chiunque e quindi Clare Waight Keller ha scelto di optare per la scelta più semplice e ovvia, cioè continuare sulla stessa strada del suo predecessore. Ovviamente sappiamo benissimo che è più facile a dirsi che a farsi ed è proprio per questo che il suo lavoro è parso privo di identità, lasciandoci dunque con l’amaro in bocca.

Al momento non sappiamo chi sarà il nuovo direttore creativo, anche se sul web sono già partite le scommesse, ma la speranza di tutti è che possa essere qualcuno in grado di scrivere un nuova pagina nella storia del marchio.