Sono passati già sei mesi da quel pomeriggio di inizio agosto in cui l’atletica leggera italiana ha raggiunto la sua apoteosi, grazie agli ori ravvicinati conquistati da Gianmarco Tamberi nel salto in alto e di Marcell Jacobs nei 100 metri piani alle Olimpiadi di Tokyo 2020, due imprese inimmaginabili che ancora oggi ci mettono i brividi. Tamberi è sicuramente stato uno dei protagonisti del prolungato magic moment dello sport italiano, che oltre al grande exploit nell’atletica ha riguardato anche il calcio, il ciclismo, perfino il polo, e speriamo anche gli sport invernali ai Giochi Olimpici invernali che stanno per iniziare. Il suo personaggio però va assolutamente oltre la sfera sportiva: abbiamo voluto intervistarlo per conoscerlo meglio, per capire che cosa comporta il successo e che cosa è scattato nella testa degli atleti azzurri nel 2021, ma anche per scavare più a fondo nella storia recente di un atleta che molti conoscono solamente per il mito della sua barba tagliata a metà, che non è solo una questione di scaramanzia ma un modo, a volte conflittuale, di riflettere la propria personalità e di comunicare col proprio corpo. Oltre a tutto ciò si parla anche dei suoi look, di Matteo Berrettini, del basket NBA e del Festival di Sanremo.
Innanzitutto, cosa è successo nella tua vita dopo i Giochi Olimpici? Quanto è cambiata?
È cambiata abbastanza, se prima c’erano dei momenti vuoti adesso non esistono più, sono sempre di corsa e pienissimo di cose da fare. Ci ho anche messo del mio, devo dire, visto che io e Chiara abbiamo preso casa e ci sposiamo quest’anno… ma tutti questi impegni in fondo ci mettono alla prova. Sicuramente è molto bello il fatto che la gente mi fermi per strada e mi ringrazi per quello che ho fatto o mi faccia i complimenti, come a dire “grazie per essere riuscito a farmi sperare che accada qualcosa nella mia vita”. È sicuramente la cosa che mi fa più piacere.
Come vive il successo uno sportivo come te, non limitandosi solamente al possesso materiale di una medaglia? E come ti relazioni con le persone che incontri?
La medaglia è l’ultima parte del successo, prima di tutto c’è ovviamente un riscatto personale dopo una vita a rincorrere questo grande sogno. Ora che l’ho realizzato sono in grado di pensare che tutto quello che ho fatto ne è valsa la pena. Poi io sono una persona antimaterialista, quindi credo che le emozioni e i sentimenti delle persone valgano più di qualsiasi oggetto.
Ci sono degli sportivi di cui sappiamo tutto e di altri meno: la tua routine quotidiana in cosa consiste?
Cambia molto da un periodo ad un altro: durante la preparazione, lontano dalle gare, ci sono molti più allenamenti da affrontare e le ore che non passo al campo sono quelle che passo sul letto del fisioterapista per recuperare. Poi c’è una parte legata alla cura della mia immagine, i rapporti con i media, con gli sponsor, con l’agenzia che mi segue, anche con i social. Ci sono tante cose legate all’immagine dell’atleta che non si può fare finta non esistano e che al giorno d’oggi sono fondamentali per gli sport come il mio, visto che – a differenza del calcio, ad esempio – gareggiamo poche volte durante l’anno e abbiamo un circo mediatico completamente diverso. Bisogna essere bravi a rimanere sempre sé stessi senza costruirsi un personaggio.
Restando in tema routine, una cosa che quasi tutti sanno di te è la tua abitudine nel tagliare a metà la barba, un gesto nato per scaramanzia che è diventato pure il tuo nickname sui social, half-shave, ma che non ti ha accompagnato a Tokyo. Come mai? Tornerai a farlo in futuro?
La mezza barba è nata quando ho iniziato a gareggiare nel 2011 e mi ha accompagnato in ogni gara e in ogni finale fino al 2021. Dopo quel brutto infortunio del 2016, che mi ha impedito di andare a Rio, è stata veramente dura continuare a credere che fosse possibile realizzare il mio grande sogno, sono stati anni in cui ho dovuto affrontare frustrazioni, dolori e paure e avevo l’impressione che non sarei riuscito ad arrivare al livello che volevo. A gennaio 2021 ho quindi cercato di abbandonare tutti i miei riti scaramantici e uno di questo era la metà barba: volevo mettermi con le spalle al muro e uscire dalla comfort zone, perché sentivo che quello che stavo facendo in allenamento non era abbastanza per ambire all’oro alle Olimpiadi. Ho cercato di stravolgere tutto, è stata una scommessa, un qualcosa che mi ha consentito psicologicamente di rimescolare le carte. Qualsiasi scelta fatta nel corso della mia carriera dal punto di vista del look (colorarmi i capelli di verde, di bianco o di blu, ad esempio) è stato sempre per stimolare me stesso nei momenti di difficoltà, così da tirarmi fuori da un periodo no. Era come dire a me stesso “ora non puoi fare una figuraccia visto che ti stanno guardando tutti”, un modo per aumentare le pressioni e provare a saltare bene. Quindi mi sono imposto di non tagliarmi più la barba a metà in futuro, lo farò se mi andrà di farlo. Per tanti anni ci ho visto molto me stesso in quella barba, era sempre tagliata in maniera impeccabile: in una metà la precisione e nell’altra metà la sregolatezza della mia vita.
