I dubbi sull’interesse di Trump per Asap Rocky passano da Justin Bieber alla CNN

Sono momenti concitati questi, la storia della detenzione di Asap Rocky in Svezia assume sempre più i connotati di una telenovela che, però, non riesce a dar luce a un finale di stagione.

Arrestato il 3 Luglio, inizialmente si pensava sarebbe uscito il 19. L’ultima udienza però non ha dato i risultati sperati, prolungando ancora la sua permanenza forzata in Svezia e portando Donald J. Trump a intervenire.

Sollecitato da Kim e Kanye, che ancora una volta dimostrano un forte potere lobbistico, la sua azione è iniziata tramite Twitter e, proprio lì, ha trovato spazio la polemica in atto con Justin Bieber (e molti altri come lui, solo meno famosi).

L’azione del Presidente americano ha trovato largo apprezzamento tra le persone, soprattutto a fronte delle numerose campagne e sollecitazioni arrivate dai volti noti a favore della scarcerazione del rapper. L’altra faccia della questione però, non ha tardato a mostrarsi. Che l’azione del Presidente sia stato solo un modo per garantirsi maggiori consensi in vista delle prossime elezioni?

Proprio Justin Bieber, che dopo il matrimonio con Hailey Baldwin, sembra aver ritrovato una nuova spiritualità e uno spiccato amore per il prossimo, ha replicato ricordando al Presidente le condizioni in cui versano gli immigrati in America, ponendo l’accento sui bambini.

Se infatti sulle condizioni della cella di Asap Rocky c’è una forte ombra di mistero, tra fonti che ne parlano come se si trovasse in uno stato totalmente degradante, mangiando solo una mela al giorno e stando su un tappetino da ginnastica (almeno per i primi giorni), altri difendono il sistema carcerario svedese, come ad esempio la CNN.

Al contrario, invece, ciò di cui parla Justin Bieber e altri come lui, sono situazioni ben documentate e documentabili verso le quali anche l’ONU si è già mossa. L’indignazione partì dai racconti di detenzione di El Paso, in Texas, dove numerosissimi minori sono stati separati dalle loro famiglie in attesa di documenti per la richiesta d’asilo. Qui, chi è giunto sul luogo ha trovato celle minuscole e sovraffollate, bambini malati e denutriti, sporchi e con i pidocchi. Il tutto accompagnato dalla completa assenza di letti, costretti a dormire sul cemento a data da destinarsi. Che abbia ragione lui ad accusarlo di ipocrisia?

Nonostante le provocazioni, Trump tira dritto per la sua strada. Nell’ultimo tweet, infatti, rassicura i follower dicendo di aver personalmente parlato con Stefan Löfven, primo ministro svedese. Addirittura, il Presidente avrebbe garantito per lui il pagamento della cauzione, assicurando come il rapper non fosse a rischio di lasciare la Svezia, qualora venisse liberato.

L’ombra però si allunga sempre più sulla vicenda: la CNN riporta le parole di Toni Eriksson, portavoce di Stefan Löfven, che sottolinea la totale impermeabilità del sistema giuridico svedese alle mosse mediatiche del governo americano. Oltre ciò, ancor più grave, rinnega tutti gli ultimi tweet riguardo chiamate avvenute tra Svezia e America e, anzi, rincara la dose affermando che questi contatti non sono neanche in programma.

Che Trump stia dicendo sciocchezze solo per creare hype? Che sia tutta una strumentalizzazione per garantirsi un maggior consenso? Staremo a vedere come continuerà la storia.

Trovate l’articolo completo della CNN qui.