Che Pirelli stesse per lasciare l’Inter si sapeva. Negli ultimi anni è stato il mese di febbraio quello in cui Pirelli e Inter discutevano il rinnovo contrattuale, praticamente una formalità considerando che il rapporto tra le due parti prosegue dal 1995. Dopo 26 stagioni assieme è stato però Marco Tronchetti Provera a confermare l’1 marzo 2021 l’addio di Pirelli dalla maglia nerazzurra.
L’Inter è alla ricerca di un main sponsor nuovo e già da un anno ha detto di voler accettare solo offerte che si aggirano sui 30 o 35 milioni a stagione, cifre lontane quindi da quelle di Pirelli che non hanno mai fornito nemmeno 20 milioni di ricavi ogni anno calcistico. Nonostante ciò va comunicato che Tronchetti Provera non lascerà il mondo Inter, lui stesso infatti ha detto che Pirelli rimarrà legato al club a livello commerciale, probabilmente come sponsor minore.
L’accordo con Pirelli è stato fondamentale in quanto non è solo stato uno dei legami più duraturi nel mondo dello sport, ma è anche servito a vari momenti che hanno scritto la storia dell’Inter sia dal punto di vista estetico che gestionale. Pirelli ha inaugurato il rinnovo contrattuale decennale, una durata mai vista fino a quel momento, e nel 1996 ha persino contribuito all’ambito azionario nerazzurro con 15 miliardi di lire, un aumento di capitale che fecero salire le quote nerazzurre di oltre il 10%. Pirelli continuò a investire nell’Inter senza sosta, portando oltre 100 milioni nelle casse nerazzurre a latere rispetto al lavoro come main sponsor.
Negli anni, Pirelli ha mantenuto un totale di 234.2 milioni di ricavi per l’Inter, ovvero una percentuale del 4.3% in media sul fatturato annuale. Il marchio milanese ha iniziato con una sponsorizzazione da 2 milioni di euro a stagione, cifra arrivata a una base di 10 milioni annui dal 2009 per giungere a sfiorare i 20 milioni considerando anche i bonus per i raggiungimenti degli obiettivi in Italia e nelle Coppe Europee.
Dal punto di vista prettamente estetico Pirelli ha segnato indissolubilmente le maglie nerazzurre firmate prima Umbro e poi Nike, arrivando a sostituire un marchio comunque iconico quale Fiorucci.
Pirelli ha anche lanciato diverse variazioni ai propri sponsor come il nome del brand in cinese, la promozione del nuovo sito pirellifilm.com o addirittura alcune variazioni per lanciare linee particolari come la P-Zero o il Cinturato P7 del 2008. Lo stesso ragionamento fu utilizzato anche per Driver nel 2015, poi diventato il primo sponsor di schiena della storia interista.
Pirelli toccò il suo apice nelle pubblicità e nelle attivazioni, non è infatti un caso che il brand italiano abbia anche celebrato queste attività con due recente libri chiamati “Una Musa tra le Ruote” e “La Pubblicità con la P maiuscola”. Da qui sono nate installazioni fisiche per celebrare i 20 anni di partnership, shooting come quello della terza maglia del 2020. La pagina pubblicitaria più iconica resta senza dubbio quella di Ronaldo posizionato come il Cristo di Rio.
Tra le attività più particolari e alternative troviamo sicuramente gli sci P-Zero con il logo interista e il servizio all’interno del Guerin Sportivo del 1998 con Afef Jnifen, all’epoca compagna di Tronchetti Provera.