A proposito della recente collaborazione con Braun, cosa ti accomuna a questo brand?
Da quando ho iniziato a tagliarmi la barba a metà nel 2011 ho pensato che questa partnership fosse la cosa più logica e quando è arrivata la proposta ero contentissimo, anche perché avere al mio fianco un marchio che rappresenta l’eccellenza, per me che punto sempre alla perfezione tecnica in ogni allenamento, significa tanto. Credo che sia un concetto che ci accomuna tantissimo.
Il 2021 è stato sicuramente l’anno dei successi più incredibili per lo sport italiano, iniziato con gli Europei di calcio e proseguito poi con i trionfi alle Olimpiadi. Secondo te chi saranno i prossimi atleti azzurri che ci faranno emozionare?
Beh ce ne sono tantissimi, spero che nell’atletica si possano confermare i numeri di Tokyo. In questo 2022 abbiamo già visto un Matteo Berrettini che ha iniziato col botto, facendo qualcosa di clamoroso agli Australian Open di tennis. Secondo me si tratta di una scia non casuale: è un discorso legato alla positività, perché quando si entra in un mood positivo e si hanno altri compagni di squadra che riescono a vincere diventa quasi più facile ottenere risultati. Quello che mi incuriosisce più di tutto è cosa succederà a Beijing 2022, un’Olimpiade così vicina all’altra non c’è mai stata e speriamo che possa continuare come la scorsa: abbiamo tantissimi atleti, soprattutto atlete, che possono fare la differenza. Ovviamente il pensiero non può non andare a Sofia Goggia per quanto è successo, so bene cosa significa (in questo caso rischiare) di perdere un’Olimpiade nonostante un’ottima forma fisica e tecnica.
E invece, qual è il tuo rapporto con gli sport invernali?
Adoro sciare, da quando sono piccolo, ma ormai purtroppo sono tanti anni che non posso andare perché lo sport che faccio non mi permette di rischiare per una sciata. Dopo il basket se dovessi scegliere uno sport preferito direi sci e surf sullo stesso piano. Adoro più praticarli che seguirli gli sport, ma ovviamente non riesco a non guardare quelli che mi piacciono e non vedo l’ora di scoprire cosa faranno i nostri.
Parlando di basket, c’è un giocatore che mi ricorda i tuoi salti e la tua esplosività ogni volta che lo vedo giocare, Ja Morant. Ti piace? Ti rivedi in qualcun altro?
È senza dubbio un giocatore che lascia tutti a bocca aperta per ciò che sta facendo e per i suoi gesti atletici (anche perché non sarei mai in grado di farli, per caratteristiche fisiche che non mi appartengono), è impressionante l’elevazione a due piedi che ha e la capacità di verticalizzare, è un piacere per gli occhi vederlo giocare. La NBA la seguo molto, ho avuto la possibilità di vedere partite dal vivo e spero di tornare a farlo, ho giocato per 14 anni a basket e da piccolo uno dei miei sogni più grandi era proprio giocare su un parquet NBA, ma anche semplicemente calpestarlo.
Cambiamo discorso: è iniziato il Festival di Sanremo, lo guarderai? Ti piacerebbe essere invitato sul palco come ospite? Tra l’altro quest’anno al Fantafestival c’è un “bonus Tamberi”.
Sì, lo guarderò assolutamente. Per quanto riguarda l’invito, a chi non piacerebbe andare a Sanremo? Sarebbe una cosa fantastica e un grandissimo onore, ma al momento non ho ricevuto nessun invito. Del “bonus” me lo hanno detto due giorni fa, mi sembra una cosa simpatica per ricordare le imprese dell’anno scorso.
A settembre sei stato al Festival del Cinema di Venezia. Come ti trovi in queste situazioni mondane? Ti trovi a tuo agio o ci vai solamente perché “obbligato” a farlo?
No, in linea di massima dico che dobbiamo saperci trovare a nostro agio in tutte queste occasioni, significa che stiamo bene con noi stessi. È piacevole conoscere mondi nuovi e diversi, può comunque insegnarti qualcosa.
Che rapporto hai con la moda? C’è qualche item che ami indossare più di altri?
La mia ragazza è molto appassionata di moda e suo fratello fa lo stilista quindi loro vivono di moda, mi hanno un po’ inserito in questo mondo. In realtà vesto di tutto, a seconda delle occasioni. Sono abituato a vestire sportivo ovviamente, ma quando la situazione lo richiede indosso anche abiti, con sotto una camicia o una t-shirt.